St.
Moritz era in origine un piccolo borgo ladino e ancora oggi il
romancio è la lingua che s’impara per prima nelle scuole
elementari engadinesi. Ora è una cittadina di circa
duemilacinquecento abitanti, nell’ultimo decennio piuttosto
diminuiti che aumentati. Una splendida cittadina che può contenere
venti, trentamila persone e che offre ogni svago, ogni sport, nella
doppia stagione estiva e invernale.
Il
guaio è che dietro il mondo che frequentava St. Moritz c’era
appunto una concezione della vita, una Weltanschauung (riflesso
senza dubbio d’una situazione economica), che oggi sta scomparendo;
e ormai questo impareggiabile borgo engadinese, se non manca di
clienti occasionali, viene a mancare dei suoi clienti più tipici e
più naturali: coloro per i quali l’Engadina era soprattutto un
fatto spirituale. Erano clienti ricchi, naturalmente; ma ricchi non
soltanto di quattrini. Gli uomini, tanto per intenderci, e le donne
che incontriamo nel diario di Maria Baskirtseff e nei romanzi di
Henry James e del suo seguace Maurice Baring. Mondo prebellico che ha
fatto un ultimo tentativo di ricomparsa negli anni che vanno dal ‘27
al ‘30 e che poi si è dissolto dopo i cracks di Wall Street e dopo
l’avvento dei vari totalitarismi (...) Chi faccia in una di
queste mattine il giro del lago di St. Moritz incontra un po’
dovunque camerieri e maître d’hôtel in marsina che
passeggiano malinconicamente evocando i tempi eroici dei grandi
clienti (Morgan junior, i Rothschild) e dei grandi cuochi (Escoffier,
Mazzetti); tempi in cui il semplice «coperto» in uno dei grandi
alberghi (i big live di qui) costava varie decine di franchi e si
sturavano in quantità bottiglie di sciampagna a settanta franchi
l’una. Tempi tramontati forse per sempre.
Qualcuno
è ancora chiuso, altri aprono i battenti con due o tre clienti
appena. Non manca e non mancherà in piena estate la gente di
passaggio, ma a quanto si può prevedere solo una distensione
nelle condizioni della vita internazionale, solo un ritorno
abbastanza lungo e durevole al mito e alla realtà della prosperity
potrebbero permettere la formazione di una società in cui «l’aria
dell’Engadina» entri come una componente necessaria.
Eugenio
Montale
fonte: Corriere della Sera, 31 luglio 2016
fonte: Corriere della Sera, 31 luglio 2016
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