venerdì 30 dicembre 2011

Tra il Sassolungo e il Sella - reportage seconda parte

30 dicembre 2011, Piz Seteur e Sassolungo


Ultime sciate del 2011
Gli sci non mancano...e neppure il Sella

giovedì 29 dicembre 2011

Giovani leve crescono... Reportage della Settimana Bianca 2011 (prima parte)

Passo Padon, 28 dicembre 2011
Pozza di Fassa, discesa del Buffaure, Valle S. Nicolò sotto la neve.
Foto di gruppo delle giovani leve con presenza di un intruso cinquantenne: scoprite di chi si tratta!


Canazei, panorama dal Belvedere, 28 dicembre 2011
Marmolada, panorama da Punta Rocca (m. 3342), 28 dicembre 2011 

il webmaster mostra con orgoglio lo "sponsor spirituale" della Settimana Bianca

domenica 25 dicembre 2011

Natale 2011





Lo Sci Club augura, ai soci e agli amici, due metri di neve e un piatto di cappelletti fumanti!

sabato 24 dicembre 2011

Le migliori 10 piste italiane (secondo Sport Week)


1. Breuil-Cervinia (Ao) - Ventina, 20 km, difficoltà media
La prima parte è di 7,5 Km, ma diventa la pista più lunga del mondo se, partendo dal Piccolo Cervino, si prosegue per Valtournenche (pista n. 1), con un dislivello di bem 2.259 metri solo nel primo tratto fino a Cervinia.

2. Passo Falzarego (Bl) - Armentarola, 7,2 km, difficoltà medio-alta
Classica di fascino, alterna parti impegnative a canaloni meno pendenti; arrivo trainati a cavallo.

3. La Thuile (Ao) - discesa del Piccolo San Bernardo, 11 km, difficoltà media
Escursione tra antiche baite, caserme e storici rifugi della II Guerra mondiale fino al centro di La Thuile.

4. La Villa, Alta Badia (Bz) - Gran Risa, 1,25 km, nera per esperti
Pista da Coppa del Mondo da affrontare con cautela; pendenze fino al 53%.Emozionante e faticosa.

5. Madonna di Campiglio (Tn), Canalone Miramonti o 3Tre, 2,7 Km, nera per esperti
E' la pista da slalom per eccellenza, con pendenze attorno al 40%, dove hanno collezionato grandi successi Alberto Tomba e Giorgio Rocca.



6. Cortina d'Ampezzo (Bl) - Olympia delle Tofane, 2,66 Km, difficoltà media
Pista storica di libera femminile di Coppa.

7. Arabba (Bl) - la Bellunese, 12 Km, medio-facile
Dislivello di 1.800 m, la pista più lunga delle Dolomiti, parte del Giro della Grande Guerra, tra storici fortini e avamposti. Un museo a cielo aperto.

8. Val Gardena (Bz) - Longia del Seceda, 10,5 Km, medio-facile
Dalla cima del Seceda fino a Ortisei: panorami eccezionali nella prima parte, poi immersi nei boschi lungo pareti di granito.

9. Alpe Cermis Cavalese (Tn) - Olimpia, 7,5 Km, difficoltà alta
Storica e lunghissima nera divisa in tre parti sequenziali con caratteristiche differenti e un dislivello di 1.400 m, il maggiore di tutto il Trentino.

10. Tarvisio (Ud) - Prampero, 3,92 Km, difficoltà medio-alta
Considerata da molti la pista migliore del comprensorio Friuli-Venezia Giulia, è una discesa con gradi di pendenza fino al 47%


4 passi: Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo


Nel diario di uno sciatore non può sicuramente mancare la mitica Sella Ronda, lo skitour più conosciuto delle Alpi. E’ un percorso panoramico di circa 40 km, dei quali 26 da affrontare con gli sci ai piedi. E’ il giro dei quattro passi (Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo) attorno al massiccio roccioso del Sella, che attraversa le valli ladine di Fassa (Trentino), Gardena (Alto Adige), Badia (Alto Adige) ed Arabba (Veneto). Un carosello di piste, di livello medio o a scelta avanzato, tutte collegate tra loro da moderni impianti di risalita. L’itinerario può essere affrontato tranquillamente in 5-6 ore, anche dai sciatori meno esperti.

 

Sella Ronda Arancione - Senso Orario

Partendo da Selva di Val Gardena (1.563 m) si prende la seggiovia Costabella e poi dopo una breve discesa, si prende la cabinovia Danterceppies che porta al Passo Gardena (2.137 m) e da qui si scende fino a Colfosco (1.645 m).
Con la seggiovia Borest si raggiunge Corvara in Badia (1.568 m) quindi con la cabinovia Boè; qui volendo si può salire con la seggiovia al Vallon, per poi ritornare a dove si è effettuata la deviazione. Successivamente si discende sino al Passo Campolongo (1.875 m) da dove, con la seggiovia Campolongo si raggiunge il Bec de Roces (2.160 m) da dove parte la pista che porta ad Arabba (1.602 m).
Da qui, in funivia o con la telecabina si sale alla Forcella Europa-Arabba- Porta Vescovo (2.478 m) e si scende a Pont de Vauz (1.851 m). Ancora una seggiovia, la Fodom che porta al Passo Pordoi (2.239 m). Da qui si scende a quota 2.090 m, e si riprende a salire con la seggiovia Lezuo fino al Sas Becè (2.395 m), e quindi eventualmente anche al Belvedere (2.423 m), sopra Canazei (1.460 m).
Da qui una lunga discesa porta al Pian Frataces, per poi risalire al Col Rodella-Passo Sella (2.244 m). Ridiscendendo da dove si è saliti, si può affrontare la pista chiamata Lupo Bianco. Ritornati al passo Sella, si prende la seggiovia Cavazes-Grohmann, per ridiscendere poi lungo la pista Sole; qui, a seconda del tempo che si ha a disposizione, si può scegliere la via del ritorno per Selva, chiudendo quindi il giro circolare.
In totale 13.518 metri con gli impianti di risalita e 23.100 metri di piste.

Sella Ronda Verde - Senso Antiorario 

Partendo dal Ciampinoi, dove si sale con la cabinovia da Selva di Val Gardena, la prima discesa porta alla stazione di partenza della seggiovia Plan de Gralba-Piz Seteur. Dopo la risalita e corta discesa si giunge alla nuova seggiovia Città dei Sassi e dopo il passaggio nell'omonima e spettacolare zona si sale al Passo Sella (2.244 m) con la seggiovia Sasso Levante per scendere poi attraverso Val Salei poco sopra a Canazei (1.460 m).
Dopo essere passati sotto la Strada statale 48 delle Dolomiti che conduce al passo si risale con la cabinovia Pian Frataces-Gherdecia dal Lupo Bianco al Belvedere e poi, con la veloce seggiovia a 6 posti fino al rifugio Sass Becè posto al Passo Pordoi (2.239 m). Da qui si scende velocemente fino ad Arabba (1.602 m).
Dopo essere passati sotto alla strada provinciale si sale al Monte Burz, breve discesa fino alla partenza della seggiovia Le Pale e risalita al Bec de Roces (2.160 m). Da qui discesa fino al Passo di Campolongo (1.875 m) e risalita in seggiovia al Crep de Mont da dove ci si innesta nella bellissima pista Boè che porta a Corvara (1.568 m).
Dopo le due seggiovie di collegamento per Colfosco con la cabinovia Frara e la seggiovia Cir si sale al Passo Gardena (2.137 m) da dove si scende a Selva (1.563 m) sulla stupenda Danterceppies o per una delle sue varianti.
In totale 38.655 metri tra impianti e piste.


Lo avvolse in fasce

Lorenzo Lotto, Natività, 1530
 
Oggi i nostri cuori raccolti presso di Lui, presso il Neonato a Betlemme, si concentrano contemporaneamente su ogni bambino, su ogni fanciullo umano, su ogni uomo nuovo, nato da genitori umani.

Su quello che deve nascere, e su quello che è già nato, sul lattante, prima, poi sul piccino che incomincia a fare i primi passi, a sorridere, a parlare, a comprendere.
E ancora su quello che si prepara ad andare a scuola, come su quello che nella scuola si forma alla vita.

Natale è la festa di tutti i bambini del mondo, di tutti, senza differenza di razza, di nazionalità, di lingua, d'origine.

Cristo è nato a Betlemme per tutti loro. Di tutti e insieme di ciascuno ci parla il suo primo giorno su questa terra; il primo messaggio del Bambino di una povera Donna; della Madre che, dopo la nascita, "lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perchè non c'era posto per loro nell'albergo".

Giovanni Paolo II

Messaggio Urbi et Orbi, Natale 1979

venerdì 23 dicembre 2011

Lo ski tour della grande guerra


Il Giro della Grande Guerra si effettua in circa 6 ore, e richiede lo skipass Dolomiti Superski.
Il percorso – dalla lunghezza complessiva di 77 chilometri - inizia da Alleghe, una delle quattro stazioni sciistiche dello Ski Civetta.

L'itinerario si snoda attorno al Col di Lana, testimone di cruente battaglie nella prima Guerra Mondiale e consente di ammirare numerosi resti di postazioni militari e gallerie (Sass de Stria, Lagazuoi, Tofane, Marmolada, Padon) e un panorama grandioso, al cospetto delle più belle cime delle Dolomiti (Civetta, Pelmo, Cinque Torri, Tofane, Fanis, Sella).

Se si sceglie di partire da Alleghe (1000 m) si raggiungono dapprima i Piani di Pezzè e poi Col dei Baldi (1922 m), da cui si gode di un’eccellente vista su Pelmo e Civetta. Da qui si scende brevemente per poi risalire a Col Fioret (2100 m) e ridiscendere fino a raggiungere l’abitato di Pescul (1415 m). Da qui lo skibus consente di raggiungere il rifugio Fedare sul Passo Giau (2000 m) collegato al rifugio Averau tramite seggiovia. Dal rifugio Averau si scende sulle piste delle Cinque Torri, per poi prendere un’altra navetta per il passo Falzarego. Da qui si raggiunge il Lagazuoi, che dall’alto dei suoi 2800 regala una vista mozzafiato su tutte le Dolomiti bellunesi, trentine e atesine.



Dal Lagazuoi si discende sulla pista Armentarola, costeggiando il rifugio Scotoni. A fondovalle, il collegamento con le piste di San Cassiano è garantito da una romantica slitta trainata da cavalli. Si sale al Piz Sorega e per le piste si raggiunge Prà Longià, e successivamente la stazione a valle degli impianti del Cherz.

Dopo l’ascesa al Passo Campolongo si ridiscende, raggiungendo il centro turistico di Arabba. Dalla cittadina si riparte di nuovo verso l’alto, alla volta di Porta Vescovo, si scende al Passo Padon e quindi al passo Fedaia e a Malga Ciapèla. Qui si attraversa lo stretto canyon dei Serrai di Sottoguda, dall’atmosfera suggestiva grazie alle numerosissime cascate di ghiaccio: all’uscita è possibile ritornare al punto di partenza tramite skibus.

L’itinerario può essere effettuato anche partendo dall'Alta Badia (servizio di taxi-bus a pagamento dall' Hotel Armentarola al Passo Falzarego).

sabato 17 dicembre 2011

Un grido dal cielo (quarta settimana d'Avvento)



Permettete che io vada con voi a quella grotta nei pressi della cittadina di Betlemme, situata a sud di Gerusalemme. Facciamo in modo di essere tutti insieme più là che qua: là, dove “nel silenzio della notte” si è fatto sentire il vagito del Neonato, espressione perenne dei figli della terra. In quello stesso tempo si è fatto sentire il cielo, “mondo” di Dio che abita nel tabernacolo inaccessibile della Gloria. Tra la maestà di Dio eterno e la terra-madre, che si annunzia col vagito del Bimbo neonato, s’intravede la prospettiva di una nuova pace, della riconciliazione, dell’alleanza: È nato per noi il Salvatore del mondo “tutti i confini della terra hanno visto la salvezza del nostro Dio”. 

Tuttavia in questo momento, in questa insolita ora, i confini della terra rimangono distanti. Sono pervasi da un tempo di attesa, lontani dalla pace. La stanchezza riempie piuttosto i cuori degli uomini, che si sono addormentati, così come si erano addormentati non lungi i pastori nelle valli di Betlemme. Ciò che accade nella stalla, nella grotta di roccia ha una dimensione di profonda intimità: è qualcosa che avviene “fra” la Genitrice e il Nascituro. Nessuno dall’esterno vi ha accesso. Perfino Giuseppe, il falegname di Nazaret, rimane testimone silenzioso. Lei sola è pienamente consapevole della sua Maternità. E solo lei capta l’espressione propria del vagito del bimbo. La nascita di Cristo è innanzitutto il suo mistero, il suo grande Giorno. È la festa della Madre. 
È una strana festa: senza alcun segno della liturgia della Sinagoga, senza letture profetiche e senza canto di Salmi. “Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato (Eb 10,5) sembra dire, col suo vagito, Colui che, essendo Figlio eterno, Verbo consostanziale al Padre, Dio da Dio, Luce da Luce”, si è fatto carne (Is 1,14), egli si rivela in quel corpo come uno di noi, piccolo infante, in tutta la sua fragilità e vulnerabilità. Soggetto alla sollecitudine degli uomini, affidato al loro amore, indifeso. Vagisce, e il mondo non lo sente, non può sentirlo. Il vagito del bimbo neonato può udirsi appena a distanza di qualche passo. 

Vi prego quindi, Fratelli e Sorelle, che affollate questa Basilica, cerchiamo di essere più presenti là che qua. Non molti giorni fa, manifestai il mio grande desiderio di trovarmi nella grotta della Natività, per celebrare proprio là l’inizio del mio pontificato. Dato che le circostanze non me lo consentono, e trovandomi qui con tutti voi, ancor più cerco di essere là spiritualmente con voi tutti, per colmare questa liturgia con la profondità, l’ardore, l’autenticità di un intenso sentimento interiore. La liturgia della notte di Natale è ricca di un particolare realismo: realismo di quel momento che noi rinnoviamo, e anche realismo dei cuori che rivivono quel momento. Tutti, infatti, siamo profondamente emozionati e commossi, benché ciò che celebriamo sia avvenuto circa duemila anni fa. 
Betlemme
Per avere un quadro completo della realtà di quell’evento, per penetrare ancor più nel realismo di quel momento e dei cuori umani, ricordiamoci che ciò è avvenuto così come è avvenuto: nell’abbandono, nell’estrema povertà, nella stalla-grotta, fuori della città, perché gli uomini, nella città, non hanno voluto accogliere la Madre e Giuseppe in nessuna delle loro case. Da nessuna parte c’era posto. Sin dall’inizio, il mondo si è rivelato inospitale verso il Dio che doveva nascere come Uomo. 

Riflettiamo ora brevemente sul significato perenne di questa mancata ospitalità dell’uomo nei riguardi di Dio. Noi tutti, che siamo qui, vogliamo che sia diversamente. Vogliamo che a Dio, che nasce come uomo, sia aperto tutto in noi uomini. 
Con questo desiderio siamo venuti qui! 
Pensiamo quindi questa notte anche a tutti gli uomini che cadono vittime dell’umana disumanità, della crudeltà, della mancanza di qualsiasi rispetto, del disprezzo dei diritti oggettivi di ciascun uomo. Pensiamo a coloro che sono soli, anziani, ammalati; a coloro che non hanno una casa, che soffrono la fame, la cui miseria è conseguenza dello sfruttamento e dell’ingiustizia dei sistemi economici. Pensiamo anche a coloro, ai quali non è permesso, in questa notte, di partecipare alla liturgia della Nascita di Dio, e che non hanno un sacerdote che possa celebrare la Messa. E andiamo col pensiero anche a coloro, le cui anime e coscienze sono tormentate non meno che la loro fede. 

La stalla di Betlemme è il primo luogo della solidarietà con l’uomo: di un uomo con l’altro e di tutti con tutti, soprattutto con coloro, per i quali “non c’è posto nell’albergo” (cf. Lc 2,7), ai quali non sono riconosciuti i propri diritti. 

Il Bambino neonato vagisce. 
Chi sente il vagito del bimbo? 
Per lui parla però il cielo, ed è il cielo che rivela l’insegnamento proprio di questa nascita. È il cielo che la spiega con queste parole: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2,14). 
Bisogna che noi, toccati dal fatto della nascita di Gesù, sentiamo questo grido del cielo
Bisogna che esso giunga a tutti i confini della terra, che lo odano nuovamente tutti gli uomini. 

Filius datus est nobis. 
Christus natus est nobis. Amen


Giovanni Paolo II, 24 dicembre 1978

venerdì 16 dicembre 2011

I migliori rifugi sulle piste

la Baita Checco in località Ciampedie (Vigo di Fassa)


Ecco la classifica 2011 di Sport Week:


1^ Mayrl Alm - Ski Center Latemar Obereggen (Bz)
Una vecchia malga per gourmand. Ingredienti del territorio ma anche materie prime esotiche.

2^ Bergstube - San Candido (Bz)
In un maso con vista sulle Dolomiti, si gustano specialità locali, dalla zuppa d'orzo alla rosticciata tirolese (bergstube.com).

3^ Gostner Schwaige - Alpe di Siusi - Castelrotto (Bz)
Tra boschi e alpeggi, Franz Mulser offre zuppe di fiori di fieno e formaggi dal suo maso.

4^ Auener Hof - Sarentino (Bz)
A 1600 m. le creazioni di Heinrich Schneider che raccoglie i prodotti della terra e li trasforma in cucina d'autore (auenerhof.it).

5^ Rifugio Comici - Plan de Gralba - Val Gardena (Bz)
E' aperto dal '55. Pesce e vini arrivavano da Grado, dove la famiglia ha tuttora una tenuta (rifugiocomici.com).

il Rifugio Comici


6^ Baita Sanon - Alpe di Siusi - Castelrotto (Bz)
Specialità tirolesi e ladine, dolci fatti in casa (sanon.it).

7^ Rifugio Averau - Forcella Averau - Cortina d'Ampezzo (Bl)
Ottima cucina di Sandro Siorpaes e della moglie Paola, citata persino dal Sunday Times.

8^ Rifugio Daniel - Alpe Seceda (Bz)
Rosticciata tirolese con insalata di crauti e speck, costine di maiale con patata al cartoccio.

9^ Rifugio Scotoni - Alpe Lagazuoi - La Villa in Badia (Bz)
All'interno focolare di griglie e pietra: rosolano stinchi di maiale, cosciotti di agnello, fiorentine di cervo e manzo.

10^ Baita Checco - Ciampedie - Vigo di Fassa (Tn)
Sapori della tradizione ladina (baitachecco.com).

fonte: Sport Week, 3 dicembre 2011



martedì 13 dicembre 2011

La top ten delle piste (secondo il Sole 24 Ore)



CERVINIA
Un trasporto veloce, ma soprattutto panoramico, che parte ai piedi del Cervino raggiunge quota 3500 metri. La nuova funivia per il Plateau Rosa porta la firma di nomi come Giugiaro, Storz, Spirit, Kiska. Sono architetti amanti della montagna, che hanno privilegiato grandi vetrate per godersi lo spettacolo della risalita. Ma le novità del comprensorio non finiscono qui. Gli sciatori possono prenotare ogni sabato sera il First class. Si tratta di un tour che include una cena con i "gattisti", gli autisti dei gatti delle nevi, e poi un'escursione in loro compagnia per scoprire come vengono battute le piste. Sono da prenotare anche il Prima Traccia, per sciare prima dell'orario di apertura degli impianti, e l'Icekart, la pista di ghiaccio illuminata che si affronta a bordo di velocissimi kart.  

MADONNA DI CAMPIGLIO: CON I CAMPIONI DEL CIRCO BIANCO
Prenotate un posto in prima fila per godervi le tre gare della Coppa Europa Fis che si svolgono a Madonna di Campiglio. Il primo appuntamento, il 16 dicembre, è con lo slalom notturno lungo il Canalone Miramonti. A seguire, il 19 e il 20 dicembre, ci sono le spettacolari discese libere. Se, dopo aver assistito alle performance sportive, vi viene voglia di perfezionare la tecnica di discesa, potete prenotare le lezioni della Ski Academy in compagnia del campione Giorgio Rocca. Le guide di Rent & Go, invece, propongono il telemark, lo sci a tallone libero, tornato di moda negli ultimi anni.

Folgaria è da sempre una destinazione per chi viaggia in montagna con in bambini. Alberghi con servizi dedicati, ristoranti con menù pensati per i più piccoli e tanto divertimento. Dal 5 al 12 febbraio, per esempio, FolgarìaSki organizza la prima edizione della Settimana con Manny, la simpatica mascotte della località trentina. La vacanza è scandita da caccia al tesoro nel comprensorio sciistico, giochi sulla neve e grande festa di chiusura al Palaghiaccio.

Nove appartamenti, di diverse metrature, silenziosi ed eleganti. Ideali per una vacanza romantica, ma anche con amici o in famiglia. Questo il concept del nuovo Villa Calluna, un ex albergo trasformato in un rifugio dal design alpino. Si trova a Campo Tures, con una splendida vista sulle Alpi Aurine. Sono il paradiso di chi ama lo sci ecologico, fatto di silenzi, grandi panorami bianchi, sentieri dove passeggiare nella neve e anelli per il fondo che s'inoltrano nei boschi. Tra i percorsi più belli, l'anello a Riva Tures, la pista a Casere e il tracciato a Selva dei Molini/Lappago. Al ritorno il caldo abbraccio della spa, ma l'ospitalità genuina dell'enoteca Haidacher, dove degustare i migliori vini altoatesini e taglieri di speck e formaggi.

VAL D'ULTIMO: DOVE NON CI SI ANNOIA MAI
La nuova tendenza per la stagione 2012 è la velocità. Dalla pista Moscha, lunga 500 metri, aperta anche di notte per le discese in slittino, al tubing, lungo la pista di San Nicolò. Costruita con alti muri di neve, è lunga 700 metri ed è simile a una pista da bob, solo che si affronta con gommoni grandi come ruote di un camion. Nel comprensorio sciistico Schwemmalm ci sono piste per tutti i gusti, ma anche la possibilità di provare il carving, lo sci da discesa sciancrato, che dà maggiore controllo, stabilità e facilità di esecuzione, specialmente in curva.

PINZOLO: COME ESSERE IN ALASKA
Su una slitta trainata da una muta di cani, guardando il paesaggio innevato a perdita d'occhio. Le Dolomiti del Brenta non hanno nulla da invidiare ai panorami del Grande Nord. A partire dal centro Athabaska che Maurizio Cattafesta gestisce a San Lorenzo in Banale. Conta 35 cani da slitta, per attività di dogsledding in Val Rendena o in Val di Sole, ma anche 4 lama e 2 alpaca, utilizzati per le il trekking. L'esperienza, organizzata da Balsamic People dal 20 al 26 febbraio, include il soggiorno all'Olympic Park di Pinzolo, il training per imparare a guidare la slitta con i cani, ed escursioni con le racchette da neve e sci di fondo e discesa.

LIVIGNO: QUANDO LO SKIPASS È REGALATO
Natura incontaminata e temperature che consentono di sciare fino a inizio maggio. In questo piccolo Tibet d'Italia si possono prenotare soggiorni con tante agevolazioni. Come lo Skipass in omaggio per chi prenota almeno quattro notti in hotel, o sette notti negli appartamenti convenzionati (valido fino al 23 dicembre e dal 14 aprile al 1 maggio). Diversamente dalle altre stazioni, sciare a Livigno il sabato costa meno, solo 31 euro (dal 14 gennaio al 1 maggio).

BARDONECCHIA: FREESTYLE E SNOWBOARD
Un enorme materasso aspetta tutti i patiti del freestyle a Pian di Sole. Si tratta di un nuovo Bagjump che permette a chi si avvicina a questa disciplina di incrementare le proprie capacità tecniche e prendere confidenza con i salti più grandi. Avventure no-limit anche nello Snowpark, nell'area del Melezet. Con i suoi con 1.100 metri di dislivello, con salti e strutture artificiali, come l'Half Pipe utilizzato per le Olimpiadi Invernali di Torino 2006, è uno dei più attrezzati d'Italia. Durante il giorno la musica viene diffusa attraverso grandi casse acustiche, mentre nell'area lounge, realizzata completamente in legno, ci si rilassa e si fanno nuove amicizie.

ASIAGO: CAVALLI E MAZZE DA HOCKEY
Le scuole di sci dell'Altopiano di Asiago hanno messo a punto diverse proposte per chi non ama lo sci. Tra queste spiccano le passeggiate a cavallo in neve fresca o a bordo di slitte. Ma Asiago è soprattutto sinonimo di hockey su ghiaccio, con emozionanti partite da seguire dal vivo nello stadio che ospita campioni da tutta Europa. Alla sera, il ritrovo è da Tata, il locale frequentato da tutti i giocatori che lasciano come souvenir mazze e maglie (piazzale Stadio del Ghiaccio). Si può dormire c'è lo Sporting Residence Hotel, con eleganti appartamenti in stile montano. È molto amato dai fondisti perché si trova a poca distanza dai sette centri per il fondo e dai tracciati che si snodano lungo sentieri e mulattiere isolate.

SAURIS: PER SCIARE LONTANO DALLA FOLLA
La Carnia è un luogo dove si respira l'aria della montagna più autentica. È la terra della campionessa friulana Manuela Di Centa, un luogo ideale per chi ama sciare lontano dalla folla. Si può soggiornare in alberghi diffusi, ricavati da borghi storici. Si trovano in alcune frazioni come Lauco, Comeglians, Sauris, Ovaro e Sutrio, da cui si accede a uno dei maggiori comprensori sciistici della zona, lo Zoncolan.

Il Sole 24 ore, 6 dicembre 2011

domenica 11 dicembre 2011

Con gli occhi di Maria (terza domenica d'Avvento)

Gentile da Fabriano, Adorazione dei Magi, (1423)
                
 “Dum medium silentium tenerent omnia 
Mentre il silenzio avvolgeva ogni cosa e la notte era a metà del suo corso, la tua Parola onnipotente, o Signore, venne dal tuo trono regale” (Ant. al Magn. 26 Dicembre).
In questa Notte Santa si compie l’antica promessa: il tempo dell’attesa è finito, e la Vergine dà alla luce il Messia.
Gesù nasce per l’umanità che va in cerca di libertà e di pace; nasce per ogni uomo oppresso dal peccato, bisognoso di salvezza e assetato di speranza.
All’incessante grido dei popoli: Vieni, Signore, salvaci!, Dio risponde in questa notte: la sua eterna Parola d’amore ha assunto la nostra carne mortale. “Sermo tuus, Domine, a regalibus sedibus venit”. Il Verbo è entrato nel tempo: è nato l’Emmanuele, il Dio-con-noi.
Nelle cattedrali e nelle basiliche, come nelle chiese più piccole e sperdute di ogni parte della terra, si leva commosso il canto dei cristiani: “Oggi è nato per noi il Salvatore” (Salmo resp.). 


2.    Maria “diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia” (Lc 2,7).
Ecco l’icona del Natale: un fragile neonato, che le mani di una donna proteggono con poveri panni e depongono nella mangiatoia.
Chi può pensare che quel piccolo essere umano è il “Figlio dell’Altissimo” (Lc 1,32)? Lei sola, la Madre, conosce la verità e ne custodisce il mistero.
In questa notte anche noi possiamo ‘passare’ attraverso il suo sguardo, per riconoscere in questo Bambino il volto umano di Dio. Anche per noi, uomini del terzo millennio, è possibile incontrare Cristo e contemplarlo con gli occhi di Maria.

Giovanni Paolo II, 24 dicembre 2002

sabato 10 dicembre 2011

Una carovana in cammino


Sono trenta le tappe del Cammino che toccano i più bei luoghi delle alpi bellunesi. Con una particolare preferenza per quelli ancora non del tutto conosciuti o meta di tradizionali itinerari turistici, invernali ed estivi.
Dal santuario dei Santi Vittore e Corona alle valli di cultura ladina. Dal Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi ai resti del Castello di Andraz, che ospitò nel Quattrocento il filosofo Nicola Cusano. Dal lago di Misurina alle sorgenti del Piave. E ancora il lago di Alleghe, il passo Falzarego, il Cadore, la suggestione degli scavi di epoca romana di Feltre e il sacrario di Pian di Salesei a ricordo della prima guerra mondiale. Il Vajont. Nell’articolazione di un percorso così concepito ciò che emerge e si vuole mettere a fuoco dunque sono i molteplici aspetti di un territorio. Il più immediato – quello naturalistico – ma anche quello storico-religioso e delle tradizioni e della memoria.
Ad esempio, la passeggiata tra il Falzarego e Fiames, che si sviluppa quasi interamente lungo sentieri di montagna e che attraversa il Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo verso Cortina, offre incantevoli squarci panoramici e stupendi paesaggi montani. Allo stesso tempo, il viaggio che lega il santuario di Maria Immacolata del Nevegal al Duomo di Belluno rivela un grande fascino artistico-religioso.
Alla bellezza della natura si unisce dunque la profonda cristianità del territorio. Questi sono solo alcuni esempi. La ricerca e la scommessa è quella di un turismo discreto, non eclatante, che prevede un’immersione dell’ospite in uno degli angoli più belli d’Italia. Non si cerca di promuovere dunque un centro d’attrazione – né unico, né solo vacanziero – ma un insieme di aspetti, tutti quegli aspetti che costituiscono un territorio nel suo complesso.
L’intenzione è quella di aprirsi nella maniera più completa al visitatore, in modo intelligente e profondo. Ecco il senso del Cammino delle Dolomiti. Un turismo come progetto mirato e articolato, secondo una chiave vera, moderna e utile che non contempla la facile ‘commercializzazione’ dei luoghi.

fonte:www.camminodelledolomiti.it


"Facciamo tutti parte di una carovana in cammino: qualcuno pensa di essere diretto verso l'ignoto, molti altri si sentono di orientarsi verso il mistero di una patria che può farsi anche via, nella contemplazione della bellezza e nella fatica. La proposta del Cammino delle Dolomiti ha in sè questo forte simbolismo".

Giuseppe Andrich, Vescovo di Belluno-Feltre

venerdì 9 dicembre 2011

Sali su un alto monte

 


Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! 
Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. 
Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: "Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri".
Isaia, 40


domenica 4 dicembre 2011

Un popolo che camminava nelle tenebre (seconda domenica d'Avvento)

Georges de La Tour,  Adorazione dei Pastori , sec. XVII


1. "Populus, qui ambulabat in tenebris, vidit lucem magnam - Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce" (Is 9,1).
Ogni anno riascoltiamo queste parole del profeta Isaia, nel suggestivo contesto della rievocazione liturgica della nascita di Cristo. Ogni anno esse assumono un sapore nuovo e fanno rivivere il clima dell'attesa e della speranza, dello stupore e del gaudio, che sono tipici del Natale.
Al popolo oppresso e sofferente, che camminava nelle tenebre, apparve "una grande luce". Sì, una luce davvero "grande", perché quella che s'irradia dall'umiltà del presepe è la luce della nuova creazione. Se la prima creazione cominciò con la luce (cfr Gn 1,3), tanto più fulgida e "grande" è la luce che dà inizio alla nuova creazione: è Dio stesso fatto uomo!
Il Natale è evento di luce, è la festa della luce: nel Bambino di Betlemme la luce originaria torna a risplendere nel cielo dell'umanità e squarcia le nubi del peccato. Il fulgore del trionfo definitivo di Dio appare all'orizzonte della storia per proporre agli uomini in cammino un nuovo futuro di speranza.

2. "Su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse" (Is 9,1).
L'annuncio gioioso, proclamato poc'anzi nella nostra assemblea, vale anche per noi, uomini e donne all'alba del terzo millennio. La comunità dei credenti si raduna in preghiera per riascoltarlo in ogni regione del mondo. Tra il freddo e la neve dell'inverno o nel caldo torrido dei tropici, questa notte è Notte Santa per tutti.
Lungamente atteso, irrompe finalmente lo splendore del Giorno nuovo. E' nato il Messia, l'Emmanuele, Dio-con-noi! E' nato Colui che fu preannunciato dai profeti e a lungo invocato da quanti "abitavano in terra tenebrosa". Nel silenzio e nel buio della notte, la luce si fa parola e messaggio di speranza.
Ma non stride, forse, questa certezza di fede con la realtà storica in cui viviamo? Se ascoltiamo i resoconti impietosi della cronaca, queste parole di luce e di speranza sembrano parole di sogno. Ma sta appunto qui la sfida della fede, che rende questo annuncio consolante ed insieme esigente. Essa ci fa sentire avvolti dall'amore tenero di Dio, ed insieme ci impegna all'amore operoso di Dio e dei fratelli.




3. "E' apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini" (Tt 2,11).
I nostri cuori, in questo Natale, sono preoccupati e turbati a causa della persistenza, in diverse regioni del mondo, della guerra, delle tensioni sociali, delle strettezze penose in cui versano tanti esseri umani. Tutti cerchiamo una risposta che ci rassicuri.
La pagina della Lettera a Tito or ora ascoltata ci ricorda che la nascita del Figlio unigenito del Padre si è rivelata "apportatrice di salvezza" in ogni angolo del pianeta e in ogni momento della storia. Per ogni uomo e ogni donna nasce il Bambino "chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace" (Is 9,5). Egli porta con sé la risposta che può acquietare le nostre paure e ridare vigore alle nostre speranze.
Sì, in questa notte evocatrice di memorie sacrosante, più salda si fa la nostra fiducia nella potenza redentrice della Parola fatta carne. Quando le tenebre e il male sembrano prevalere, Cristo ci ripete: Non temete! Con la sua venuta nel mondo Egli ha sconfitto il potere del male, ci ha liberati dalla schiavitù della morte e ci ha riammessi al banchetto della vita.
Spetta a noi attingere alla forza del suo amore vittorioso, facendo nostra la sua logica di servizio e di umiltà. Ciascuno di noi è chiamato a vincere con Lui "il mistero dell'iniquità", facendosi testimone di solidarietà e costruttore di pace. Andiamo dunque alla grotta di Betlemme per incontrare Lui, ma anche per incontrare, in Lui, ogni bambino del mondo, ogni fratello piagato nel corpo o oppresso nello spirito.

4. I pastori "dopo averlo visto, riferirono ciò che del Bambino era stato detto loro" (Lc 2,17).
Come i pastori, anche noi in questa notte straordinaria non possiamo non provare il desiderio di comunicare agli altri la gioia dell'incontro con questo "Bambino avvolto in fasce", nel quale si rivela la potenza salvifica dell'Onnipotente. Non possiamo fermarci a contemplare estasiati il Messia che giace nella mangiatoia, dimenticando l'impegno di renderGli testimonianza.
Dobbiamo riprendere in fretta il nostro cammino. Dobbiamo ripartire gioiosi dalla grotta di Betlemme per riferire in ogni luogo il prodigio di cui siamo stati testimoni. Abbiamo incontrato la luce e la vita! In Lui ci è stato donato l'amore.

5. "Un Bambino è nato per noi..." (Is 9,5).
Ti accogliamo con gioia, Onnipotente Signore del cielo e della terra, che per amore ti sei fatto Bambino "in Giudea, nella città di Davide chiamata Betlemme" (Lc 2,4).
Ti accogliamo riconoscenti, Luce nuova che sorgi nella notte del mondo.
Ti accogliamo come nostro fratello, "Principe della pace", che hai "fatto dei due un popolo solo" (Ef 2,14).
Colmaci dei tuoi doni, Tu che non hai disdegnato di iniziare la vita umana come noi. Facci diventare figli di Dio, Tu che per noi hai voluto diventare figlio dell'uomo (cfr Sant'Agostino, Discorsi, 184).
Tu, "Consigliere ammirabile", sicura promessa di pace; Tu, presenza efficace del "Dio potente"; Tu, nostro unico Dio, che giaci povero e umile nell'ombra del Presepe, accoglici accanto alla tua culla.
Venite, popoli della terra e apritegli le porte della vostra storia! Venite ad adorare il Figlio della Vergine Maria, sceso fra noi, in questa notte preparata da secoli.
Notte di gioia e di luce.
Venite, adoremus!

Giovanni Paolo II, 24 dicembre 2001

sabato 3 dicembre 2011

La novità dell'anno: tutti in bici sulla neve!


Si chiama SnowX ed è un mix tra bicicletta da freeride e snowboard.
La struttura è composta da un telaio in tubi oversize ad alta resistenza, dotata di ammortizzatori progressivi, con un manubrio che sterza realmente, anche se montato su uno snowboard: il tutto per un peso di 6,8 kg.
Lo sterzo mette in torsione la tavola, mentre l'appoggio è garantito da pedane inox che facilitano la spinta dopo la curva.




Fonte: Nova n. 325 del 27 novembre 2011