domenica 24 febbraio 2013

Albertone sciatore

Alberto Sordi sciatore nel film "Il Conte Max" (1957)

Roma s’inchina al romano più amato. Alberto Sordi moriva nella notte tra il 24 e il 25 febbraio 2003, suscitando una profonda commozione in tutta Italia. La camera ardente in Campidoglio venne visitata da 500mila romani e in 250mila parteciparono ai funerali solenni a San Giovanni in Laterano. Oggi, a dieci anni dalla morte del grande attore, Roma celebra Albertone con una grande mostra in programma al Vittoriano dal 15 febbraio al 31 marzo: “Alberto Sordi e la sua Roma” a cura di Gloria Satta, Vincenzo Mollica e Alessandro Nicosia, organizzata da Comunicareorganizzando, Catalogo Gangemi Editore.

Il rapporto con Roma. La mostra metterà in evidenza il rapporto di Sordi con Roma, città nella quale si sono intrecciati i film e le vicende personali dell’attore, che fu sindaco di Roma per un giorno al compimento dell’ottantesimo compleanno e per tutta la vita tifò per la Roma. Al Vittoriano si vedranno filmati, documenti, immagini, lettere autografe, materiali audio, interviste video, sceneggiature, oggetti ed elementi di arredamento provenienti dalla casa, dall’ufficio e dagli archivi di Sordi. Tutti materiali sono stati messi a disposizione dalla sorella dell’attore, Aurelia.

I film. Moltissimi film di Sordi, da "Un americano a Roma" fino a “Nestore, l'ultima corsa”, dal “Tassinaro” al “Marchese del Grillo” sono stati ambientati a Roma: la mostra aprirà dei focus su ciascuno di essi attraverso materiali diversi e spezzoni. E saranno ricordate le celebri battute entrate nel lessico comune.

Dalla casa. La grande villa del Celio, acquistata da Albertone nel 1958, è stata l’oasi di tranquillità dell’attore. Saranno esposti alcuni divani, il pianoforte, la poltrona da barbiere, quadri, il baule con gli attrezzi da ginnastica, la bicicletta, il toro meccanico che Sordi cavalcava per rilassarsi. Ci saranno anche la benedizione speciale del Papa. E le sciarpe, gli oggetti, i biglietti che i fans deposero davanti alla casa dopo la morte dell’attore.

Dall’ufficio. Dall’ufficio di Via Emila provengono la scrivania di Sordi, la macchina per scrivere, il telefono, il posacenere, sceneggiature con appunti autografi, album fotografici, contratti, premi ricevuti a Roma, il salvadanaio di Kansas City dove nel 1955 Alberto ricevette la cittadinanza ordinaria.

Dal set. In mostra saranno gli abiti di scena del Marchese del Grillo, il cappello da marinaio di “Polvere di stelle”, casco, paletta e stivaloni del “Vigile”, il capello piumato del “Malato immaginario” più alcuni bozzetti originali e la sedia da regista di Alberto.

Gli articoli. Una parte fondamentale della mostra saranno gli articoli che, tra il 1988 e il 2002, Sordi scrisse sul “Messaggero”, suo giornale preferito: in tono arguto e bonario, l’attore parla di problemi, fatti di cronaca, miti e riti che hanno per protagonista la Capitale.

fonte: Il Messaggero









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