domenica 30 marzo 2014

Sci Hando


Marco le gambe non le usa più dal giorno in cui la sua mountain bike è stata travolta da un furgone. Nicola ci ha rimesso gli arti inferiori in seguito a uno scontro in moto, mentre Simone, 28 anni, sta sulla sedia a rotelle perché è caduto da un ponteggio. Tutti sciatori discreti, in piedi. Che, da seduti, non si sono arresi. E quest’inverno si sono messi in gioco partecipando al progetto Sci Hando, un corso di sci per ragazzi paraplegici, organizzato dalla scuola Ponte di legno - Tonale in collaborazione con l’associazione l’Amministratore del cuore onlus di Lodi e con il supporto di Adamello Ski, Sit, Banca di Valle Camonica.
Di buon mattino i partecipanti raggiungono le piste del comprensorio tra Alta Valle Camonica e Alta Val di Sole. Il primo approccio è fondamentale: i maestri, tutti istruttori esperti, devono comprendere di quale specifica disabilità soffrono i ragazzi, se hanno fatto sport in precedenza, quali sono le loro aspettative. Di solito, nel caso di giovani paraplegici come questi, l’attrezzatura più idonea per muoversi sulla neve è il monosci, che permette di spostarsi utilizzando il tronco e le braccia.

Chi è alle prime armi usa monosci con una maniglia, in modo che il maestro riesca a prestare assistenza più da vicino: lo scopo è quello di imparare senza cadere. Chi è invece più esperto può affrontare discese di vari livelli, incluse le piste più difficili. «Da molti anni affronto le piste grazie a questa attrezzatura», racconta Giovanni Zeni, presidente dell'associazione lodigiana, paraplegico in seguito a un incidente d’auto. «Sciavo anche prima, e per me si è trattato semplicemente di continuare a farlo, anche se in modo diverso. Credo che lo sci faccia bene a chi è su una carrozzina, perché invita al contatto con la natura, al confronto con i compagni, alla sfida con se stessi. Il limite fisico non deve essere inteso come un confine da non valicare, ma come un traguardo da superare». Ecco allora questo stage gratuito, per dare modo ai partecipanti di misurarsi con le proprie abilità e con le proprie forze.

Tra gli istruttori, anche Claudia Ferrari della commissione Disabilità del Collegio regionale dei maestri di sci: «Il nostro impegno è quello di avere un testo di formazione sulla disabilità a livello nazionale o almeno regionale. Stiamo formando sempre più maestri all’insegnamento alle persone con handicap in modo da dare una risposta adeguata in tutta la Lombardia».

Dopo la fatica della mattinata, un po’ di riposo. Nel pomeriggio, i ragazzi assistono a film e a dibattiti sullo sci, che non trascurano il tema della sicurezza sulle piste.

Per quest’anno l’esperienza è terminata, ma l’anno prossimo si replica. Più in grande. «L’idea è quella di dare vita alla settimana della disabilità sulle piste, coinvolgendo anche non vedenti e tetraplegici», annunciano gli organizzatori. 

fonte: Famiglia Cristiana

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