lunedì 6 aprile 2015

Pasquetta sul Monte Murano: tra storia, misteri templari e gastronomia


Il Monte Murano visto dalle "copertelle" di Serra S. Quirico

Il camminamento delle copertelle

Il San Cristoforo delle copertelle

I prati del Monte Murano. Sulla destra la cima ancora imbiancata del San Vicino
La Vallesina vista dal Monte Murano. Sullo sfondo l'Adriatico
Nell’alto medioevo il ducato di Spoleto era collegato con l’Adriatico attraverso un itinerario che per Colfiorito e Camerino raggiungeva Castello Petroso (oggi Pierosara di Genga) proseguendo da una parte per la gola della Rossa lungo l’Esino, dall’altra per S. Ansuino di Avacelli lungo il Misa. 
Castello Petroso rappresentava dunque l’epicentro di collegamento di una vasta area, a forte presenza longobarda, di rilevanza strategica fra l’alto Esino e il Misa.
Il territorio di Avacelli, in cui è documentata dal 1082 la chiesa di S. Ansuino, fu assoggettato alla giurisdizione della diocesi di Camerino.

S. Ansuino

Il più antico documento che la menzioni è del 1082 e riguarda donazioni di terre all’abbazia di S. Vittore da parte di possidenti longobardi. Nel 1199 la chiesa è inserita nel privilegio di Innocenzo III tra le proprietà dell’abbazia di S. Elena sull’Esino. Successivamente dovrebbe essere stata compresa in una magione agricola proprietà di membri dell’Ordine Templare (approvato nel 1128, ma abolito nel 1311). 
Nel 1308 Clemente V ordinava ai vescovi di Jesi e Fano di inquisire contro i Templari presenti nelle loro diocesi tra cui quelli della magione di S. Ansuino. All’Ordine andrebbe riferita l’insegna della croce astile con sei palle, in pietra bianca, sulla facciata della chiesa.
Al ducato di Spoleto subentrò, in quest’area, la giurisdizione del comitato e della diocesi di Camerino a cui rimanda l’intitolazione della chiesa a S. Ansovino (o Ansuino) vescovo e protettore di quella città.
La chiesa, documentata dal 1082 ma certamente risalente al secolo precedente, è ad unica navata e misura 4,60 x 8,30 m. È a pianta rettangolare con tetto ricostruito a capriate e con abside semicircolare, profonda 1,50 m., al centro della quale si apre una monofora a doppio strombo. L’abside all’esterno è decorata da quattro colonne con capitelli che si congiungono ad una semplice fascia superiore.



All’esterno la chiesa conserva, pur rimaneggiata, la sua struttura originaria alto medioevale, riferibile al X- XI sec., con la facciata tripartita da due lesene a leggero aggetto. La croce astile con sei palle, il portale con arco a tutto sesto e l’occhio superiore sono più tardi, come sulla parete esterna destra la decorazione ad archetti interrotta da una monofora visibile, a pietra bianca, e da un’altra con una porta inglobate invece nella casa colonica. Alla struttura originaria appartiene anche il sottostante locale (3,60 x 5,70 m.) composto da due vani comunicanti, destinato ad ossario o sacrario, che si raggiunge da un accesso laterale.
Assai pregevole all’interno la decorazione dei capitelli. Su quelli alla sinistra dell’abside sono rappresentate figure di oranti, la cui tipologia è tipica dell’arte alto medioevale delle aree ad influenza longobarda. Di particolare interesse la figura centrale femminile rappresentata con orecchini e corona, certamente di rango regale. A questa si contrappone nei capitelli collocati alla destra dell’abside una figura maschile anch’essa coronata. Due personaggi regali, protettori forse della chiesa. Accanto alla figura femminile si erge un’aquila maestosa simbolo di potenza e nobiltà. Queste figure coronate, caso unico nella zona per l’arte romanica, come altri elementi decorativi potrebbero però derivare da materiale di reimpiego appartenente ad altro edificio religioso più antico. Sulla parete destra della chiesa, entrando, è conservato un interessante affresco raffigurante la Madonna con il Bambino, databile tra la fine del XV sec. e gli inizi del XVI sec., di scuola umbro marchigiana.




Parrocchia dal 1376 al 1520 e successivamente dipendente da S. Lorenzo di Avacelli, S. Ansuino fu officiata sino verso la metà del XIX sec. Restaurata e riaperta al culto negli anni Novanta del XX sec. ha recuperato tutta la sua suggestione di luogo di culto dell’alto medioevo dalle forme austere e semplici di antica sacralità.

fonte: arceviaweb.it

E, come al solito, tutto finisce in gloria, o meglio in calcioni...

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