La frana dell'Antelao |
Le montagne più belle
del mondo, le Dolomiti, mostrano un'altra volta tutta la loro fragilità:
in Cadore si è verificato un nuovo crollo, il terzo in pochi mesi dopo
gli enormi smottamenti sul gruppo del Sorapis e sul Civetta.
Una frana di discrete proporzioni si è staccata dal fianco
dell'Antelao, una piramide di rocce che guarda la Valle del Boite, tra i
comuni di Borca e San Vito di Cadore (Belluno). Probabilmente la
conseguenza di un antico smottamento, avvenuto in alta quota, lontano
dai centri abitati, e che non ha avuto nessuna conseguenza sul piano
materiale. Ma è un segnale inquietante.
Il termometro di una situazione
che vede queste montagne amate dagli alpinisti di ogni paese - vincolate
dall'Unesco - fragili come un foglio di carta. Tonnellate di roccia di
Dolomia rimaste al loro posto per centinaia di migliaia d'anni che ad un
certo punto, in estate come in inverno, cedono di schianto, finendo al
suolo. Il fenomeno di oggi sull'Antelao, la seconda cima in Veneto dopo
la Marmolada (3.264 metri), ha genesi forse diversa dagli ultimi
giganteschi crolli osservati sul Sorapis e sul Civetta. Si è trattato
dello «scaricamento» di una vecchia frana, come le molte presenti sui
fianchi di questo gigante, che si è suddivisa in tre canali, lasciando
una lingua giallastra sul bianco della neve. Il fatto eccezionale è che
alla frana hanno assistito praticamente in diretta alcuni uomini del
Corpo Forestale di Cortina, che a bordo di una jeep stavano transitando
sulla statale Alemagna, ed hanno udito il frastuono provocato dal
crollo.
Un fenomeno naturale, sul quale
stavolta potrebbero non avere influito neppure le oscillazioni della
temperatura (sbalzi tra freddo notturno e il caldo diurno) chiamati in
causa nei precedenti episodi. Da alcuni giorni le Alpi orientali, e con
esse le Dolomiti, sono alle prese con la neve e il primo freddo di
stagione, e a quelle quote il termometro è stabilmente sotto lo zero.
Certo frane e crolli sembravano essere più frequenti, o forse in passato
venivano accettati con minor clamore. Perchè è un fatto che Dolomiti e
Alpi da sempre continuano a modificarsi a causa di questi eventi
geologici. Le frane sulle cime che circondano la vallata del Boite e
l'area di Cortina sono state innumerevoli in questi anni. Nel giugno del
2004, un'estate con ancora presenza di neve in quota, fece scalpore il
crollo di un intero blocco delle Cinque Torri, la guglia Trephor, una
delle più piccole tra le 11 «dita» che in realtà formano il gruppo, che
venne giù di schianto, senza un motivo. L'anno dopo sempre a Cortina
crollò un costone dal Pomagagnon, una delle montagne che circondano la
conca d'Ampezzo, e sempre sul Sorapis, nel Ciadin del Laudo, dove si è
verificata la frana dell'ottobre scorso, quattro anni fa c'era stato un
altro identico distacco. Di tutti questi avvenimenti, il più tragico
resta naturalmente l'enorme frana staccatasi dal monte Pelmo il 31
agosto 2011, sopra San Vito di Cadore, nel quale persero la vita due
uomini del Soccorso Alpino, Alberto Bonafede e Aldo Giustina, che con
altri compagni erano impegnati in un pericoloso intervento di soccorso a
due alpini tedeschi.
fonte:Corriere del Veneto
fonte:Corriere del Veneto
La frana del Civetta |
Nessun commento:
Posta un commento