mercoledì 6 giugno 2018

"Quando avrà freddo portate il mio cuore a Ravenna"



Appuntamento culturale a Ravenna per la delegazione del Club.
Full immersion nell'arte e nella poesia della sorprendente Ravenna.


Quando avrà freddo portate il mio cuore a Ravenna

(...)

Ma qui
su cieli d'oro come risplendono
le candide vesti dei Santi,
estatici gigli
e all'infinito ne fiorisce il giardino.
All'infinito. Lasciate
che si richiudano le acque sopra di noi,
pur che nulla qui venga cambiato
e intatto affondi un tesoro
che fu sempre nascosto.
Ché questo è salvarsi: restare
là dove è ciò che non muore,
eternamente immuni d'ogni timore
In nave sommersa
dolce cosa ascoltar la tempesta,
sognare di Dio che è nei cieli
dal profondo del mare.

Elena Bono (‘Tramonto d’inverno in una chiesa di Ravenna’, 1952)


“L’insieme dei monumenti religiosi paleocristiani e bizantini di Ravenna è di importanza straordinaria in ragione della suprema maestria artistica dell’arte del mosaico. Essi sono inoltre la prova delle relazioni e dei contatti artistici e religiosi di un periodo importante della storia della cultura europea.” (motivazione per l'iscrizione di Ravenna nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco)


Ravenna, glauca notte rutilante d'oro, 
sepolcro di violenti custodito 
da terribili sguardi, 
cupa carena grave d'un incarco 
imperiale, ferrea, construtta 
di quel ferro onde il Fato 
è invincibile, spinta dal naufragio 
ai confini del mondo, 
sopra la riva estrema! 
Ti loderò pel funebre tesoro 
ove ogni orgoglio lascia un diadema. 
Ti loderò pel mistico presagio 
che è nella tua selva quando trema, 
che è nella selvaggia febbre in che tu ardi. 
O prisca, un altro eroe tenderà l'arco 
del tuo deserto verso l'infinito. 
O testimone, un altro eroe farà di tutta 
la tua sapienza il suo poema. 
Ascolterò nel tuo profondo 
sepolcro il Mare, cui 'l Tempo rapì quel lito 
che da lui t'allontana; ascolterà il grido 
dello sparviere, e il rombo 
della procella, ed ogni disperato 
gemito della selva. "È tardi! È tardi!" 
Solo si partirà dal tuo sepolcro 
per vincer solo il furibondo 
Mare e il ferreo Fato.

Gabriele d'Annunzio


Ravenna appare a Dante la sede più adeguata per portare a termine la Divina Commedia. Al suo arrivo in città, probabilmente nel 1318, trova asilo presso la corte di Guido Novello da Polenta, signore della città e uomo dai vasti interessi culturali. A Ravenna il Poeta si immerge in un luogo di serenità, ideale per concludere la stesura del Paradiso: l’evocazione della città nella Commedia, infatti, è sempre connotata da una patina di tranquillità e quiete. A Ravenna, Dante diventa subito oggetto di una devozione che alla sua morte, avvenuta nel settembre 1321, si trasforma in vero e proprio culto (fonte:http://www.turismo.ra.it) 



Furono i frati dell’attiguo convento di San Francesco a trafugare e conservare gelosamente le ossa di Dante per diversi secoli, opponendosi alla volontà di sovrani e papi di riportare le spoglie in terra toscana


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