sabato 23 settembre 2017

Inizio d'autunno a Cupramontana: tra Frati Bianchi e Neri

Per celebrare l'inizio dell'autunno, una nostra delegazione si è recata in visita a Cupramontana, percorrendo un itinerario ideale tra Camaldolesi e Francescani.




L’Eremo delle Grotte – conosciuto anche come Eremo dei Frati Bianchi dal candido saio indossato dai Camaldolesi che lo abitarono per più di quattro secoli – costituisce una delle testimonianze più significative di insediamento religioso alle origini del Cristianesimo nelle Marche. Qui furono gettati i fondamenti della Congregazione monastica di Monte Corona e qui si diede accoglienza ai due frati minori che nel XVI secolo fondarono l’Ordine dei Cappuccini. 

Il complesso eremitico, abitato quasi ininterrottamente per circa un millennio, è da considerarsi unico per la storia religiosa della regione nonché luogo mitico, reso noto anche dalla poesia e dai nostalgici racconti di Luigi Bartolini, artista e letterato cuprense, legato da grande affetto a questa zona che fu scenario della sua fanciullezza. 





La carenza vocazionale e la diminuzione delle risorse economiche furono tra i motivi principali che spinsero i dirigenti della Congregazione a disporre la chiusura delle strutture più fatiscenti e disagiate. Nel 1925 fu presa la decisione di chiudere anche i due eremi considerati la culla della compagnia romualdina: quello di S. Giacomo di Montecucco e quello delle Grotte. L’abbandono di quest’ultimo avvenne gradualmente e si protrasse fino al 1928. Dopo una decina di anni esso, ormai vuoto, venne venduto ad un privato cittadino di Cupra Montana al prezzo di L. 25.000. 

L’acquirente intenzionato a valorizzare ed utilizzare la struttura ne adibì una parte ad abitazione per una famiglia colonica. Questa soluzione, che potrebbe sembrare non appropriata, ebbe il vantaggio di poter vigilare sul’eremo preservandolo così da atti di vandalismo e saccheggi che invece ebbero luogo una ventina di anni dopo, quando la famiglia migrò e l’eremo rimase definitivamente incustodito.

Nel 2000 l’associazione Eremo srl. ha attivato importanti lavori di ristrutturazione dell’Eremo. Questo ha permesso di recuperare e riutilizzare questa imponente e suggestiva struttura che in più occasioni è stata sede di congressi, eventi culturali, mostre e cerimonie di prestigio.











Priorato monastico camaldolese anteriore al sec. XIII, denominato "Romitella delle Mandriole".

I Francescani subentrarono ai Camaldolesi nel 1452 e rifabbricarono la chiesa agli inizi del Cinquecento, decorandola con una pala d'altare in terracotta invetriata (1529) di Bottega Robbiana (Giovanni della Robbia?) attribuita però anche a Pier Paolo Agabiti (1465 c. - 1540c.).
L'attuale chiesa, ricostruita dal 1782 al 1793, è dovuta al disegno di D. Apollonio Tucchi (1730-1802) monaco camaldolese dell'Eremo delle Grotte; vi si conserva il corpo del B. Giovanni Righi da Fabriano (? - 1539).
Nel complesso religioso soggiornò, nel Quattrocento, anche San Giacomo della Marca attivo nella predicazione contro la setta dei Fraticelli fortemente presenti a Massaccio e nei paesi vicini.




A poche centinaia di metri dal convento sgorgano le Fonti della Romita (anche conosciute come del Coppo) intorno alle quali si svilupparono per decenni fiorenti attività ricreative e turistiche.

fonti:
http://www.lamemoriadeiluoghi.it
http://www.turismo-cupramontana.com

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