venerdì 8 dicembre 2017

Belluno o Bolzano?

Belluno


Belluno, Bolzano. Dove si vive meglio? Le città si contendono a colpi di benessere, sicurezza, istruzione i primi posti della classifica dei centri italiani per la qualità della vita. In quella pubblicata da ItaliaOggi è il capoluogo altoatesino a guidare la classifica, per il Sole 24 ore lo scettro è il centro del veneto. Una cosa è assicurata e certificata da tutte le classifiche: nell’arco alpino si vive meglio che nel resto del Paese. E se Belluno è prima in una classifica è terza nell’altra, così come Bolzano, in testa da una parte e quarta dall’altra.

La classifica di ItaliaOggi è stata curata dal Dipartimento di statistiche economiche dell’Università La Sapienza di Roma, con il supporto di Cattolica Assicurazioni. Per far emergere la qualità della vita nove sono stati gli indicatori presi in considerazione: affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero, tenore di vita.

Bolzano come detto guida la classifica seguita dalla compagna di regione Trento. In forte risalita Roma, che fa un balzo di 21 posti, passando dall’88/o gradino del 2016 al 67/o di quest’anno. Trapani si aggiudica la maglia nera, preceduta di solo due posti da Napoli (108/a), ultima tra le metropoli come già lo scorso anno. È il Nordest a monopolizzare le prime posizioni: dopo Bolzano e Trento, ecco infatti Belluno e Vicenza; anche Treviso, Pordenone e Udine nella top ten. Mentre Potenza (44/a) è la prima provincia del Sud. Milano è stabile al 57o posto.

Bolzano


Passando alla classifica del Sole 24 Ore i risultati cambiano, ma di poco. Dopo Belluno, che si aggiudica la 28a edizione dell’indagine annuale, troviamo Aosta, Sondrio, Bolzano, Trento fino ad arrivare a Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte. Nei primi sette posti della classifica che misura il benessere, non solo economico, delle province italiane ci sono ben sei province alpine, a cui si aggiunge Trieste.


Questa classifica si basa sull’analisi di 6 macro aree e 42 indicatori, tra cui quest’anno entrano anche gli acquisti online, il gap retributivo di genere, la spesa per i farmaci, il consumo del suolo, gli anni di studio degli over 25 e l’indice di litigiosità nei tribunali. Arretrano alcune grandi città: Milano che, nella classifica generale perde 6 posizioni e scivola all’ottavo posto; Roma, che scende al 24° rispetto al 13° del 2016, e Torino, che retrocede al 40° posto.


fonte: Corriere.it


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