domenica 27 maggio 2012

Alla ricerca del ghiaccio


I ghiacciai che si sciolgono davanti ai nostri occhi in pochi secondi sono uno spettacolo emozionante e inquietante, che chiarisce il problema del riscaldamento globale meglio di cento articoli: "Li ha filmati James Balog, fotografo del National Geographic, sistemando 25 fotocamere di fronte ai ghiacciai di Alaska, Groenlandia e Islanda in modo che scattassero una fotografia al giorno, e ricomponendo in sequenza i fotogrammi" spiega Gaetano Capizzi, direttore di CinemAmbiente, festival giunto alla quindicesima edizione, in programma a Torino dal 31 maggio al 5 giugno. Il documentario di Balog, Alla ricerca del ghiaccio è il film con cui si aprirà la rassegna, che propone oltre cento opere. 

James Balog
Oltre ai film internazionali (tra cui The Big Fix, prodotto da Tim Robbins e Peter Fonda, sul disastro del Golfo del Messico) e italiani (per esempio, Scorie in libertà di Gianfranco Pannone, sulla nostra prima centrale nucleare, a Borgo Sabotino-Latina, entrata in funzione nel 1963 e chiusa nel 1987) ci sono anche i mediometraggi (30-50 minuti). "La produzione di questo tipo, destinata alla tv, è sempre più vasta: segno di un boom dell'interesse per l'ecologia: quindici anni fa il cinema ambientale era per lo più realizzato dalle associazioni, come Greenpeace che filmava l'assalto alla baleniera" dice Capizzi. "Poi la sensibilità si è estesa, sull'onda di successi come Una scomoda verità con Al Gore, al punto che parecchi film mainstream, tipo Avatar, hanno forti connotazioni ambientaliste". E anche la qualità è cambiata: basti vedere la spettacolarità delle riprese del francese Yann Arthus-Bertrand, che porterà a Torino La sete del mondo. 

"È un film che mette le ali allo spettatore dandogli, grazie a palloni aerostatici usati per le riprese, la visione del mondo che avrebbe un uccello. Mostra il ciclo dell'acqua evidenziando il contrasto tra gli sprechi dei Paesi ricchi e l'arida desolazione delle zone sottosviluppate" spiega Capizzi. "Ma non c'è bisogno di volare per apparire alieni. Basta trovarsi nel Maryland e proporre che i bambini delle scuole pubbliche mangino verdura per almeno un giorno alla settimana, invece di carne e pizza. È la storia di Cafeteria Man dell'americano Richard Chisolm, che parla di Tony Geraci, direttore della nutrizione per le scuole pubbliche di Baltimora: voleva combattere con frutta e verdura l'obesità infantile ed è stato accusato di antipatriottismo e boicottato dai media sponsorizzati dall'industria della carne". In Pannolinopoli della francese Jacqueline Farmer si spiega invece come ogni nazione consumi ogni anno diversi miliardi di pannolini, la cui decomposizione in discarica richiede da 200 a 500 anni, e le aziende premano e investano perché anche 1,3 miliardi di cinesi si "convertano" all'usa e getta. Che poi è la scellerata filosofia con cui abbiamo sempre gestito il Pianeta.

fonte: Giuliano Aluffi, Il Venerdì di Repubblica, 25 maggio 2012

Nessun commento:

Posta un commento