lunedì 21 novembre 2011

La montagna di De Gasperi


In questo 2011 caratterizzato da molti importanti anniversari di carattere nazionale, non potevamo dimenticare il 130° della nascita di Alcide De Gasperi (Pieve Tesino 1881- Sella Valsugana 1954). 
Sull'importanza dell'azione politica dello statista trentino basti, in questa sede, ricordare il giudizio del biografo Piero Craveri:
"Ancora oggi ciò che di stabile e sicuro l'Italia può contare nel campo della politica, delle istituzioni e dei legami internazionali, le idee stesse che reggono, o dovrebbero reggere, la nostra convivenza civile, il progresso e l'unità della nazione, risalgono innanzitutto alla sua epoca e all'opera che egli svolse".

Nel 1993 presso la Diocesi di Trento è stato avviato il processo di beatificazione dell'uomo politico.
Il nostro Club intende ricordare il rapporto di De Gasperi con le montagne del Trentino.
Lo facciamo attingendo dai ricordi commossi della figlia Maria Romana:de Alide De ato nel parlamento di Vienna nel 1911. Dopo la prima guerra mondiale fu tra i fondatori del Partito popolar

Pochi hanno conosciuto De Gasperi in montagna e molti ne hanno scritto senza aver mai fatto una gita con lui. Non era un grande alpinista, ma un amatore di ogni ascesa difficile, di ogni conquista dura, un poeta della bellezza naturale.
Nelle vallate del Trentino, nei boschi profondi e sulle rocce rosse delle Dolomiti trovava un campo immenso di godimento fisico e morale.
Trascinava noi, ancora bambine, e la mamma in mezzo a boschi di pini e abeti così fitti che spesso si doveva andare carponi. Ne uscivamo con le gambe graffiate, i calzoncini macchiati di resina, le trecce sfatte e con tanta voglia di piangere, ma lui soddisfatto e felice diceva: "Ecco vedete? Ho trovato il vecchio sentiero!".




Sella era il suo regno: Ne conosceva ogni dirupo, ogni piega, ogni corso d'acqua.
Andava solo nel bosco ogni mattina a immettere ossigeno nell'anima, ma nelle gite di molte ore cercava la compagnia dei giovani. Era singolare vedere salire per ripidi sentieri un uomo alto e non più giovane seguito da cinque o sei ragazzi dai dieci ai quindici anni.
Era lui che decideva quando eravamo stanchi, quando avevamo sete o fame.
Per invogliarci  a salire sulle pareti ghiaiose di Manazzo aveva dato un nome ad ogni tappa: piano dei cavalli, piano delle pecorelle, piano degli orsi. I nostri compagni di allora ricorderanno certo quando sull'erta di un pendio, in mezzo a un ghiaione si fermava ad aspettarci con la schiena alla montagna guardando con gli occhi socchiusi dal sole la valle verde e intonava: "Ma non vedi che l'albero pende e le foglie le va, le va, le va; morettina se mi volevi bene non mi avresti abbandonà!".
Noi con la gola chiusa per la fatica e per quella gioia sottile e inspiegabile che prende ad una certa altezza, lo seguivamo alla meglio nel canto e nel passo. I nostri scarponi, dai grossi chiodi, passavano fra le macchie rosse dei rododendri e le cascate violacee delle genziane. Una minuscola sorgente si apriva un varco in uno spaccato di roccia. Eravamo sotto la cima. Papà si inginocchiava, univa le mani a coppa e quando l'acqua ne traboccava ci dava da bere in quel primitivo boccale. L'acqua usciva dal ventre della montagna, era fredda ed esaltante come il vino nuovo.

Alle sette di sera quando il sole dimentica ancora per qualche minuto i suoi raggi sdraiati e appena intiepiditi, vedevo dalla mia finestra la sua figura appoggiata al bastone in armonia di linee con le montagne all'orizzonte.

(De Gasperi, ritratto di uno statista, Milano, 2005)


   Pieve Tesino (Tn), paese natale di Alcide De Gasperi 

Alcide De Gasperi (Trento 1881-195iale fu tra i fonta aperta nel 1993.









   


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