venerdì 18 novembre 2016

Visso: dieci chiese e mille abitanti



Ci sono dieci chiese, e mille abitanti. Ci sono, poi, quindici associazioni per mille abitanti. La Visso pre-sisma era un luogo, allungato sul fiume Nera e la provinciale 209, di edifici religiosi tardo-medievali e cittadini riuniti a fare qualcosa. Nell'associazione musicale Poliphonica Festival, per esempio: i concerti estivi nella Chiesa di San Francesco. Nella corale della Collegiata, il complesso architettonico-religioso riferimento del paese-città, un gotico del XIII secolo. Nei divertissement della rievocazione storica, il Torneo delle Guaite. Nell'associazione sportiva che cura il rafting e in quella che organizza le avventure, adventures le chiamano anche qui, sui Monti Sibillini.


Era un luogo sinceramente felice, Visso. Conviveva con la minaccia di un sisma sotto le architetture medievali e le abitazioni vecchie e nuove, ma lo faceva suonando, pagaiando, cucinando. Dal 1993 Visso, che nel tempo ha perso la "coda" Castelsantangelo sul Nera e la "testa" Ussita, diventati Comuni indipendenti, ospita la sede del Parco nazionale dei Monti Sibillini, alloggiata a inizio paese in una casetta di legno. Visso fa parte, poi, del club dei Borghi più belli d'Italia ed è bandiera arancione - marchio di qualità turistico-ambientale - per il Touring club italiano.

La Poliphonica Festival, dopo sedici anni, era diventata un riferimento nazionale e il settembre musicale comprendeva corsi estivi tenuti da qualificati docenti provenienti da conservatori, accademie e istituti musicali di tutta Italia, sotto la direzione artistica del pianista Giovanni Sorana. Il Santuario di Macereto, otto chilometri da qui, poggiato su un altipiano, è stato a lungo meta di pellegrinaggi di culto. Il Palazzo Leopardi, residenza estiva di parenti e familiari del poeta, era un approdo per turisti raffinati. Prima dell'area industriale, arrampicandosi per millecinquecento metri, si scopre anche un soave convento dei frati cappuccini.



Nella storia antica, moderna e contemporanea di Visso si ricordano - secondo alcune fonti - Marco Vipsanio Agrippa, edificatore del Pantheon a Roma (il villaggio Visso sarebbe nato 900 anni prima di Roma). Quindi, il padre, Pietro, del cardinale Giulio Mazzarino, il suggeritore di Luigi XIV in Francia. Si ricordano anche il partigiano Pietro Capuzi, cui è stata intitolata la scuola elementare sul corso principale, via Cesare Battisti, e l'ex presidente della Roma calcio Franco Sensi, che è stato sindaco per un decennio, e al quale è dedicata una strada. La villetta dei Sensi è nella frazione-dépendance Villa Sant'Antonio e, bianca con le quattro persiane d'affaccio verdi, si mostra, dopo il sisma, intatta. La chiesa di Sant'Antonio Abate, di fronte, è invece sdraiata al suolo.

È nato a Visso il ciauscolo, poi diffuso tanto nelle Marche quanto in Umbria e qui premiato con il marchio Igp (indicazione geografica protetta). È un impasto di maiale, sale, vino e aglio. Nella zona industriale, non a caso, c'è la Vissana, salumificio a conduzione industriale, oggi chiuso. A fianco, la Svila, 140 dipendenti che producono pizze surgelate e le esportano nel mondo. Tra le attività artigianali, si segnala l'arte della tessitura per produrre tappeti.

Un'attività tipica di quest'area, e di Visso in particolare, è la troticultura. Sulla strada che porta a Ussita e arrivando al suo confine si scoprono ventinove vasche per l'allevamento delle trote. Due si sono spaccate con il "6.5" di domenica e le trote sono scappate sul torrente Ussita per poi buttarsi nel Nera e ancora nel Tevere.



Ieri la presidente della Camera, Laura Boldrini, nel suo viaggio tra le terre terremotate, è arrivata anche a Visso. Ne ha compreso la bellezza, ha detto. Per ora perduta. 

fonte: Corrado Zunino, La Repubblica

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