Scuole chiuse in tutto il Cadore, Zoldano, Agordino e Comelico. Interi
paesi sommersi (alcuni, come Zoppè di Cadore, rimasti persino isolati)
fino a un metro e mezzo di neve, con migliaia di utenze al buio già a
partire dalle 4 della notte. E l'agenzia ambientale del Veneto (Arpav)
che, per la prima volta in vent'anni, emette un avviso di rischio
valanghe grado 5, codice rosso, il più alto nella scala europea. Intanto
continua imperterrito a fioccare, con neve pesantissima, sostenuta
persino da un micidiale vento di scirocco. Al confronto delle ultime 24
ore – e, non bastasse, almeno altrettante, di ancor più estrema
passione, purtroppo ancora se ne prospettano - quanto accaduto poco più
di un mese fa, con la bufera (e i blackout) di Santo Stefano sembra una
bazzecola. L'intera parte alta della provincia di Belluno è in
ginocchio per l'incredibile nevicata iniziata dall'alba di giovedì
mattina, e che ancora dovrebbe continuare imperterrita per la giornata
di venerdì e forse addirittura fino a sabato sera.
I centralini dei vigili del fuoco fin dalle 23 di giovedì sera
sono letteralmente subissati da centinaia di chiamate per ogni tipo di
richiesta d’aiuto: automobilisti intrappolati o usciti di strada,
persone segregate in casa, neve sui tetti che sta mettendo in grave
pericolo la stabilità di decine di strutture. Le ambulanze del Suem
fanno da spola tra case, ospizi e ospedali scortate dal personale del
soccorso alpino, richiamato in massa per aiutare in ogni tipo di
situazione di emergenza. Ci sono centinaia di persone rimaste isolate
nelle proprie case, senza corrente dalle 4 della notte. Oltre 70
tecnici di Enel e 50 di Terna Rete Italia hanno operato per tutta la
notte e altri 100 tecnici Enel sono in arrivo in mattinata. Per le
situazioni più critiche si stanno attivando gruppi elettrogeni. Enel
Distribuzione ha operato in anticipo allertando tutte le Unità Operative
del Triveneto e facendo confluire gruppi elettrogeni e proprio
personale. In questo modo e grazie a controalimentazioni di emergenza
sulla rete di media tensione, sono state rialimentate in meno di un’ora
quasi completamente le cabine Primarie di Forno di Zoldo e Zuel.
Nonostante questo risultano al momento disalimentate la valle del Boite,
alcune località nel Feltrino e nell’Agordino per un totale di circa
30.000 clienti. Purtroppo l’attività di ripristino è fortemente
rallentata dalla difficile praticabilità delle vie di comunicazione e
dal rischio valanghe.
La viabilità sulle strade risulta a tratti totalmente congestionata,
specie sulle arterie secondarie, come evidenzia il bollettino «di
guerra» di Veneto Strade: chiuse la strada che porta a Zoppè di Cadore,
l’Agordina da Castei a Ponte Alto, le provinciali di Digoman e Valle
Imperina, la strada che dal Falzarego scende a Cortina, fino a Pocol.
Il tratto Ponte delle Alpi-Calalzo delle Ferrovie dello Stato è chiuso a
causa della neve. Chiusi anche i passi di Valparola- dove restano
bloccate almeno 4 auto dei turisti messi in salvo da un gatto delle nevi
- il San Pellegrino dal bivio del Valles fino al confine, il Giau da
Pocol, il Fedaia da Sottoguda al confine con Trento, il Cereda da La
Valle Agordina, tutto il Valles, il Campolongo fino ad Arabba, le strade
della Valle del Mis e Val Visdende per caduta piante. Dalla tarda
serata di giovedì è stato prontamente attivato il centro di protezione
civile provinciale all’aeroporto di Belluno, dove vengono coordinati
tutto gli interventi di soccorso in provincia. E torna l’incubo
blackout. Arrivano segnalazioni da ogni località di Cadore, Agordino,
Comelico e Zoldano. Una prima stima, ancora purtroppo poco affidabile,
parla di almeno 30mila utenze rimaste al buio a partire dalle 4 della
notte. Per evitare spiacevoli inconvenienti ai propri lavoratori è stata
chiusa persino la sede di Agordo della Luxottica.
Sulla situazione
nel primo pomeriggio è intervenuto il governatore Luca Zaia: «Sono in
contatto con molti sindaci e mi hanno confermato che le utenze senza
energia elettrica sono 31mila: un'altra pagina squallida e una
situazione non degna di un Paese civile». «Da tre giorni avevamo mandato
comunicati stampa, lettere e avvisi che annunciavano due-tre metri di
neve, cosa che puntualmente si è verificata. Siamo di fronte - ha
osservato - ad un evento calamitoso da allarme rosso, una situazione
quasi fotocopia di quella di Natale, anche se Cortina si è salvata
perchè ha i generatori».
fonte: Corriere del Veneto.it 31 gennaio 2014
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