mercoledì 7 novembre 2018

Vi esorto a rimanere legati alla vostra forte fede

La Valletta, Republic Street:  il bassorilievo dedicato a Giovanni Paolo II



INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II 
CON I SACERDOTI E I RELIGIOSI 
NELLA CON-CATTEDRALE DI SAN GIOVANNI BATTISTA

La Valletta (Malta) - Venerdì, 25 maggio 1990

Cari fratelli e sorelle,
1. “La pace sia con voi”. Questo è il mio saluto e il fervente augurio per voi e per tutta la popolazione di Malta. “Pace ai fratelli e carità e fede da parte di Dio Padre e del Signore Gesù” (Ef 6, 23).
È giusto che le mie prime parole di questa visita a Malta siano pronunciate qui, nella magnifica Con-cattedrale di San Giovanni un testimone eloquente di una parte della vostra storia che ha fatto conoscere il vostro nome in tutto il mondo. Come chiamato al ministero universale del servizio nella Chiesa, gioisco dell’opportunità di visitare l’isola di Malta, l’isola della predicazione di S. Paolo, un’isola di fede, di eroismo e devozione. Oggi io condivido il sentimento di Paolo quando scrisse: “Così affezionati a voi, avremmo desiderato di darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari” (1 Ts 2, 8).

Guidato dalla Divina Provvidenza, sono venuto qui per confermare l’antica fede che l’Apostolo delle Nazioni ha portato qui agli albori della cristianità. Vengo anche come pellegrino, per sperimentare personalmente la vitalità delle vostre Chiese locali, per rendere omaggio alle conquiste presenti e passate di tutti quelli che hanno risposto generosamente al Vangelo e che hanno portato avanti opere di fede, speranza e amore per la Gloria di Dio e per la salvezza del mondo. E mentre la Chiesa in Malta attende il Terzo Millennio, desidero offrire incoraggiamento e speranza per un futuro ancora più glorioso.

2. Cari amici nel Signore: la fede cattolica è cresciuta e fiorita qui grazie a uomini e donne generosi che in ogni tempo hanno messo la loro vita al servizio di Cristo e della sua Chiesa. “Non per forza ma volentieri, non per vile interesse, ma di buon animo, non spadroneggiando... ma facendovi modelli del gregge” (1 Pt 5, 2-3). Sono felice che il mio primo incontro sia con voi, sacerdoti e religiosi, perché occupate un posto insostituibile nella costruzione della Chiesa cosicché tutti i membri del gregge di Cristo, dal più grande al più piccolo, possano raggiungere la santità della vita che conduce alla salvezza.

Sono ben consapevole che la Chiesa a Malta è chiamata ad esercitare la sua missione pastorale in una situazione sociale e culturale che sotto certi aspetti presenta delle difficoltà. In questo contesto è chiaro che la Chiesa dev’essere soprattutto “la casa di Dio” (cf. 1 Tm 3, 15) nella quale la sua famiglia dimora (cf. Lumen gentium, 6) e dove i membri della famiglia, godendo della giusta libertà di Figli di Dio (cf. Rm 8, 21) sono uniti nei legami di fede e di amore: “ubi caritas et amor, Deus ibi est”. Vorrei incoraggiarvi sotto la guida del vostro Vescovo, a proseguire lungo il sentiero di un rinnovamento profondo ed autentico che lo Spirito Santo, attraverso il Concilio Vaticano II, ha segnato per tutto il popolo di Dio.

Inoltre non si può negare che oggi il vostro Paese deve affrontare nuovi problemi sempre crescenti. Le vostre venerabili tradizioni e la vostra società sono soggette alle lusinghe di una cultura secolarizzata che ha già inglobato gran parte del mondo. Come uomini e donne, le cui vocazioni non hanno significato lontano da Dio e dalle sue promesse, non dovete avere paura. È attraverso la perseveranza e la fedeltà di fronte alle sfide e alle prove che la potenza di Dio splende attraverso la debolezza umana. Mai sottovalutare l’azione nascosta dello Spirito Santo all’opera nei cuori umani per mettere in atto la trasformazione, la metànoia, che è nel cuore del messaggio evangelico (cf. Mc 1, 15). Vi esorto a rimanere legati alla vostra forte fede che è la vostra eredità cattolica come figli di Malta, cosicché le potenti azioni di Dio possano continuare a manifestarsi qui, ora e in futuro.

Malta è stata benedetta con molte vocazioni ed è stata molto generosa nel mandare sacerdoti e religiosi all’estero, con grande gioia e gratitudine delle Comunità Cattoliche in tutto il mondo. Ma c’è anche bisogno di vigilare sul futuro. Non abbiate paura di chiedere molto ai giovani, di sfidarli con la chiamata al servizio e a un modo di vita basato sulle radicali esigenze del Vangelo. Affinché il vostro appello sia efficace, dovete comunicarlo non solo a parole, ma anche con un esempio che dimostri che siete impegnati, zelanti e pieni di gioia al servizio del Signore.


Birgu (Vittoriosa), stele commemorativa della visita di Wojtyla


3. A tutti i sacerdoti di Malta affido le parole di S. Pietro “pascete il gregge di Dio che vi è affidato... E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria” (1 Pt 5, 2-4). Può esserci un onore maggiore di questo: che Cristo ha chiamato ognuno di voi per nome a condividere il suo ministero e vi ha affidato una parte del suo gregge? Può esserci incoraggiamento maggiore di questo: servire, lavorare e anche soffrire con Cristo, in modo che insieme a tutti i fedeli possiate partecipare alla gloria che deve essere rivelata? Sì, cari fratelli, è insieme al ministero e alla gloria che il Pastore supremo vi ha chiamati come sacerdoti.

Che grande grazia è il fatto che il vostro ministero a Malta è contraddistinto da una genuina vicinanza al vostro popolo! Mentre lavorate e vivete in mezzo ad esso, imitando Cristo che è venuto “non per essere servito, ma per servire” (Mt 20, 28), sforzatevi sempre di sviluppare un cuore sacerdotale, che trascina il popolo verso il bene ultimo, eterno, alle “cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio” (Col 3, 1). Siate aperti ad ognuno, con rispetto e sollecitudine genuina e fraterna. Nella vostra attività pastorale “non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo” (Gc 2, 1). Ogni uomo e donna che bussa alla vostra porta, indipendentemente dalla condizione socio-economica o dall’idea politica, dovrebbe riconoscere nelle vostre parole e nelle vostre azioni la piena verità di Dio, offerta con amore e comprensione. Come “scelto fra gli uomini” (cf. Eb 5, 1) e “per annunziare il vangelo di Dio” (cf. Rm 1, 1) che ha la speciale responsabilità di esprimere quella “compassione” che Gesù ha mostrato per tutti intorno a Lui (cf. Mt 9, 36).
Sapete che il vostro ministero di sacerdoti non può mai essere vissuto come un affare privato, il “presbyterium” dovrebbe riflettere chiaramente la comunione che è la vera natura della Chiesa, l’unico Corpo di Cristo (cf. 1 Cor 12, 12).

Il Decreto Conciliare sul ministero e la vita sacerdotale parla di “intima fraternità sacramentale” che unisce i sacerdoti come membra di un unico corpo sotto il Vescovo diocesano, “con il vincolo della carità, della preghiera e di ogni specie di collaborazione” (Presbyterorum ordinis, 8). La carità è richiesta per mettere in pratica fra i nostri fratelli lo stesso comandamento dell’amore che predichiamo agli altri; un vincolo di preghiera affinché nessun sacerdote sia spiritualmente isolato nell’adempimento del suo ministero; la cooperazione perché, come lo stesso Decreto ci dice “Nessun presbitero è quindi in condizione di realizzare a fondo la propria missione se agisce da solo e per proprio conto, sotto la guida di coloro che governano la Chiesa” (Ivi, 7). Vi esorto soprattutto ad essere modelli di unità e di armonia, cosicché il gregge a voi affidato possa trarre ispirazione per vivere in pace e lavorare unito come in una sola famiglia.

Birgu (Vittoriosa), chiesa di San Lorenzo

Alla vigilia del Sinodo dei Vescovi che sarà dedicato al tema della formazione sacerdotale, non posso tralasciare di dire qualcosa sulla vostra formazione permanente come sacerdoti. Per crescere come Pastori vorrete coltivare una sempre più profonda comprensione della Scrittura e delle Scienze sacre. Come uomini di Dio vorrete anche crescere in grazia attraverso la preghiera personale e gli esercizi spirituali, perché è solo attraverso la ricerca dell’intimità con Dio e della santità che la nostra conoscenza e le nostre abilità daranno frutti duraturi nel servizio del Popolo di Dio. Chiedo le vostre preghiere per il lavoro del Sinodo e per i seminaristi e sacerdoti di ogni paese, cosicché la Chiesa possa continuare ad essere benedetta con un clero zelante e meritevole mentre cerca di predicare il Vangelo nel mondo di oggi.
Infine, desidero incoraggiarvi a riconoscere e a portare avanti il ruolo particolare del laicato nella vita della Chiesa, in accordo con gli insegnamenti del Concilio che sono stati ulteriormente sviluppati nella Esortazione Apostolica Christifideles laici. C’è una complementarità fra il ruolo dei sacerdoti e quello del laicato. Qualunque sia il vostro lavoro di sacerdoti a Malta oggi, vorrete aumentare e rafforzare la cooperazione che esiste fra voi e i laici, cosicché ogni membro della Chiesa possa dare il suo giusto contributo al benessere materiale e spirituale di tutti. Questo include i vari Istituti laici, Associazioni e Movimenti, con il loro specifico contributo alla presenza e alla missione della Chiesa nella società.
Miei cari fratelli nel sacerdozio, siate sempre consci del compito ecclesiale che vi spetta in Cristo: i presbiteri “raccolgono la famiglia di Dio, come una fraternità animata dallo spirito d’unità, e per mezzo di Cristo nello Spirito la portano a Dio Padre” (Lumen gentium, 28). Possa il Signore concedervi perseveranza nel vostro “primo entusiasmo” cosicché tutto il Popolo di Dio a Malta possa beneficiare della vostra guida e del vostro primato spirituale, per un approfondimento della vita cristiana e un rinnovamento radicale della società.
4. Cari religiosi e religiose: come ho già detto in molte occasioni, il vostro più grande dono alla Chiesa e al mondo consiste soprattutto in quello che siete.
La vostra consacrazione è un potente segno che in Cristo l’umanità è chiamata ad essere una nuova creazione, a vivere non più “nella carne”, ma “nello spirito” (Rm 8, 9). Abbracciando liberamente e con gioia la castità, la povertà e l’obbedienza per la salvezza del Regno, siate testimoni del vero “stile” di vita che il Figlio di Dio scelse per se stesso, venendo al mondo.
Quanto bisogno ha oggi il mondo della fede che rende possibile la vostra consacrazione, la fede che la Lettera agli Ebrei definisce “fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono” (Eb 11, 1). La vita moderna rende facile all’uomo dimenticarsi di Dio, crearsi idoli e piaceri, beni materiali e l’esercizio del potere, nessuno dei quali può dare felicità duratura o un vero significato alla vita. Voi che vi siete votati ai consigli evangelici, testimoniate quanto questo sia imperituro (cf. 1 Cor 15, 50-53).
Voi mostrate al mondo che questo avviene “perdendo la propria vita” (cf. Mt 16, 25) che uno “la trova” in abbondanza, sia ora, sia nel mondo che verrà. Voi date espressione alla vocazione trascendente dell’umanità, che può solo essere raggiunta percorrendo la strada della Croce, in compagnia di Cristo.
Questo è un lavoro che dura tutta la vita che implica morire e risorgere costantemente con Cristo, mentre cercate di essere “perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5, 48). Mentre percorrete questa strada non stancatevi e non scoraggiatevi. Ricordatevi che Dio è fedele, avendovi chiamati alla vita religiosa, non mancherà di aiutarvi in ogni necessità perché perseveriate e cresciate in queste richieste.
A Malta, dove religiosi e religiose hanno dato un magnifico contributo alla evangelizzazione nei secoli, è mia speranza che mentre rimanete saldi nel carisma proprio di ogni Istituto, costruirete attivamente e coscientemente la Chiesa locale, attraverso l’esercizio dei vostri vari apostolati. Vi esorto a sviluppare al massimo la cooperazione, cosicché ogni Chiesa locale possa essere veramente una intorno al suo Vescovo, nella ricca diversità della sua vita e del suo lavoro ed essere secondo il motto scelto per questa visita un cuore solo con il Papa!
Desidero rivolgere una speciale parola a coloro che sono stati chiamati alla vita contemplativa. La vostra costante preghiera e sacrificio è il cuore dell’amore della Chiesa. Questo cuore batte non visto, ma incessantemente, per la redenzione dei peccatori, per la santificazione dei giusti, per la diffusione del Vangelo. Nel seguire le vie di Cristo che non sono sempre conformi al modo di pensare dell’uomo, il vostro ritiro dalle cose di questo mondo aumenta, anziché diminuire, la vostra influenza su di esse e diventa una fonte di benedizioni illimitate per tutta la famiglia umana. Attraverso l’abbondanza di frutti apostolici nascosti che la realtà della vostra consacrazione porta al Corpo mistico di Cristo (cf. Perfectae caritatis, 7), la vostra vita silenziosa e claustrale ha un profondo effetto sulla “città terrena” le cui fondamenta devono essere poste “nel Signore” per paura di coloro che costruiscono la loro fatica invano (cf. Lumen gentium, 46). Possa Dio garantire alla Chiesa di Malta molte più vocazioni alla vita contemplativa e possa conservare ognuno di voi nella pace e nella gioia.
5. A ogni sacerdote, fratello e sorella presente qui oggi e a tutto il clero e ai religiosi di Malta desidero esprimere la gratitudine della Chiesa per il vostro servizio al Vangelo.
Come San Paolo che molto tempo fa portò la fede cristiana in questi luoghi, “anche per questo preghiamo di continuo per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontà di bene e l’opera della vostra fede; perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù Cristo in voi e voi in lui” (2 Ts 1, 11-12).
A tutti imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica.

Gozo, il Santuario di Ta' Pinu



VISITA PASTORALE A MALTA
CELEBRAZIONE EUCARISTICA SUL SAGRATO DEL SANTUARIO DI TA’ PINU
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Isola di Gozo (Malta) - Sabato, 26 maggio 1990

Cari fratelli e sorelle in Cristo,
1. “L’anima mia magnifica il Signore” (Lc 1, 46). Queste parole piene di gioia, tratte dal Salmo responsoriale della liturgia di oggi, furono pronunciate per la prima volta dalla Beata Vergine Maria mentre rifletteva sulle “grandi cose” che Dio aveva fatto per lei e il suo Popolo Eletto. Ed è tanto più appropriato che la Chiesa a Gozo faccia eco al canto di lode di Maria in questo Santuario di Nostra Signora Ta’ Pinu, mentre celebriamo l’antica fede del popolo di Malta e di Gozo e ci rallegriamo nel vincolo della comunione della Chiesa che li ha sempre legati alla Santa Sede!
In questo momento, durante la prima Messa che celebro dal mio arrivo a Malta, ringrazio per le molteplici benedizioni che Dio ha concesso agli abitanti di queste isole dal momento in cui l’Apostolo Paolo per primo predicò il Vangelo tra di voi. Nel salutarvi tutti nell’amore del Signore, vi assicuro della mia preghiera affinché la pace di Cristo trovi sempre una dimora nei vostri cuori e nelle vostre case. Esprimo la mia gratitudine al Vescovo Cauchi per le sue parole di benvenuto che hanno dato voce alla fede tradizionale del popolo di Gozo, all’amore profondo verso la sua stupenda terra, alla speranza che la benedizione della natura che Dio ha destinato a tutta l’umanità possa essere salvaguardata a beneficio delle generazioni future.
2. Stamani celebriamo la comunione con la Chiesa di ogni tempo e di ogni luogo, quella Chiesa nella quale la Beata Vergine Maria spicca quale figura preminente (cf. Lumen gentium, 53). In questo venerato Santuario di Nostra Signora Ta’ Pinu, rendiamo grazie a Nostro Signore Gesù Cristo per l’amorosa presenza e la protezione della sua Vergine Madre che le Chiese di Malta e di Gozo hanno sperimentato nel corso della loro storia. Per molti secoli, i fedeli di queste isole si sono avvicinati a Maria nella preghiera ed hanno ricercato la sua amorevole intercessione affinché li aiutasse nelle loro necessità e li confortasse nelle loro preoccupazioni. Nel rivolgersi a Maria, benedetta tra le donne, essi hanno fatto eco alle parole dell’Angelo Gabriele nell’Annunciazione (cf. Lc 1, 28), ed hanno compiuto la profezia che Lei stessa aveva annunciato a Elisabetta, sua parente: “D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata” (Ivi, 48).
In un modo molto speciale Maria è stata la patrona delle famiglie Cristiane di Malta e di Gozo, poiché queste hanno cercato di adempiere il loro unico compito nel disegno di Dio per la salvezza della stirpe umana. Possiamo essere fiduciosi che, con un amore materno, Maria non ha esitato ad intercedere per le generazioni di genitori e figli, ispirando loro quel timore del Signore che è l’inizio della saggezza (cf. Sal 110, 10) ed accompagnandoli nel loro pellegrinaggio di fede.
Anche oggi le famiglie di Malta devono affidarsi alla protezione ed alla cura materna di Maria, poiché si trovano di fronte a nuove sfide nel compimento della loro missione vitale verso gli individui e verso la società tutta! Nel piano di Dio la famiglia è il luogo nel quale i bambini imparano cosa significhi essere individui responsabili e membri di una comunità più vasta, il luogo nel quale essi incontrano per la prima volta le virtù dell’amore generoso e del sacrificio di sé, e il luogo nel quale essi per la prima volta arrivano a comprendere il mistero dell’amore di Dio così come è espresso nell’amore dei loro genitori. Essendo la famiglia la “prima e vitale cellula della società” (Apostolicam actuositatem, 11), la salute spirituale delle famiglie sarà sempre la misura fondamentale della forza di una società. Possano le famiglie di Malta e di Gozo non esitare mai a rivolgersi a Maria, Madre della Sacra Famiglia di Nazaret e Madre di tutta l’umanità secondo la grazia (cf. Lumen gentium, 62), quale guida sicura in mezzo alle sfide ed alle prove della vita!
3. Nel Vangelo della Messa di oggi siamo invitati a riflettere sull’assistenza materna di Maria nella missione divina del Figlio. San Giovanni ci racconta che alle nozze di Cana, quando Gesù iniziò il suo ministero pubblico trasformando l’acqua in vino, operò il miracolo su esortazione della Madre, che era preoccupata dalle necessità degli invitati. Nel corso degli anni, meditando su questo brano della Scrittura, la Chiesa è arrivata a comprendere come le parole fiduciose dette da Maria ai servitori - “Fate quello che vi dirà” (Gv 2, 5) - sono una misteriosa indicazione sul privilegiato ruolo materno di Maria nell’intera economia della grazia di Cristo. Come Madre, “Maria si pone tra suo Figlio e gli uomini nella realtà delle loro privazioni, indigenze e sofferenze” (Redemptoris Mater, 21). Nella sua amorevole sollecitudine per il prossimo, pone tutti i bisogni dell’umanità nell’ambito del potere salvifico di Cristo.


Santuario di Ta Pinu: la lapide che ricorda il passaggio di Giovanni Paolo II

Alla fine del Vangelo di Giovanni, Maria appare ancora una volta, questa volta ai piedi della Croce. Quale immagine più forte della profonda unione spirituale con la missione redentrice del proprio Figlio avrebbe potuto offrirci l’Evangelista? Quando dalla Croce Gesù dice al Discepolo che amava “Ecco la tua madre!” (Gv 19, 27), affida Maria, a noi, ad ognuno dei suoi discepoli, perché sia anche la nostra Madre. Ai piedi della Croce, Maria è pienamente rivelata come Madre della Chiesa, “Mater Ecclesiae”, invitando ognuno di noi ad affidarci alle sue preghiere. Non esitiamo mai a rivolgerci a Lei!
Quante volte, nelle vostre famiglie, vi sentite impotenti di fronte a situazioni critiche ed apparentemente senza soluzione? Quante persone considerano uno sforzo costante il perdonare rancori di vecchia data, o il superare sentimenti radicati di collera, ostilità, gelosia o risentimento? Quante persone desiderano disperatamente qualcuno che amano per abbandonare un modo di vita o un modo d’agire che, sanno, condurrà soltanto a frustrazione e infelicità? E quante volte i nostri cuori vanno a qualcuno che è invischiato nelle fatiche del tormento mentale o di un dolore amaro che non trova consolazione? In momenti come questi non dovremmo noi riporre la nostra fiducia nell’intercessione amorevole di Maria, fiduciosi che la più disperata delle situazioni umane può essere trasformata dal potere salvifico di Gesù, il quale in risposta alla sua richiesta ha trasformato l’acqua in vino, ed è morto sulla Croce per farci vivere in eterno?
4. La collaborazione di Maria al mistero del disegno di Dio, così come si rivela nell’Incarnazione di suo Figlio, invita tutti i genitori e i figli cristiani a considerare la loro propria vocazione ad essere collaboratori del mistero della grazia di Dio che opera nelle loro famiglie. La nostra fede ci insegna che ogni vita umana, che inizia al momento del concepimento, è un dono del Creatore ed è dotata di infinito valore ai suoi occhi. La nostra fede ci ricorda che tutti gli esseri umani sono stati creati ad immagine e somiglianza di Dio ed hanno ricevuto una vocazione ed un destino che troveranno il loro pieno compimento al di là di questa esistenza terrena, in una comunione di vita ed amore con la Santa Trinità. La fede ci insegna anche che siamo uniti a tutti i membri della stirpe umana in una profonda solidarietà morale; che le nostre azioni e le nostre scelte non hanno conseguenze soltanto per noi stessi, ma per gli altri, e che saremo giudicati secondo la misura del nostro amore ed interesse per i più umili fra i nostri fratelli e sorelle.
Non è nella vita della propria famiglia che la maggior parte delle persone arrivano ad imparare la magnifica verità che si cela dietro queste profonde affermazioni della fede cristiana? Purtroppo è facile che gli individui e le famiglie siano tanto presi dalle tante ansie della vita quotidiana da non riuscire a porre le loro vite in una prospettiva spirituale, e a riscoprire la verità della loro vocazione. Tutto ciò è molto triste, poiché senza uno spirito di preghiera e meditazione non possiamo discernere la volontà di Dio su di noi, rivolgerci a Lui in amore ed obbedienza, e sperimentare così la felicità e la pace per le quali Egli ci ha creati!
Per questa ragione vi incoraggio tutti a pregare costantemente (cf. 1 Ts 5, 17), specialmente all’interno delle vostre famiglie, in umile atto di ringraziamento per tutto quello che Dio ha fatto per voi nella sua bontà. Chiedetegli ogni giorno di aiutarvi a rimanere fedeli alla vocazione che vi ha affidato in Cristo! Non abbiate paura di porgergli tutte le vostre speranze, i vostri bisogni, le vostre preoccupazioni. Genitori, pregate per i vostri figli, perché possano crescere nella nuova vita ricevuta nel Battesimo. Figli, pregate per i vostri genitori, perché anche voi avete un ruolo da svolgere nel renderli santi (cf. Gaudium et spes, 48). Inoltre, come membri di una famiglia più grande, pregate in unione al Corpo di Cristo in tutto il mondo, per le necessità dell’umanità intera: per i malati e gli oppressi, per i Capi delle Nazioni, per coloro che operano per la giustizia e la pace tra i popoli, e per coloro che promuovono la gestione responsabile dell’ambiente. Pregate per tutti coloro che in qualsiasi modo rendono gloria a Dio servendo con umiltà i bisogni dei loro fratelli e sorelle. Ed in qualsiasi luogo voi lavoriate: in casa, nei campi o in mare, nella fabbriche o nell’industria crescente del turismo a Malta, offrite il vostro lavoro al Signore quale sacrificio gradito, in preparazione all’avvento del suo Regno!


Santuario di Ta' Pinu: l'altare maggiore

Nel passato, la fervente vita familiare ha costituito una solida base alla stabilità ed allo sviluppo armonioso della società. Al giorno d’oggi le famiglie di Malta e di Gozo possono continuare a riconoscersi in questa importante sfida? La vostra società, come molte altre, non è immune da una specie di disorientamento spirituale causato da rapidi cambiamenti sociali e dalla attrazione di sistemi di valori e modi di comportamento che si muovono in senso inverso alle profonde convinzioni che hanno plasmato la vostra identità di popolo. Nell’invocare oggi l’intercessione della Beata Vergine Maria, Madre della Riconciliazione e Regina della Pace, io chiedo a tutti voi di pregare insieme a me affinché le famiglie di Malta siano il crogiuolo nel quale la vostra società possa forgiare un rinnovato impegno ai valori del Vangelo che sono la sua eredità più preziosa dal passato!
5. Così “la Chiesa cammina nel tempo verso la consumazione dei secoli e muove incontro al Signore che viene; . . . procede ricalcando l’itinerario compiuto dalla Vergine Maria, la quale «avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio fino alla Croce»” (Redemptoris Mater, 2). Fratelli e sorelle: mentre voi cercate di perseverare nel vostro personale pellegrinaggio di fede, io raccomando le vostre famiglie alla protezione materna e alle preghiere di Maria. Possa, Lei che “serbava nel suo cuore” (Lc 2, 51) il mistero dell’amore di Dio rivelatosi nella vita di suo Figlio, guidare i genitori ed i figli affinché rispondano pienamente alla vocazione che essi hanno ricevuto come figli e figlie di Dio, redenti da Cristo e rinati nello Spirito Santo (cf. Gv 3, 5).




Possa Lei guidare i Pastori della Chiesa nella catechesi e nel ministero verso i giovani e verso coloro che si preparano al matrimonio. E possa guidare tutti coloro che in qualche modo sono responsabili del benessere pubblico, così che possano rispettare ed appoggiare la vita della famiglia con leggi sagge e prudenti, rifiutando come pericoloso per il bene della società tutto ciò che potrebbe ignorare o rifiutare il piano di Dio per la famiglia e diminuire il rispetto per il dono della vita umana.
Mentre continuiamo la celebrazione dell’Eucaristia in questo Santuario dedicato a Maria la Madre di Dio dall’amore e dalla devozione di generazioni di Cattolici di Malta, possano le nostre voci essere unite alla sua nel ringraziare Dio per le molteplici grazie che ha concesso al suo popolo a Malta ed a Gozo:
“Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente!”.
Sì, “l’Onnipotente ha fatto grandi cose” tra di noi!
Egli ha fatto “grandi cose” per tutto il suo popolo!

Amen


INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II 

CON GLI INTELLETTUALI NELLA CHIESTA DI ST. JULIAN’S

Sliema (Malta) - Domenica, 27 maggio 1990

Egregi Signore e Signori,
1. È per me un grande piacere trovarmi in mezzo agli stimati rappresentanti della vita scientifica, culturale ed artistica di Malta. Il nostro incontro è un riconoscimento dell’importanza che noi tutti attribuiamo all’apprendimento, alla ricerca della conoscenza, all’interscambio intellettuale e alla realizzazione artistica, verso i valori sublimi della Verità e della Bellezza nell’ardua ma anche entusiasmante ricerca dell’umanità dei genuini progressi umani.
“Quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?” (Sap 9, 13).
Queste parole del Libro della Sapienza che questa mattina hanno introdotto la nostra conversazione ci incoraggiano ad insistere per un momento sulle attuali condizioni della nostra cultura e civiltà. In un periodo di vaste trasformazioni ideologiche e politiche, di pericolosi squilibri nell’economia mondiale, di nuovi ma non sempre confortanti progressi nella scienza e nella tecnologia dobbiamo confrontarci con una questione scottante che da lontano appare all’orizzonte del nuovo millennio in arrivo. Per quelle società minacciate dall’insicurezza, dalle urgenze del drammatico degrado ambientale, dall’endemica disoccupazione, dall’insicurezza politica, la domanda principale che il futuro pone è la seguente: Cosa accadrà alla persona umana?
Politici e magistrati, ingegneri e giuristi, ricercatori e medici, artisti, educatori, operatori sociali e studenti: voi tutti percepite una inquietudine - a volte vaga ma sempre presente - nelle vostre coscienze più profonde. La questione si sta ora focalizzando ancora di più grazie agli importanti eventi che stiamo sperimentando e gli elementi sconosciuti dei prossimi mesi ed anni. Nessuno che affermi di guardare agli eventi in modo critico può negare di sentire un profondo coinvolgimento personale. Perché? Perché nel momento in cui questo secolo e questo millennio si avviano al termine, ciò che è in gioco è il significato stesso e la direzione del pellegrinaggio dell’umana famiglia nel corso della storia.
2. Voi che siete l’élite intellettuale e culturale della società siete coinvolti in modo particolare. In larga misura il futuro dipende dalla prospettiva culturale nella quale gli individui ed i popoli hanno la possibilità di sviluppare e progettare il loro destino. La storia recente ha drasticamente alterato il quadro culturale di riferimento. In particolare, la serie di eventi in Europa negli ultimi mesi mostra chiaramente l’inadeguatezza e il fallimento di una cultura che non era costruita sul primato della dimensione spirituale della persona umana.
Naturalmente gli aspetti economico, politico e sociale della vita richiedono una sollecita attenzione ed un decisivo impegno da parte di tutti. Ma allo stesso tempo è necessario affermare in modo chiaro il primato dell’etica sulla tecnologia, il primato dell’“essere” sull’“avere”. Questo diventa uno speciale imperativo quando siamo immersi in una falsa cultura di “apparenze”, il risultato di una sfrenata mentalità del consumo nociva ai bisogni più profondi degli individui e delle comunità. La sfida che ora si presenta all’Europa è quella di riscoprire le sue radici più profonde. Nell’accettare questa sfida, la cultura europea è necessariamente chiamata a render conto della fede cristiana che ha dato forma ai suoi popoli.


Mosta, S. Maria Assunta

3. Cari amici, il compito principale di coloro che hanno la responsabilità delle vite degli individui e delle nazioni è di fornire una forma di vita che risponda pienamente all’unica ed inalienabile dignità degli esseri umani. Il compito è immenso. Esso comporta il lavorare per lo sviluppo completo e genuino dei popoli in un clima di effettiva cooperazione, per la difesa dei diritti umani, la promozione della vita nel rispetto della volontà del Creatore della famiglia, la protezione dei lavoratori, la costruzione di una comunità più giusta e fraterna, nella natura ed in tutti i campi della vita.
La libertà riscoperta sta guidando popoli a lungo condannati al silenzio, alla paura ed al bisogno a proclamare a voce alta il valore della persona umana, l’aspetto spirituale della vita, il bisogno di esprimere la dignità individuale e la responsabilità personale prendendo parte attivamente ai processi che determinano la vita civile e nazionale.
Uomini e donne di cultura quali voi siete, sapete che la restaurazione delle libertà esteriori è soltanto il primo passo, il primo gradino. L’esercizio della libertà deve essere accompagnato da una crescita nella maturità morale e spirituale. Purtroppo mentre ci avviciniamo al terzo millennio cristiano, la nostra cultura dominante mostra i segni di un indebolimento nell’impegno morale ed uno scarso senso di ispirazione spirituale. Le persone sono spesso più sensibili ai sentimenti, alle emozioni ed alle impressioni, piuttosto che al ragionamento, alla riflessione ed al discernimento. Agire senza ragionare non è degno dell’uomo, la cui libertà è basata sulla conoscenza della verità che illumina il suo giudizio.
La conquista della libertà autentica è radicalmente messa in pericolo quando la verità, diligentemente acquisita attraverso la ragione e meravigliosamente approfondita attraverso l’apertura alla parola di Dio, viene disgregata. Senza riferimento alla verità, gli esseri umani non potranno mai liberarsi dalla irresponsabilità e dalla paura. Gesù Cristo ha affermato molto chiaramente: “la verità vi renderà liberi” (cf. Gv 8, 32). Ciò che si applica agli individui si applica anche alle nazioni. È nell’accettare l’intera verità della nostra condizione umana - che corrisponde al disegno di Dio per gli esseri umani, rivelato in Cristo, la via, la verità e la vita (cf. Gv 14, 6) - che i nostri contemporanei raggiungeranno la loro piena dimensione di uomini e donne liberati dalla paura e dalle vane illusioni.


Mosta, la cupola di S. Maria Assunta (la terza più grande d'Europa), colpita da una bomba durante la II guerra mondiale senza conseguenze per i fedeli raccolti in preghiera all'interno della chiesa.
4. Malta non è esente dai problemi e dai cambiamenti che trasformano il volto culturale e politico dell’Europa e del mondo. Grazie alla sua posizione geografica e alla sua storia, Malta presenta una meravigliosa simbiosi di culture europea e mediterranea e si trova quindi in una buona posizione per osservare e prender parte agli attuali cambiamenti di vedute. Quale crocevia di fruttuosi scambi tra diverse civiltà, Malta è rimasta fedele alle sue tradizioni di ospitalità, come si è visto di recente nell’incontro che si è tenuto qui tra i Capi degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica. La fede cristiana che è giunta a voi duemila anni fa ha profondamente influenzato la vostra vita familiare, le vostre tradizioni e quasi tutte le manifestazioni del vostro carattere.
Tuttavia, il declino dei valori morali da una parte e le tensioni ideologiche dall’altra, hanno lasciato molti dei nostri contemporanei indifesi, disorientati, e in molti casi con una drammatica crisi di identità. Voi, che siete le personalità più rappresentative della vita culturale del vostro Paese, non potete restare sordi a quanti gridano d’angoscia chiedendo significati e certezze. Sarebbe tradire le loro aspettative, soprattutto nel caso dei giovani alla soglia della vita adulta.
L’ampiezza e la novità dei problemi che riguardano l’evoluzione della società, non devono far sì che voi ignoriate i vostri concittadini, vostri fratelli e sorelle, considerati nella loro esistenza reale, e non alla luce di concetti ideologici astratti. È alle persone reali, nella loro condizione attuale che il Creatore rivolge l’appello di vivere nella pienezza della dignità e della libertà. La vostra missione, lo ripeto, è immensa. Non è altro che uno sforzo incessante di cercare e sostenere la verità sulla vita e il destino dell’uomo.

5. Quali cattolici avete un’autentica vocazione a evangelizzare l’ambiente culturale in cui vivete e lavorate. Questo compito deriva dal vostro impegno battesimale. Non ha nulla a che vedere con l’imposizione di un modello precostituito e unilaterale di vita culturale. Piuttosto, esso riguarda il “riconoscimento e l’eventuale purificazione degli elementi della cultura esistente criticamente vagliati . . . e la loro elevazione mediante le originali ricchezze del Vangelo e della fede cristiana” (Christifideles laici, 44). La vostra presenza attiva di cattolici, uomini e donne, nel mondo dell’impegno scientifico, intellettuale e artistico, è necessaria, sia individualmente che quali membri delle diverse associazioni culturali e apostoliche che vi permettono di operare più efficacemente per il progresso del vostro popolo. Le vostre attività in questo campo dovrebbero essere caratterizzate dal coraggio e dalla creatività intellettuale, e soprattutto da un profondo senso di amore e di servizio.

Quali uomini e donne di fede, voi considerate il mistero della vita umana in rapporto al mistero di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. In lui la nostra condizione umana viene elevata e trasformata in una dinamica comunione personale con il Creatore. Nell’Incarnazione, il Figlio di Dio si è unito in certo qual modo con ogni persona umana. Egli è diventato veramente uno di noi, uguale a noi in tutto eccetto che nel peccato (cf. Gaudium et spes, 22). Attraverso l’invio del suo Spirito e la vita di grazia, Cristo rinnova le persone dall’interno, rendendole capaci di adempiere al nuovo comandamento di amore che deve caratterizzare la nuova umanità nata dalla sua Croce e dalla sua Risurrezione. È nella costruzione di questa civiltà dell’amore che il vostro impegno e le vostre conquiste culturali raggiungono il valore più alto ed hanno gli effetti più benefici sulla società. Seguendo questo cammino, sapete che i vostri sforzi richiedono la partecipazione alla sapienza che soltanto Dio può dare. Che possiate far vostra la preghiera della Lettura tratta dalla Scrittura che abbiamo ascoltato all’inizio di questo incontro:
“Mandala (la sapienza) dal tuo trono glorioso, / perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica / e io sappia che cosa ti è gradito” (Sap 9, 10).

6. Teologi, filosofi, esperti nelle scienze umane e naturali, insegnanti e ricercatori, insieme con i vostri studenti: voi costituite una comunità altamente qualificata dedita all’impegno intellettuale, con una sublime missione di servizio alla più ampia società maltese. Spero di tutto cuore che siate sempre motivati da una passione sincera per la verità e da un profondo amore per i vostri simili.

Voi, che siete eredi di un retaggio antico, alzate i vostri occhi a tutta l’ampiezza del Mediterraneo che vi circonda e ai popoli che abitano sulle sue sponde. La sfida che sta di fronte a voi è quella di irradiare un esempio.
Che il vostro amore per la libertà, il vostro amore per la verità, il vostro amore per la giustizia facciano di queste Isole, site nel cuore del Mediterraneo, un santuario di pace e di fratellanza, imbevuto di quella verità e di quell’amore che Cristo, il Redentore, è venuto a portare.

Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco gli abbondanti doni di Dio e cordialmente vi imparto la mia Benedizione Apostolica.
Al termine dell’incontro, Giovanni Paolo II ha rivolto ai presenti le seguenti parole:

Sono a Malta per la prima volta. Vi devo confessare che sto ammirando non solo la bellezza della natura di queste isole e di questo mare, ma anche lo splendido patrimonio artistico e, per questa ragione, il nostro incontro di oggi è molto importante per me e per noi tutti. Vi sono molto grato per i doni che mi avete offerto a conclusione del nostro incontro, ma vi sono principalmente grato per il dono della vostra presenza e della vostra partecipazione. Grazie!

Giovanni Paolo II

fonte: www.vatican.va

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