L’ambizione dichiarata, fin dal sottotitolo, è di raccontare la sua "vera storia". Di sicuro c’è che Karol Wojtyla Opera Musical,
prodotto da Mauro Longhin per Cicuta, con il patrocinio della
fondazione Giovanni Paolo II e della Consulta nazionale per le
aggregazioni laicali, è un lavoro che genera da subito un certo
interesse.
O almeno questa è l’impressione che ne hanno lasciato
le anticipazioni, poche, date ieri alla stampa al teatro Brancaccio di
Roma. Un interesse che la presenza di Duccio Forzano, regista noto per
lo più per i suoi lavori televisivi (Che tempo che fa e Stasera pago io),
contribuisce ad alimentare: «L’ho incontrato solo una volta nella vita,
in occasione del concerto per il suo ottantesimo compleano trasmesso
dalla Rai di cui io ero regista – spiega – e sono stato investito da una
carica di energia e pace che non ho mai ritrovato nella mia vita».
L’intenzione
è quella di «far capire chi era questo ragazzo, quest’uomo, attraverso
esperienze drammatiche o anche felici. Una sorta di puzzle che si è
formato fino a dargli una visione esatta di quello che voleva fare».
Raccontare l’uomo soltanto però non esclude la dimensione religiosa che
da sempre lo ha accompagnato: «Il mondo che lo circondava era pregno di
questo aspetto.
La madre era molto credente ma non lo ha
forzato, gli ha dato delle sensazioni, delle informazioni che lui ha
elaborato a modo suo per poi fare le sue scelte». L’inizio di questa
versione della storia di Wojtyla ha una data precisa: un video (altra
passione di Forzano, ce ne saranno diversi nell’opera) racconta
l’attentato di Piazza San Pietro del 13 maggio 1981 e trasporta chi
guarda nella mente di Giovanni Paolo II. In un flashback si torna a
Wadowice. Ora c’è il piccolo Lolek che si presenta assieme alla sua
famiglia: «Da qui – scriverà poi Wojtyla stesso – è cominciato tutto».
Per
ora le coreografie affidate a Marco Sellati si possono soltanto
immaginare come anche i dialoghi dei tre autori, Donatella Damato,
Gaetano Stella e Patrizia Barsotti. Il musical sarà presentato
integralmente solo a fine dicembre. Ancora da definire le date del tour
che toccherà le principali città italiane (è invece in corso di
definizione un passaggio in Sud America).
Di sicuro c’è il
rientro al Brancaccio di Roma previsto per il 15 aprile, nei giorni
della canonizzazione di Giovanni Paolo II. Intanto rimane la certezza
della voce dolce e magnetica di Noa, cantautrice yemenita ed ebrea che
per Giovanni Paolo II ha cantato in più di un’occasione. Si mostra
coinvolta nel progetto e intimamente legata alla figura di Wojtyla: «Non
sono religiosa ma credo nei valori umani, gli stessi che hanno animato
il pontificato di Giovanni Paolo II – dice – Ha avuto il merito di
enfatizzare le cose che ci uniscono piuttosto che quelle che ci
dividono.
Lui e papa Francesco sono il genere di leader
religiosi di cui abbiamo bisogno». Noa ieri ha presentato due sue
canzoni inedite, assieme al chitarrista Gil Dor, che l’accompagna da
anni, e al Solis String Quartet (autore delle musiche dello spettacolo).
Della cantante ne arriveranno altri tre più una nuova versione dell’Ave Maria.
Fonte: Matteo Marcelli, Avvenire, 25 settembre 2013
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