Due tracce di riflessione nella ricorrenza della quarantacinquesima Giornata della Terra: la prima di Papa Bergoglio, la seconda di Tommaso da Celano, biografo del patrono dell'ecologia.
"Oggi si celebra la Giornata della Terra. Esorto tutti a vedere il mondo
con gli occhi di Dio Creatore: la terra è l’ambiente da custodire e il
giardino da coltivare. La relazione degli uomini con la natura non sia
guidata dall’avidità, dal manipolare e dallo sfruttare, ma conservi
l’armonia divina tra le creature e il creato nella logica del rispetto e
della cura, per metterla a servizio dei fratelli, anche delle
generazioni future".
(Papa Francesco, udienza del 22 aprile 2015)
(Papa Francesco, udienza del 22 aprile 2015)
Sarebbe troppo lungo, o addirittura impossibile narrare tutto quello che il
glorioso padre Francesco compì e insegnò mentre era in vita. Come descrivere il
suo ineffabile amore per le creature di Dio e con quanta dolcezza contemplava
in esse la sapienza, la potenza e la bontà del Creatore? Proprio per questo
motivo, quando mirava il sole, la luna, le stelle del firmamento, il suo animo
si inondava di gaudio. O pietà semplice e semplicità pia! Perfino per i vermi
sentiva grandissimo affetto perchè la Scrittura ha detto del Signore:
lo sono verme e non uomo; perciò si preoccupava di toglierli dalla
strada, perché non fossero schiacciati dai passanti. E che dire delle altre
creature inferiori, quando sappiamo che, durante l'inverno, si preoccupava
addirittura di far preparare per le api miele e vino perché non morissero di
freddo? Magnificava con splendida lode la laboriosità e la finezza d'istinto
che Dio aveva loro elargito, gli accadeva di trascorrere un giorno intero a
lodarle, quelle e tutte le altre creature.
Come
un tempo i tre franciulli gettati nella fornace ardente invitavano tutti gli
elementi a glorificare e benedire il Creatore dell'universo, così quest'uomo,
ripieno dello spirito di Dio, non si stancava mai di glorificare, lodare e
benedire, in tutti gli elementi e in tutte le creature, il Creatore e
governatore di tutte le cose.
E quale estasi gli procurava la bellezza dei fiori quando ammirava le loro
forme o ne aspirava la delicata fragranza! Subito ricordava la bellezza di
quell'altro Fiore il quale, spuntando luminoso nel cuore dell'inverno dalla
radice di Iesse, col suo profumo ritornò alla vita migliaia e migliaia di
morti. Se vedeva distese di fiori, si fermava a predicare loro e li invitava a
lodare e amare Iddio, come esseri dotati di ragione, allo stesso modo le messi
e le vigne, le pietre e le selve e le belle campagne, le acque correnti e i
giardini verdeggianti, la terra e il fuoco, l'aria e il vento con semplicità e
purità di cuore invitava ad amare e a lodare il Signore.
E finalmente chiamava tutte le creature col nome di fratello e sorella,
intuendone i segreti in modo mirabile e noto a nessun altro, perché aveva
conquistato la libertà della gloria riservata ai figli di Dio. Ed ora in cielo
ti loda con gli angeli, o Signore, colui che sulla terra ti predicava degno di
infinito amore a tutte le creature .
(Tommaso da Celano, Vita Prima, I, 29)


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