sabato 21 maggio 2016

Tra Padova e Venezia: le meraviglie lungo la riviera del Brenta

Le delegazioni gemellate di Pistoia e Jesi hanno celebrato l'annuale appuntamento primaverile visitando le straordinarie Ville venete situate lungo il naviglio del Brenta.

Imponenti opere idrauliche, realizzate dalla Repubblica di Venezia con la consulenza ingegneristica di Leonardo Da Vinci, resero possibile la costruzione di un canale navigabile della lunghezza di circa 27 chilometri tra i territori di Stra e Fusina.
Lungo le rive del naviglio sorsero, tra il XVI e il XVII secolo, decine di residenze estive raggiungibili dalla nobiltà veneziana, tramite il burchiello.

Villa Pisani (Stra), costruita a partire dal 1721
I Pisani di Santo Stefano, cui si deve la costruzione della villa, costituivano un importante ramo del casato Pisani, antica famiglia patrizia veneziana. Arricchitisi enormemente nel corso del Trecento grazie ai traffici commerciali e alle rendite immobiliari, nel Quattrocento divennero proprietari di un ampio feudo nella bassa padovana. Il Settecento rappresenta il secolo d'oro della famiglia, che arrivò a ricoprire le più alte cariche della Repubblica di Venezia. Alvise Pisani (1664 - 1741) fu ambasciatore alla corte del Re Sole e venne poi eletto Doge nel 1735.


L'ingresso principale della Villa, costituita da 114 stanze 
La Villa fu meta di visita di celebri personaggi quali Wagner, D'Annunzio (che vi ambientò una scena  del suo romanzo Il Fuoco), Mussolini e Hitler (il cui primo incontro ufficiale avvenne qui, nel 1934), Pasolini (che girò nelle sale della villa e nel parco l'episodio di un suo film).

La "Gloria della famiglia Pisani", capolavoro di Giambattista Tiepolo affrescato sul soffitto della Sala da Ballo

La sobria sala da pranzo di Villa Pisani


Il letto a baldacchino di Napoleone


Il crollo della Repubblica di Venezia (1797) e il vizio del gioco spinsero i Pisani a indebitarsi rovinosamente. Fu per questo che la famiglia si trovò costretta a vendere la villa a Napoleone Bonaparte che era diventato Re d'Italia nel 1805. Il passaggio di proprietà avvenne l'11 gennaio 1807 con il pagamento di 1.901.000 di lire venete.
La villa venne, a sua volta, donata dall'Imperatore Bonaparte al figliastro Eugenio di Beauharnais, Vicerè d'Italia. Eugenio, raffinato mecenate, commissionò una serie di lavori di ammodernamento che cambiarono l'aspetto di molte sale della residenza e del parco.



 "Passo non si faceva senza trovar nuovo spettacolo e nuova meraviglia", diceva del parco di Villa Pisani un entusiasta visitatore ottocentesco. 


Villa Widmann (Mira)


Interni della Villa


La barchessa Valmarana (Mira)

La barchessa era quella parte della villa che rimaneva al servizio dell’agricoltura, come granaio, e sotto le cui arcate venivano riposte le barche, affinche’ non disturbassero il normale utilizzo del Naviglio del Brenta (era infatti vietato lasciare le barche attraccate lungo il Canale). 
Il XVII secolo, l’ultimo della Repubblica Marinara di Venezia, e’ caratterizzato da una vita dedita al divertimento ed all’ostentazione:simbolo di tutto cio' diventano le feste che, organizzate all’interno delle ville lungo la Riviera del Brenta, duravano anche piu’ di un giorno.  

Alla fine dell'Ottocento la famiglia Valmarana, per non pagare le tasse sui beni di lusso, abbatte’ il corpo centrale della villa lasciando cosi’ il complesso privo della costruzione principale.  Demolita l’abitazione rimasero, ai fini di utilita’ pratica, le due barchesse laterali che, a differenza del corpo padronale, non erano considerate edifici di lusso.




Villa Foscari, detta "La Malcontenta" (Mira), progettata da Andrea Palladio nel 1559




Una leggenda vuole che la villa debba il soprannome di Malcontenta a una dama di casa Foscari, relegata tra le sue mura in solitudine a scontare la pena per la sua condotta licenziosa. Il mistero aleggia sulla storia della dama: si dice che ella visse in questo luogo i suoi ultimi trent'anni, mentre non fu mai vista uscire o affacciarsi dalle finestre.



I malcontenti in posa


Il passaggio della Brenta nel territorio di Dolo


L'antico mulino di Dolo, azionato dalle acque del canale



Padova: la basilica di S. Antonio

Nel Medioevo era fondamentale il controllo dei percorsi fluviali. Per questo motivo la Brenta (in zona è diffuso anche il toponimo femminile) fu il principale oggetto delle battaglie tra le città di Padova e di Venezia.
Padova, dal canto suo, per contenere le esondazioni nell'area urbana aveva innalzato delle poderose arginature del fiume presso l'antico Vicus Aggeris (Vigodarzere) tanto grandi da sorprendere Dante Alighieri in viaggio come ambasciatore dei Da Polenta, signori di Ravenna.

E quali Padoan lungo la Brenta
per difender lor ville e lor castelli
anzi che Carentana il caldo senta

a tale imagine eran fatti quelli
tutto ché né sì alti né sì grossi
qual che si fosse, lo maestro felli

(Inferno, Canto XV)





Ed infine, l'ultima meraviglia!
Il favoloso caffè Pedrocchi: espresso, latte, una spolverata di cioccolato e sciroppo di menta.

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