lunedì 11 giugno 2012

Il rapido sviluppo



La lettera apostolica “Il rapido sviluppo“, firmata da Papa Giovanni Paolo II e indirizzata a tutti i responsabili della comunicazione getta una nuova luce sui rapporti tra la Chiesa e Internet, tra il mondo della cristianità ed il web.

Il testo riprende innanzitutto le parole che nel suo “Inter mirifica” del 1963 già Paolo VI aveva lanciato ai fedeli: «Tra le meravigliose invenzioni tecniche che, soprattutto ai nostri giorni, l’ingegno umano, con l’aiuto di Dio, ha tratto dal creato, la Madre Chiesa accoglie e segue con speciale cura quelle che più direttamente riguardano lo spirito dell’uomo e che hanno aperto nuove vie per comunicare, con massima facilità, notizie, idee e insegnamenti d’ogni genere».

Dopo oltre quarant’anni Giovanni Paolo II torna sull’argomento confermando la linea della Chiesa, aggiornando i contenuti sulla base della vorticosa evoluzione tecnica avutasi negli anni e sgombrando di ogni dubbio l’interpretazione che la religione propone per i nuovi media.

Egli benedice il web e tutto il mondo dell’informazione per le grandi opportunità che offre all’uomo, ma nel contempo richiede la massima attenzione al fine di un uso della comunicazione all’insegna di un percorso etico e di una finalità morale.

Ecco alcuni dei passaggi fondamentali de “Il rapido sviluppo”:

«Nei mezzi della comunicazione la Chiesa trova un sostegno prezioso per diffondere il Vangelo e i valori religiosi [...] Essa li impiega volentieri per fornire informazioni su se stessa e dilatare i confini dell’evangelizzazione, della catechesi e della formazione e ne considera l’utilizzo come una risposta al comando del Signore: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”»

«Con prudenza e saggezza pastorale vanno incoraggiati nella comunità ecclesiale coloro che hanno particolari doti per operare nel mondo dei media, perché diventino professionisti capaci di dialogare con il vasto mondo mass-mediale;
«Il fenomeno attuale delle comunicazioni sociali spinge la Chiesa ad una sorta di revisione pastorale e culturale così da essere in grado di affrontare in modo adeguato il passaggio epocale che stiamo vivendo. Di questa esigenza devono farsi interpreti anzitutto i Pastori: è infatti importante adoperarsi perché l’annuncio del Vangelo avvenga in modo incisivo, che ne stimoli l’ascolto e ne favorisca l’accoglimento».
«Le nuove tecnologie, in particolare, creano ulteriori opportunità per una comunicazione intesa come servizio al governo pastorale e all’organizzazione dei molteplici compiti della comunità cristiana. Si pensi, ad esempio, a come internet [...] abitui le persone ad una comunicazione interattiva»



«Mentre i contenuti vanno naturalmente adattati alle necessità dei differenti gruppi, il loro scopo dovrebbe sempre essere quello di rendere le persone consapevoli della dimensione etica e morale dell’informazione. Allo stesso modo, è importante garantire formazione ed attenzione pastorale ai professionisti della comunicazione».
«I mezzi di comunicazione sociale hanno raggiunto una tale importanza da essere per molti il principale strumento di guida e di ispirazione per i comportamenti individuali, familiari, sociali. Si tratta di un problema complesso, poiché tale cultura, prima ancora che dai contenuti, nasce dal fatto stesso che esistono nuovi modi di comunicare con tecniche e linguaggi inediti».
«Il positivo sviluppo dei media a servizio del bene comune è una responsabilità di tutti e di ciascuno. Per i forti legami che i media hanno con l’economia, la politica e la cultura, è necessario un sistema di gestione che sia in grado di salvaguardare la centralità e la dignità della persona, il primato della famiglia, cellula fondamentale della società, ed il corretto rapporto tra i diversi soggetti»
«Agli operatori della comunicazione, e specialmente ai credenti che operano in questo importante ambito della società, applico l’invito che fin dall’inizio del mio ministero di Pastore della Chiesa universale ho voluto lanciare al mondo intero: “Non abbiate paura!”. Non abbiate paura delle nuove tecnologie! Esse sono “tra le cose meravigliose” – “inter mirifica” – che Dio ci ha messo a disposizione per scoprire, usare, far conoscere la verità, anche la verità sulla nostra dignità [...]».


fonte: webnews.it


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