venerdì 7 luglio 2017

"Voglio salutare i miei amici della montagna. Viva la Montagna"





Eravamo stati profeti nell'indicare, sin dal mese di febbraio, lo scrittore Paolo Cognetti come possibile vincitore di un premio letterario (http://sciclubwojtyla.blogspot.it/2017/02/la-montagna-e-luogo-fisico-ed-ideale-di.html). La profezia si è avverata!

Paolo Cognetti ha confermato i pronostici: è lui ad aggiudicarsi il premio Strega. Il suo 'Le otto montagne' ha ottenuto 208 voti. Un trionfo larghissimo.
Al secondo posto, infatti, Teresa Ciabatti con 119 voti per 'La più amata' (Mondadori) e al terzo Wanda Marasco con 87 voti per 'La compagnia delle anime finte' (Neri Pozza). Al quarto Matteo Nucci con 'È giusto obbedire alla notte' (Ponte alle Grazie) con 79, al quinto Alberto Rollo con 'Un'educazione milanese' (Manni) con 52 voti.

La giuria contava 660 votanti: ai 400 Amici della Domenica e ai 40 lettori forti selezionati dalle librerie indipendenti italiane dell'Ali, si sono aggiunti 200 intellettuali e studiosi italiani e stranieri scelti da 20 istituti italiani di cultura all'estero e 20 voti collettivi espressi da scuole, università e biblioteche, non ha riservato particolari sorprese rispetto alle previsioni della vigilia.

A presiedere il seggio Edoardo Albinati, vincitore della scorsa edizione del Premio Strega. "Voglio salutare i miei amici della montagna. Viva la Montagna", ha detto sul palco Cognetti, ritirando il premio: la grande bottiglia del liquore Strega che ogni anno viene data al vincitore. "Questa vittoria - ha aggiunto - la dedico proprio alla montagna che è un mondo abbandonato, dimenticato e distrutto. Io mi sono votato a cercare di raccontarla, a fare il portavoce. A cercare di fare il tramite tra la montagna e la pianura e la città".

'Le otto montagne', che racconta il valore dell'amicizia e degli incontri e l'amore per le alte vette, ha vinto anche la prima edizione del Premio Strega Off con il 57% dei voti calcolati proporzionalmente tra riviste, blog letterari e pubblico presente al Giardino Monk di Valle Giulia, a Roma.


fonte: La Repubblica



   

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