sabato 2 maggio 2015

Sull'Appennino tosco-emiliano in compagnia di Francesco Guccini

Pavana (metri 520, frazione di Sambuca Pistoiese), 389 abitanti.
Il paese è situato lungo la strada Porrettana, in zona di confine tra gli antichi territori del Granducato di Toscana e dello Stato Pontificio



"Poi esiste Pàvana, che non è vicino nè a Milano nè a Modena. In effetti Pàvana non è né in Emilia né in Toscana, anche se a Pàvana ci sono a volte dei Toscani e dei Bolognesi, metechi apolidi che passano di lì; diciamo meglio: la Toscana forse non esiste di suo, ci sono però i Toscani, razza di gente curiosa che parla diverso (difatti dici:" Quello? L'è 'n Tosca'!") e ci sono i bolgnési, già più simili a noi.(...)


A Pàvana il sole sorge dalla parte di Suviana, nella direzione del Loghétto; verso mezodì è alto sopra al Latosa, in direzione della diga. A mezodì a s' mànghia. Nel pomeriggio passa dietro al Monte di Pàvana, verso le Casette, poi va verso il monte di Granaglione e di là sparisce per destinazioni remote che non ci è dato sapere".
(Francesco Guccini, Croniche Epafaniche, 1989




E Pavana un ricordo 
lasciato tra i castagni dell' Appennino
 (Francesco Guccini, Amerigo

2 maggio 2015, la delegazione jesino/pistoiese in visita a Casa Guccini

"La cultura risiede nei luoghi e la montagna come il fiume, o meglio quella montagna e quel fiume, sono i luoghi dell' infanzia e della vecchiaia, quelli dove ti sei formato e dove hai deciso di chiudere il cerchio della tua vita, ritornando alla fine degli anni ottanta nei posti che ti hanno visto crescere.
Quella montagna è l'Appennino modenese, che fa da sfondo a molte delle tue canzoni, come quando chiedi a tuo padre, diventato nella canzone Van Loon: "A cosa pensi in questo settembrino / nebbieggiare alto che macchia l'Appennino".
Quei monti/mondi dove il gelo scricchiolava sotto pesanti scarponi chiodati, come si usavano una volta, costretti a percorrere sentieri ripidi, magari sotto il peso di una gerla. 
Che sono poi gli stessi monti dove "è sempre estate", dove, adolescente con il tuo amico Piero, trascorrevi pomeriggi oziosi, riempiti di discussioni omeriche e di sano cazzeggio giovanile".
(Marco Aime, Tra i castagni dell'Appennino, conversazioni con Francesco Guccini)
Pavana: il mulino di Chicòn, costruito nel 1881 da Francesco Guccini (bisnonno del cantautore)

La copertina dell'album Radici (1972)
 In primo piano Maria Fornaciari e Francesco Guccini detto Chicòn.

 In piedi Giuseppa, Pietro, Enrico e Teresa Guccini


Io, la montagna nel cuore, 
scoprivo l' odore del dopoguerra...
(Francesco Guccini, Piccola Città)


Guccini si sottopone pazientemente al rito degli autografi


Quando è stata quell'ultima volta
che ti han preso quei sandali nuovi
al mercato coi calzoni corti
e speranza d'estate alla porta

ed un sogno che più non ritrovi
e quei sandali duravan tre mesi
poi distrutti in rincorse e cammino
quando è stata quell'ultima volta
che han calzato il tuo piede bambino
lungo i valichi dell'Appennino
(Francesco Guccini, L'ultima volta)

L'autoritratto di Francesco Guccini appeso alla Caciosteria di Pavana

La copertina dell'ormai introvabile Dizionario del dialetto di Pavana, scritto da Francesco Guccini e pubblicato dalla Pro Loco nel 1998. Ennesima testimonianza del profondo legame del cantatutore con la terra d'origine

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