mercoledì 27 gennaio 2016

Meravigliosa, stupenda, ineguagliabile robaccia

L'esperienza della spuma ha caratterizzato anche la giovinezza dei fondatori dello Sci Club.
Il pezzo di Umbero Folena ricostruisce perfettamente quell'atmosfera degli anni '70, legata all'attività degli oratori parrocchiali. 

Gol presi e segnati e soprattutto tanta polvere mangiata nel campetto dell'oratorio, che era in terra battuta e dopo tre giorni senza pioggia si copriva d'una coltre finissima e asfissiante; ma mezz'ora d'acquazzone lo riduceva a pantano letale. 

Lunghe passeggiate in montagna su e giù per sentieri e sempre di corsa, in discesa ma anche in salita

La sete ti stringeva la gola come uno strangolatore thug ma sapevi che era imminente il sollievo. Valeva la pena sudare e impolverarsi solo per quel sollievo lì: la spuma. La spuma e basta, classica, d'un color melmoso e dal gusto indecifrabile. O spuma ginger, all'arancia, al cedro. Te la versavano nel bicchiere che subito si appannava, la sola vista della schiuma ti accelerava il battito cardiaco e poi giù, scivolava lenta ma inesorabile e senza soste tutta quanta sulla lingua, pizzicandola, e nella gola, facendola strillare di gioia. Se avevi altre cinquanta lire, secondo turno.

La spuma fa inorridire i dietisti: zuccheri, coloranti, conservanti, aromi. Robaccia. Meravigliosa, stupenda, ineguagliabile robaccia. A pensarci, vien voglia di correre un'ora a perdifiato nella polvere, in agosto, per riprovare quel sollievo mirabile. Chi l'ha provato, dopo tanta polvere masticata in vita, Lassù sarà accolto con un bicchierone di spuma.

fonte, Umberto Folena, Avvenire, 26 gennaio 2016

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