sabato 24 agosto 2019

Tra Plestia e Menotre

Colfiorito: Basilica di Santa Maria di Plestia


La Basilica si trova al confine tra Marche e Umbria.
Il corpo dell’edificio, di proprietà del seminario di Nocera Umbra, si trova nel territorio del comune di Serravalle di Chienti, mentre il sagrato, con la colonna d’angolo del porticato, è nel comune di Foligno.

Da un punto di vista canonico, la chiesa, che si trova esattamente all’incrocio dei confini delle diocesi di Foligno, Nocera Umbra e Camerino, è gestita dall’arcidiocesi di Camerino, con diritto d’uso da parte della diocesi di Foligno tramite la parrocchia di Colfiorito.

Già in passato il luogo era stato sede di insediamenti sacri. A circa 300 metri dalla chiesa, verso Nocera, sulla via di val Vaccagna che si diparte dal piazzale antistante, si trova un tempio frequentato dalla fine del VI secolo a.C. e oggi completamente interrato, dedicato a Cupra.

Secondo la leggenda, gli apostoli Pietro e Paolo, nei loro primi anni di predicazione, passarono nella città di Plestia chiedendo rifugio in una notte fredda e piovosa.
Nessuno diede loro aiuto se non una donna giovane e sola dalla quale i due apostoli, per rispetto, accettarono solo il pane e non l’alloggio.
Salirono allora verso il monte Trella, per quella strada chiamata via della Spina che collegava Plestia alla Valle Umbra. Quando furono abbastanza lontani, l’ira di Dio si abbatté sulla città con un tremendo terremoto e un violento acquazzone che provocarono la distruzione e l’allagamento della città e la morte degli abitanti.
La mattina, gli apostoli che dal monte videro al posto delle costruzioni solo un grande lago, ridiscesero a predicare il castigo divino ai pochi superstiti fra i quali incontrarono la giovane donna.
Sulle rovine fu quindi costruita una chiesa di culto cristiano.

Distrutta, unitamente alla città di Plestia, dall’Imperatore Ottone III, fu riedificata intorno all’anno 1000 e dedicata alla Madonna Assunta.

 
La palude di Colfiorito


Colfiorito: gnocchi ricavati dalla celebre patata rossa



La valle del Menotre si trova all'interno del Parco dell'Altolina, nel territorio folignate.

L’ambiente fu colonizzato dai monaci, presenti nell'Eremo di Santa Maria Giacobbe. 

A loro si deve la nascita e lo sviluppo di molteplici attività legate all’uso dell’acqua: dalle gualcherie per la lana e per la carta, ai mulini per i cereali e per l’olio.




Nel 1465 la carta di Pale è famosissima in tutta Italia; un documento racconta che San Giacomo della Marca, venuto a Foligno per sedare discordie intestine, ricevette come ringraziamento dal Comune una risma di “carta di Pale”.

Nel 1590 il Signor Angelo Rocca, bibliotecario del Vaticano, affermo' che la carta prodotta nelle cartiere di Pale e Belfiore non trovava eguali.

Un forte incremento dell’attività produttiva si ebbe a seguito di una Bolla papale emessa da Clemente XIV il quale, nel 1673, concesse ai cartari di Belfiore la libertà di commercio della carta.

Questo sviluppo si protrasse per tutto l’ottocento. 

Nel 1810 tra Pale e Belfiore si contano 16 cartiere attive.

fonte: www.iluoghidelsilenzio.it

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