mercoledì 9 febbraio 2011

L'omaggio del Clup Alpino Italiano

 

Alla figura di Giovanni Paolo II è stato reso omaggio sabato 2 aprile durante la riunione a Milano del Comitato centrale di indirizzo e controllo, poche ore prima che Karol Woytila cessasse di vivere gettando nello sconforto milioni di fedeli. Giustificato il compianto della comunità alpinistica, in occasione della scomparsa avvenuta nella serata di sabato 2 aprile davanti agli occhi trepidanti del mondo.
Il pontefice che tanto ha amato la montagna lascia immagini indimenticabili: il suo sostare in vetta al Monte Bianco immortalato dall’obiettivo di Lorenzino Cosson, l’escursione con gli sci tra le nevi dell’Adamello, le passeggiate durante i soggiorni estivi tra i monti della Valle d’Aosta o del Cadore.  
Come è stato ricordato nei giorni del lutto che ha fermato l’Italia, venti anni or sono furono le nevi dell’Adamello a costituire lo sfondo dello storico incontro tra il  papa polacco con il presidente Sandro Pertini: un abbraccio caloroso, pieno d'affetto e di stima, tra un grande spirito laico e la voce della fede e della speranza in nome della pace. 
Sulle nevi dell'Adamello Woytila ritornò nel 1988 a benedire l'altare in granito eretto in suo onore e la  Cresta Croce dal 31 dicembre 1999 è diventata Punta Giovanni Paolo II. Ed è stato ai piedi di queste nevi, a Pinzolo, che si è consumato nel 2004 in settembre l’omaggio probabilmente più sentito e commosso al “papa alpinista” con l’assegnazione della 33a Targa d'Argento, simbolo e testimonianza della Solidarietà alpina.
Nei sogni di Angiolino Binelli, ideatore del premio e presidente del comitato organizzatore, c’era probabilmente un pontefice intento a condividere l’atmosfera conviviale di questa cerimonia a gloria degli uomini del soccorso alpino di tutto il mondo. Ma la circostanza risultò evidentemente impossibile da realizzare per le precarie condizioni di salute dell’illustre premiato.
La targa venne perciò ritirata dal cardinale Crescenzio Sepe. E a Binellli non restò che leggere con voce commossa la dedica all’ideale compagno di scalate di quell’esercito silenzioso rappresentato dagli uomini del soccorso alpino, definendolo “testimone infaticabile, tenace e ispirato della Parola di Cristo che trova la sua più alta espressione nel donare la propria vita per gli altri, uomo di profondo sentire, amantissimo della montagna, di chi la vive quotidianamente, e dei valori di solidarietà e di fratellanza che da sempre essa conserva e trasmette nel silenzio rispettoso e sacro della sua spiritualità
Particolare significativo. Gli omaggi della comunità alpinistica a Giovanni Paolo II si moltiplicavano il 18 maggio, in occasione del suo compleanno. Nel 2004 Oreste Forno realizzò il progetto di dedicargli quel giorno una serie di scalate invocando la pace, iniziativa che viene riproposta anche nel 2005. Con gli auguri per il genetliaco, una scalata di notevoli contenuti tecnici è stata anche dedicata l’anno scorso a Giovanni Paolo II sulle montagne valdostane da Arnaud Clavel e Mario Mochet, guide di Courmayeur. 
La via si trova sul Père Eternel, ardita guglia di 3224 m nel cuore del massiccio del Monte Bianco.

Tratto dal comunicato stampa del CAI in data 4 aprile 2005


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