“Le porte del cielo? La tristezza le chiude, la preghiera le apre, la gioia le spalanca”.
In questa domenica che già
respira l’aria delle vacanze, ho pensato di condurre i miei lettori su un sentiero d’altura, quello della
mistica.
Non pochi miei amici o conoscenti
non credenti talora hanno bussato a un eremo per trascorrere, soli con se
stessi, un fine settimana.
Ci troviamo ora nell’area
mitteleuropea ebraica: a parlarci è, infatti, Ball Shem Tov, fondatore nel
Settecento del movimento dei Chassidim, “i pii”.
Ad allontanarci dalle porte della
spiritualità è la cupezza, figlia dell’insoddisfazione e della noia.
Ad aprirle è l’invocazione e
l’attesa perché –diceva Gandhi – “pregare
è la chiave del mattino e il catenaccio della
sera”.


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