sabato 27 febbraio 2016

Promosso a prescindere!



Beato il tempo in cui le caldarroste erano l'alimento più povero, realizzato con un unico ingrediente, la castagna, e con l'unico ausilio di un padella bucherellata e di un fuoco vivace, meglio se all'aperto o nel caminetto di casa. Il profumo della legna e della buccia della castagna carbonizzata avvolgeva e abbracciava; intanto la polpa si ammorbidiva e imbiondiva, fuori croccante e dentro tenera. 

Erano tempi in cui potevi andare nei boschi, lungo i viottoli sterrati di collina, a raccogliere le castagne senza il rischio d'essere preso a fucilate; e le castagne le cucinavi da te con gli amici, con il conforto facoltativo di un vin brulé o di uno sciroppo di lampone; e non dovevi spennarti dal fruttivendolo o dal caldarrostaio, 5 euro per quattro marroni sul marciapiede, tra i gas di scarico delle automobili. 

Se poi dovevi uscire, la caldarrosta in tasca scaldava le mani prima e la pancia poi. Chi può, si cucini le caldarroste sulla legna, le sbucci scottandosi e le mangi con le dita nere di fuliggine. E chi ama i dolci meno dolci e più semplici si cucini il castagnaccio, ma alla toscana, farina ben setacciata acqua uvetta pinoli un pizzico di sale e generoso olio di oliva, forno che più caldo non si può. Un ragazzo che si portasse la fetta di castagnaccio a scuola per merenda andrebbe promosso così, a prescindere.

fonte:Avvenire, Umberto Folena

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