martedì 1 febbraio 2011

Chiamatemi Karol



Correva l’anno 1984, luglio: stagione estiva sui ghiacciai dell’Adamello. In quel periodo Presidente della Repubblica Italiana era Sandro Pertini (morto nel 1990) , che amava spesso ricordare la sorpresa che lo colse nel ricevere un’indimenticabile telefonata: “Vorrebbe venire a sciare con me sull’Adamello questo fine settimana?” Dall’altra parte della cornetta c’era il Papa…

“Era venerdì – ricordava Sandro Pertini a proposito – e lì per lì rimasi attonito; ma accettai l’invito. Fintanto che lui sciava, io fumavo la pipa; e non potei non dirgli: Sua Santità, lei è un maestro; volteggia come una rondine. Fu un evento straordinario, rimasto nella memoria assieme ad altre divertenti situazioni, come, ad esempio, quando il Papa e il Presidente Pertini stavano mangiando insieme gli strozzapreti. Il Papa li apprezzò a tal punto che Sandro Pertini non si trattenne dal ridere; poco dopo entrambi se la ridevano di gusto.

Ma questi giorni lasciano nella nostra memoria qualcos’altro, di più profondo e spirituale legato al Papa Wojtyla: il custode del rifugio (a 3040 metri) Lino Zani, esperto alpinista e accompagnatore del Papa in occasione di questa vacanza ricorda alcuni fatti emblematici: “Naturalmente – dice – eravamo soliti rivolgerci a lui dandogli del Lei e usando espressioni quali ‘Sua Santità’… Egli cercò più volte di convincerci a chiamarlo semplicemente Karol. Era una delle personalità più importanti al mondo, eppure la sua semplicità ci spiazzò. Quando poi Pertini lasciò le montagne, io e la mia famiglia restammo soli col Papa: mangiavamo insieme in cucina e parlavamo come fossimo vecchi compagni di cordata. Una volta poi, mentre sciavamo, lui si fermò all’improvviso e disse di voler stare solo: si recò su un punto alto con un bel panorama e rimase piantato sui piedi per circa un’ora, assorto in preghiera e meditazione”.

brano tratto dal quotidiano polacco Rzeczpospolita del 7 aprile 2005, ripreso dal sito http://www.discoveryalps.it/

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