giovedì 1 dicembre 2016

Il paese dei chirurghi



PRECI. Quell'aura di magia che ammanta da secoli tutta la Val Castoriana, fin da quando la Sibilla in fuga trovò rifugio in un antro di queste montagne, ha sempre avuto nel borgo arroccato di Preci il suo simbolo. Perché i preciani, nel quindicesimo secolo, all'improvviso divennero tutti chirurghi. Prima di allora erano solo degli abili tagliatori delle carni dei maiali, poi furono istruiti dai monaci benedettini della vicina abbazia di Sant'Eutizio all'arte della chirurgia. Nella valle cominciarono a girare storie di strani esperimenti sui cadaveri fatti nelle segrete del castello, ma la regina Elisabetta I d'Inghilterra pretese lo stesso di essere operata alla cataratta da uno di questi medici "empirici", tale Cesare Scacchi, famoso per utilizzare una sorta di forcipe inventato dai preciani.

Mille anni di storia adesso sono risucchiati in una zona rossa che non si può vedere e dove non si può entrare. Crollata l'abbazia di Sant'Eutizio, inagibile il municipio dove sono conservati i ferri della Scuola chirurgica di Preci, danneggiati i prosciuttifici, irraggiungibile il quartiere storico Scacchi, pericolante la Chiesa di Santa Caterina. Preci, paese chiuso per terremoto. Cristallizzato. Dei 750 preciani, ne sono rimasti nel centro di emergenza della Protezione Civile appena 250. Resistono, non vogliono sfollare. Preci va salvato, come gli altri borghi dei Monti Sibillini. Preci, prima, era così.

La provinciale 476 è un sali e scendi fino alle porte del paese, Preci Bassa. Sulla destra, le vasche per le trote del centro ittico Tranquilli costruito nel 1963. Qui le trote della specie iridea e fario si riproducono benissimo, dicono perché la temperatura dell'acqua di questa zona è ideale. L'azienda Tranquilli fa 1.500 tonnellate di trote l'anno, più avanti a Campi hanno pure un'avannotteria. Dall'altro lato della provinciale il ristorante "il Castoro", e nel nome si annida uno dei tanti misteri di questa terra, perché non è chiaro se la Valle Castoriana, che incrocia la Valnerina di Norcia, si chiami così per la presenza dei castori o perché in antichità c'era un tempio dedicato a Castore. Nel dubbio, si arriva all'incrocio con la via comunale che sale fino a Preci Alta, il centro storico che altro non era che la cittadella del castello: tra gli alberi, la chiesa della Madonna della Peschiera, tredicesimo secolo. Due tornanti, tre tornanti. In uno spiazzo ben curato con l'erba tagliata, il Borgo Garibaldi con l'antico mulino.



L'albergo "Agli Scacchi" di Anna e Alberto Quaglietti è la prima cosa che si incontra, una volta giunti sul cucuzzolo di Preci Alta. Scacchi, non un nome qualunque da queste parti. Durante Scacchi era il capostipite dei medici empirici preciani esperti nelle operazioni alla cataratta e nell'estrazione dei calcoli dalla vescica, fratello di quel Cesare che operò la regina. Arcangelo Mensurati, che doveva essere una sorta di dottor House del sedicesimo secolo perché lo descrivono chirurgo geniale ma dal brutto carattere, fu chiamato alla corte dell'Arciduca d'Austria. "Ubique mensura", si legge ancora oggi sulle travi in legno di alcune abitazioni vecchie. Ci vuole misura, in ogni cosa.

I viottoli del borgo sono lastricati con le pietre. Ecco lì la Chiesa di Santa Caterina, decimo secolo, lungo via Mazzini. Ecco nella piazzetta il Campanile, l'edificio più alto di Preci. È la torre della chiesa della Madonna della Pietà, dentro è esposta una statua di terracotta della Madonna del 1500. A Preci si festeggia in questa chiesa la prima settimana di giugno, e il paese si riempie. Qui si celebrarono anche i funerali di Enzo Baldoni, il giornalista freelance ucciso in Iraq nel 2004. I suoi parenti oggi hanno l'agriturismo "Il Collaccio", lungo la provinciale. Dal loro sito si scopre che hanno l'Accademia del Porcello, una Locanda del Porcellino e un Ristorante al Porcello Felice: grosso modo si intuisce quale sia il piatto forte della casa. Del resto a Preci e nelle sue frazioni stagionano l'80 per cento della produzione di prosciutto Igp di Norcia: ci sono quattro prosciuttifici nel paese, l'ultimo, il Salpi, l'hanno inaugurato un anno fa. Producono in tutto 300.000 pezzi l'anno. 
Questa è Preci. O meglio, questa era Preci prima del 30 ottobre.

Fonte: Fabio Tonacci per La Repubblica

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