Vivono sotto l'assedio dei cannoni gli ultimi
depositari della cultura walser sui pendii sopra Alagna Valsesia. Ma si
tratta di cannoni sparaneve, termine intraducibile nella lingua titsch
ancora parlata da qualche vecchietto, oggetto sconosciuto ai tedeschi
che valicarono le Alpi ottocento anni fa e si insediarono nelle valli
del Monte Rosa tra il Piemonte e la Valle d'Aosta.
Ora però gli eredi di quella cultura alpina, che abitano nelle baite di legno secentesche di frazione Piane, devono fare i conti con una pista da sci che lambisce le case, con i cannoni che sparano la neve sui loro ballatoi, con i gatti delle nevi che anche di notte battono rumorosamente il tracciato e con gli sportivi che di tanto in tanto cadono e perdono sci e snowboard, lanciati come proiettili nei loro giardini.
Una situazione che si è trasformata in una battaglia legale che va avanti da anni, capitanata da Alessandro Sbragia, un milanese esperto di marketing in pensione, che ha deciso di fare del borgo valsesiano (meno di 10 case e 15 abitanti) il suo buen retiro e che si è messo a capo del comitato "Noi walser, per un turismo sostenibile e responsabile", che contro la pista ha raccolto 2650 firme. Ieri, ennesima protesta, ha deciso di occupare con un manipolo di altri residenti la pista di sci, che fa parte del comprensorio Monterosa Ski. Hanno messo reti e cartelli e hanno costretto la società Monterosa 2000, che gestisce gli impianti, a chiudere il tracciato al pubblico.
Sono arrivate le forze dell'ordine e solo dopo una lunga trattativa i manifestanti hanno deciso di ritirarsi.
Ora però gli eredi di quella cultura alpina, che abitano nelle baite di legno secentesche di frazione Piane, devono fare i conti con una pista da sci che lambisce le case, con i cannoni che sparano la neve sui loro ballatoi, con i gatti delle nevi che anche di notte battono rumorosamente il tracciato e con gli sportivi che di tanto in tanto cadono e perdono sci e snowboard, lanciati come proiettili nei loro giardini.
Una situazione che si è trasformata in una battaglia legale che va avanti da anni, capitanata da Alessandro Sbragia, un milanese esperto di marketing in pensione, che ha deciso di fare del borgo valsesiano (meno di 10 case e 15 abitanti) il suo buen retiro e che si è messo a capo del comitato "Noi walser, per un turismo sostenibile e responsabile", che contro la pista ha raccolto 2650 firme. Ieri, ennesima protesta, ha deciso di occupare con un manipolo di altri residenti la pista di sci, che fa parte del comprensorio Monterosa Ski. Hanno messo reti e cartelli e hanno costretto la società Monterosa 2000, che gestisce gli impianti, a chiudere il tracciato al pubblico.
Sono arrivate le forze dell'ordine e solo dopo una lunga trattativa i manifestanti hanno deciso di ritirarsi.
"È
stata la protesta solitaria di un uomo che ha dei contenziosi aperti
con il Comune e con la società degli impianti - ha minimizzato il
sindaco di Alagna, Sandro Bergamo - Nessuno può accusarci di non essere
attenti all'ambiente e alle culture locali, visto che siamo "bandiera
arancione" del Touring e "borgo sostenibile" della regione Piemonte. Io
sono inoltre dipendente del parco, non possono dirmi di essere
disattento sulle questioni paesaggistiche e ambientali".
Il gesto di ieri ha scatenato anche le ire di Andrea Colla, direttore amministrativo di Monterosa 2000: "La protesta del signor Sbragia - ha commentato - ha causato un'interruzione di pubblico servizio e un grave disagio al turismo alagnese e della Valsesia in generale, in particolar modo nel periodo delle festività natalizie. La protesta, condotta tra l'altro in maniera arbitraria, è assolutamente ingiustificata: la pista è stata realizzata in quel luogo nel 1965. Per la realizzazione dei lavori, la società ha preso regolari accordi bonari da parte di tutti i proprietari interessati, compresi i legittimi proprietari dell'abitazione attualmente locata dal signor Sbragia e di quelli del terreno adiacente. Finora non ci sono sentenze che avvalorino la tesi sostenuta da Sbragia: Monterosa 2000 è pertanto legittimata a pieno titolo a far funzionare la pista".
In realtà, mentre una causa civile è ancora aperta, ci sono due sentenze, del Tar e del Consiglio di Stato, che avvalorano la tesi di Alessandro Sbragia e che annullano il piano di zonizzazione acustica approvato dal consiglio comunale di Alagna Valsesia, che non rispetta la particolarità del borgo antico non prevedendo adeguati limiti per il rumore. "Ma, nonostante la giustizia amministrativa mi abbia dato ragione, non è cambiato nulla", protesta Sbragia, che un anno fa ha trovato la sua auto incendiata, episodio doloso su cui è aperta un'inchiesta.
"È vero che da oltre quarant'anni gli sciatori passano in questo punto - spiega - Ma fino a qualche anno fa la situazione era diversa: si trattava di una pista meno battuta, adesso invece ci sono gatti delle nevi che fanno tremare la casa quando passano, anche alle due o alle tre di notte, e dal 2005 hanno messo anche i cannoni sparaneve: quando li attaccano casa mia diventa bianca. Senza contare il pericolo per gli abitanti e gli sciatori, che se escono fuori pista rischiano di scontrarsi con le case".
Secondo il comitato "Noi walser", inoltre, il tracciato della pista in questione, la Pianalunga-Alagna, potrebbe essere spostato con una curva, senza troppe complicazioni, di circa 150-200 metri. Il tanto da alleviare la pressione sulle case della frazione Piane, attutendo il rumore e il disagio degli spazzaneve e dei cannoni per l'innevamento. "I nostri consulenti - chiosa Sbragia - hanno stimato che questa modifica comporterebbe una spesa di circa 200 mila euro. Non mi sembra uno sproposito, calcolando quanto si sta spendendo in avvocati per questa battaglia".
Il gesto di ieri ha scatenato anche le ire di Andrea Colla, direttore amministrativo di Monterosa 2000: "La protesta del signor Sbragia - ha commentato - ha causato un'interruzione di pubblico servizio e un grave disagio al turismo alagnese e della Valsesia in generale, in particolar modo nel periodo delle festività natalizie. La protesta, condotta tra l'altro in maniera arbitraria, è assolutamente ingiustificata: la pista è stata realizzata in quel luogo nel 1965. Per la realizzazione dei lavori, la società ha preso regolari accordi bonari da parte di tutti i proprietari interessati, compresi i legittimi proprietari dell'abitazione attualmente locata dal signor Sbragia e di quelli del terreno adiacente. Finora non ci sono sentenze che avvalorino la tesi sostenuta da Sbragia: Monterosa 2000 è pertanto legittimata a pieno titolo a far funzionare la pista".
In realtà, mentre una causa civile è ancora aperta, ci sono due sentenze, del Tar e del Consiglio di Stato, che avvalorano la tesi di Alessandro Sbragia e che annullano il piano di zonizzazione acustica approvato dal consiglio comunale di Alagna Valsesia, che non rispetta la particolarità del borgo antico non prevedendo adeguati limiti per il rumore. "Ma, nonostante la giustizia amministrativa mi abbia dato ragione, non è cambiato nulla", protesta Sbragia, che un anno fa ha trovato la sua auto incendiata, episodio doloso su cui è aperta un'inchiesta.
"È vero che da oltre quarant'anni gli sciatori passano in questo punto - spiega - Ma fino a qualche anno fa la situazione era diversa: si trattava di una pista meno battuta, adesso invece ci sono gatti delle nevi che fanno tremare la casa quando passano, anche alle due o alle tre di notte, e dal 2005 hanno messo anche i cannoni sparaneve: quando li attaccano casa mia diventa bianca. Senza contare il pericolo per gli abitanti e gli sciatori, che se escono fuori pista rischiano di scontrarsi con le case".
Secondo il comitato "Noi walser", inoltre, il tracciato della pista in questione, la Pianalunga-Alagna, potrebbe essere spostato con una curva, senza troppe complicazioni, di circa 150-200 metri. Il tanto da alleviare la pressione sulle case della frazione Piane, attutendo il rumore e il disagio degli spazzaneve e dei cannoni per l'innevamento. "I nostri consulenti - chiosa Sbragia - hanno stimato che questa modifica comporterebbe una spesa di circa 200 mila euro. Non mi sembra uno sproposito, calcolando quanto si sta spendendo in avvocati per questa battaglia".
Fonte: Federica Cravero, 4 gennaio 2012, La Repubblica
Nessun commento:
Posta un commento