Sciare, d’accordo. Ma sulle vette non ci sono solo piste e
impianti: una vacanza sulla neve è fatta anche d’altro (per fortuna).
La montagna italiana è un’industria che d’inverno fattura circa 10
miliardi di euro, quasi l’11 per cento della torta turistica. C’è lo sci
ma c’è anche l’indotto: alberghi, ristoranti, svaghi. E tra gli svaghi,
bagni e terme sono uno dei servizi più richiesti dai turisti in quota.
Come dire: dopo lo sport, il relax.
La scoperta dell’acqua calda, si direbbe. Lo sapevano già
gli antichi Romani, che affidavano proprio alle terme il loro benessere
fisico: «spa» sta infatti per «salus per aquam», ovvero «la salute passa
attraverso l’acqua». Anche sopra i 1000 metri. Stare a mollo ammirando
la cima del Monte Bianco non capita tutti i giorni: succede alle Terme
di Pré-Saint-Didier, a due tornanti da Courmayeur e La Thuile, in Valle
d’Aosta. Qui nascono le sorgenti naturali con proprietà rilassanti e
antireumatiche. La struttura si divide su tre piani e si estende anche
all’aperto, dove si trovano tre vasche fumanti immerse nella neve.
Tuffi rigeneranti vista montagne si possono fare anche a
Saint-Vincent e in Valtellina: i Bagni di Bormio – stessa proprietà
delle terme di Pré – erano una delle mete preferite dai Romani. I Bagni
hanno una storia millenaria e sono stati recuperati nella loro struttura
originaria, «anche se oggi sono più frequentati dagli stranieri che
dagli italiani», spiega il direttore Cristina Confortola. Le acque
sgorgano da nove sorgenti ad altitudini diverse e alimentano le due
strutture – anche alberghiere – dei Bagni Vecchi e Nuovi. Nei primi si
può scegliere tra diversi percorsi termali: rilassante, rigenerante,
disintossicante, e c’è anche una piscina esterna panoramica con acqua
calda. Ai Bagni Nuovi ci si perde invece tra idromassaggi, immersioni in
acqua fredda, bagni di vapore, saune biologiche, persino musicoterapia
subacquea. «Il posto ideale per una fuga romantica a due – aggiunge la
direttrice –, per cui c’è un’offerta ad hoc: soggiorno di due notti con
spumante e accesso alle terme a 113 euro al giorno. Oppure solo
après-ski alle terme a 34 euro».
Da Bormio, scollinando il Passo Foscagno ci si tuffa
direttamente nelle acque (non termali) dell’Aquagranda di Livigno: un
centro di 20mila metri quadri ai piedi delle piste da sci dove
ritemprarsi tra piscine, vasche idromassaggio, saune e hammam. In
Trentino, dove benessere e relax sono quasi uno sport nazionale, ci sono
le terme di Pejo, di Dolomia, di Comano. Quelle più ambite sono però
quelle altoatesine di Merano. Valgono una visita solo per ammirarne gli
ambienti: gli interni sono di Matteo Thun, che ha creato «un’oasi
naturale al centro della citta». Chi vuole unire sci e wellness può
acquistare il biglietto combinato: sci a Merano 2000 più terme in città a
40 euro.
Varcato il confine, il tempio del benessere è Leukerbad, nel
Vallese svizzero: la più grande località termale delle Alpi. Ogni
giorno in 30 vasche zampillano quasi quattro milioni di litri di acqua
provenienti da 65 sorgenti. Sempre in Svizzera è stata posata da poco la
prima pietra del New Brigerbad, il nuovissimo centro termale vicino a
Briga e alle piste di Belalp, Aletsch Arena e Rothwald. Verrà inaugurato
entro la fine dell’anno.
Infine, l’Austria. Il paradiso per chi è in cerca di
benessere tra i monti si chiama Aqua Dome: un complesso futuristico con
hotel 4 stelle e un’offerta termale sconfinata nei pressi di Sölden.
fonte: Max Cassani per La Stampa
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