mercoledì 2 novembre 2016

Casa della tristezza



Quanti hanno frequentato, negli ultimi decenni,la stazione sciistica di Frontignano, non potranno che provare dolore e sconcerto per lo stato della Domus Laetitiae, una tra le più antiche strutture alberghiere dei Sibillini, di cui questo blog si occupò nel 2012 (http://sciclubwojtyla.blogspot.it/2012/03/cera-una-volta-frontignano-di-ussita-mc.html). 

Dalla rivista Emmaus della Diocesi di Macerata, pubblichiamo l'articolo che segue:


Ci sono foto che non si commentano o che purtroppo si commentano da sole. Lacerano il cuore come il terremoto che ha violentato le terre marchigiane. Chi ha passato anche solo una notte sui Monti Sibillini non ha potuto fare a meno di far sua la “casa” che lo ha ospitato. Un luogo dell’anima sul quale si posa solo il peso enorme di lacrime e macerie.
Aveva resistito al sisma del 24 agosto la Domus Laetitiae di Frontignano di Ussita. Persino le scosse del 26 ottobre avevano causato danni ingenti ma non avevano piegato lo spirito di chi alla montagna deve tutto e che tutto a “lei” ha reso in pochi istanti. Il terremoto di domenica ha invece terminato la sua opera con foga distruttiva. Ci si era illusi di poter andare avanti, ma quelle stesse foto che non avremmo mai voluto veder scattate, oggi, ci mostrano un’altra verità.
Solo alcune settimane fa alla Domus Laetitiae si pensava al Capodanno. Difficile immaginare di festeggiare un’incognita. Rimane sul web il ricordo di tanti: poche righe e le stesse immagini, un amaro e contagioso condividere di emozioni e di episodi da raccontare che, sui social network, rimbalza di ora in ora. Chi è stato ospite per un campo-scuola, chi per sciare o per un’escursione, oppure per un ritiro religioso, sportivo, o anche più semplicemente per passare una giornata serena ha rivolto il suo “virtuale” omaggio alla Domus.
Da festeggiare, tuttavia, c’è ancora la vita. Non una banalità se diventa linfa per la ricostruzione e per far sì che quell’incognita, con la preghiera e il lavoro, ritorni certezza. 

Nessuno ha mai regalato niente a queste terre, ed è forse questa la vera forza che si radica lassù tra le montagne che tanto amiamo.

fonte: Andrea Mozzoni, Emmaus on line, 31 ottobre 2016





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