L’esposizione dal titolo Walter Bonatti. Fotografie dai grandi spazi,
con l’ausilio di video, di documenti inediti e di un allestimento
particolarmente coinvolgente, ripercorre il racconto visivo, le vicende
esistenziali e le avventure dell’alpinista ed esploratore italiano.
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Le immagini in mostra testimoniano
oltre 30 anni di viaggi alla scoperta dei luoghi meno conosciuti e più
impervi della Terra e raccontano una passione travolgente per
l’avventura insieme alla straordinaria professionalità di un grande
reporter.
È difficile separare il ricordo di Walter
Bonatti da quello delle sue fotografie. Ed è sorprendente scoprire
quanto la sua figura e le sue imprese siano radicate nella memoria di un
pubblico tanto differenziato per età e interessi. La persistente
popolarità di Bonatti ha più di una spiegazione. Imparò a fotografare e a
scrivere le proprie avventure con la stessa dedizione con cui si
impadronì dei segreti della montagna: alpinista estremo, spesso
solitario, ha conquistato l’ammirazione degli uomini e il cuore delle
donne, affascinando nello stesso tempo l’immaginario dei più giovani.
Il mestiere di fotografo per grandi riviste italiane, soprattutto per Epoca,
lo portò a cercare di trasmettere la conoscenza di luoghi estremi del
nostro pianeta. Al tempo stesso, non smise mai di battersi con forza per
tramandare la vera storia, troppe volte nascosta, della conquista del
K2 e del tradimento dei compagni di spedizione.
Molte tra le sue folgoranti immagini sono
grandiosi “autoritratti ambientati” e i paesaggi in cui si muove sono
insieme luoghi di contemplazione di scoperta. Bonatti si pone davanti e
dietro l’obiettivo: in un modo del tutto originale è in grado di
rappresentare la sua fatica e la gioia per una scoperta, ma al tempo
stesso sa cogliere le geometrie e le vastità degli orizzonti che va
esplorando.
Il talento per la narrazione, l’amore per le
sfide estreme, l’interesse per la fotografia come possibilità di
scoprire e testimoniare per sé e per gli altri. Una passione, e
probabilmente anche un’esigenza, nata già negli anni dell’alpinismo (con
i trionfi e le amarezze che li segnarono), con le foto scattate sulle
pareti più difficili, e poi consolidata nel tempo, con i racconti
d’imprese affascinanti e impossibili.
Dal 13 novembre 2014 all’8 marzo 2015 il Palazzo della Ragione di
Milano ospiterà la mostra “Walter Bonatti. Fotografie dai grandi spazi”.
L’esposizione è dedicata alla seconda vita del fortissimo alpinista
bergamasco, quella di “esploratore del mondo”, mondo che ha immortalato e
descritto in numerosi testi ed immagini.
Walter Bonatti negli anni è riuscito a conquistarsi un privilegio
raro: la possibilità di vivere due vite. Dopo la stagione di scalate,
che lo hanno reso uno dei protagonisti della storia dell’alpinismo, ha
deciso di cambiare i suoi orizzonti e mettersi in cammino alla volta
delle regioni più lontane e affascinanti del pianeta dimostrando con il
suo esempio, le sue parole e soprattutto le sue immagini come l’uomo sia
parte della natura.
I suoi reportage fotografici lo hanno fatto diventare un mito del
nostro tempo, e un riferimento assoluto anche per i giovani di una vita
vissuta in armonia. In un montaggio innovativo di testi, oggetti e
immagini, la mostra ricostruisce lo spirito e il senso di un’esperienza
così particolare come quella di Walter Bonatti: cosa significhi
percorrere e “abitare” i grandi spazi. Una mirade di luoghi incredibili:
dai deserti della Namibia ai ghiacci dell’Antartide.
fonte: www.montagna.tv
Walter Bonatti nasce
a Bergamo nel 1930. Del 1951 è la sua prima grande impresa alpinistica:
con Luciano Ghigo scala la parete est del Grand Capucin nel gruppo del
Monte Bianco. Nel 1954 Bonatti è il più giovane partecipante alla
spedizione capitanata da Ardito Desio, che porterà Achille Compagnoni e
Lino Lacedelli sulla cima del K2. Nel 1955 scala in solitaria e per la
prima volta assoluta il pilastro sud-ovest del Petit Dru, nel massiccio
del Monte Bianco. Nell’inverno del 1965 scala in solitaria la parete
nord del Cervino aprendo una nuova via. È la sua ultima impresa di
alpinista estremo. Successivamente si dedicherà all’esplorazione e
all’avventura come inviato del settimanale Epoca, fino al 1979. A
partire dagli anni Sessanta pubblica numerosi libri che narrano le sue
avventure in montagna e negli angoli più sperduti del pianeta. Muore a
Roma il 13 settembre 2011, all’età di 81 anni. - See more at:
http://palazzodellaragionefotografia.it/exhibition/nei-grandi-spazi/#sthash.3BCg6dcb.dpuf
Walter Bonatti nasce
a Bergamo nel 1930. Del 1951 è la sua prima grande impresa alpinistica:
con Luciano Ghigo scala la parete est del Grand Capucin nel gruppo del
Monte Bianco. Nel 1954 Bonatti è il più giovane partecipante alla
spedizione capitanata da Ardito Desio, che porterà Achille Compagnoni e
Lino Lacedelli sulla cima del K2. Nel 1955 scala in solitaria e per la
prima volta assoluta il pilastro sud-ovest del Petit Dru, nel massiccio
del Monte Bianco. Nell’inverno del 1965 scala in solitaria la parete
nord del Cervino aprendo una nuova via. È la sua ultima impresa di
alpinista estremo. Successivamente si dedicherà all’esplorazione e
all’avventura come inviato del settimanale Epoca, fino al 1979. A
partire dagli anni Sessanta pubblica numerosi libri che narrano le sue
avventure in montagna e negli angoli più sperduti del pianeta. Muore a
Roma il 13 settembre 2011, all’età di 81 anni. - See more at:
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Walter Bonatti nasce
a Bergamo nel 1930. Del 1951 è la sua prima grande impresa alpinistica:
con Luciano Ghigo scala la parete est del Grand Capucin nel gruppo del
Monte Bianco. Nel 1954 Bonatti è il più giovane partecipante alla
spedizione capitanata da Ardito Desio, che porterà Achille Compagnoni e
Lino Lacedelli sulla cima del K2. Nel 1955 scala in solitaria e per la
prima volta assoluta il pilastro sud-ovest del Petit Dru, nel massiccio
del Monte Bianco. Nell’inverno del 1965 scala in solitaria la parete
nord del Cervino aprendo una nuova via. È la sua ultima impresa di
alpinista estremo. Successivamente si dedicherà all’esplorazione e
all’avventura come inviato del settimanale Epoca, fino al 1979. A
partire dagli anni Sessanta pubblica numerosi libri che narrano le sue
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