giovedì 19 agosto 2021

E' il fiume che mugghia. E' il Sagittario che si gonfia nelle gole...

 



L’antico abitato d'Anversa è adagiato su uno sperone roccioso, a 660 metri d'altitudine. Domina l'ultimo tratto delle suggestive Gole del Sagittario, scavate dal fiume omonimo che sebbene non le attraversi più ha creato un ambiente rimasto inalterato nel tempo, oggi Riserva Naturale del WWF. 

Qui sgorgano le Sorgenti di Cavuto, acque purissime con proprietà terapeutiche. Attraversata dalla tortuosa strada provinciale, che si snoda lungo il fianco della montagna sovrastante l'antico alveo fluviale raggiungendo Villalago e Scanno, Anversa costituisce la cerniera naturale tra Valle Peligna e la valle superiore del Sagittario. Indagata nei suoi aspetti folclorici ed archeologici da Antonio De Nino, scelta da Gabriele d'Annunzio per l'ambientazione de La fiaccola sotto il moggio, il paese ha richiamato da sempre l’attenzione di letterati, botanici, artisti e viaggiatori. 


E' il fiume

che mugghia, è il Sagittario che si gonfia

nelle gole. Si sciolgono le nevi

ai monti, alla Terrata, all'Argatone;

e il Sagittario subito s'infuria.

Sul lato destro delle Gole e sopra il crinale del Monte Sant’Angelo svetta il piccolo nucleo di Castrovalva, antichissimo borgo a 820 metri di quota. Infeudato per alcuni secoli ai Sangro, ha conservato la sua indipendenza sino al 1817, allorché fu unito amministrativamente ad Anversa. L’antico borgo medievale di Anversa è individuato da una cinta esterna di case, costruite di solito sopra dirupi, che circoscrivono il vecchio centro abitato su cui emergono le vestigia del Castello Normanno. Caratteristici sono i vicoli interni ed i sottopassaggi voltati ad arco ricavati tra le case. 


Sulle tracce di Maurits Cornelis Escher

La litografia di "Castrovalva" esposta al Museum of Art di Washington, realizzata nel 1930, è considerata da molti critici quella di più alto spessore del periodo paesaggistico di Escher (conosciuto principalmente per le sue incisioni su legno, litografie e mezzetinte che tendono a presentare costruzioni impossibili ed esplorazioni dell'infinito). 



Il sentiero dei "viaggiatori": le Gole del Sagittario e la Riserva Naturale 

Nella suggestiva cornice delle gole calcaree del Fiume Sagittario, in quel lembo di terra che, ai viaggiatori inglesi Richard Keppel Craven e Edward Lear, apparve “pauroso e bello” sorge la Riserva Regionale “Gole del Sagittario”. Il canyon è il risultato dell’azione erosiva svolta nei secoli dal corso d’acqua attraverso imponenti strati di roccia calcarea. Questi sono quello che resta di un antico fondale marino, esteso in gran parte dell’Appennino centrale, dove, per circa 200 milioni di anni, tra Cenozoico e Mesozoico, si è avuta una quasi ininterrotta sedimentazione carbonatica. L’area, oasi WWF dal 1991, è diventata Riserva naturale regionale nel 1997 e si estende su una superficie di 450 ettari.

Ancora oggi le Gole rimangono particolarmente suggestive e straordinariamente affascinanti; con alte pareti rocciose, rappresentano un ambiente conosciuto in tutto il mondo, sia per il particolare interesse faunistico che per quello floreale. Seguendo il Falco Pellegrino e il colore del fiordaliso, il visitatore scopre il fascino naturale della riserva:

"...le trote vanno scherzando sotto l'acqua ed i merli di fiume ed altri uccelli insidiatori per sopra..." con queste parole nel 1712 Michele Torcia, un diplomatico napoletano, descriveva l'ambiente delle Gole del Sagittario, ed è dal Giardino botanico della Riserva, che l'itinerario proposto intende ripercorrere parte del tragitto che tanto colpì i numerosi visitatori italiani e stranieri.

Il fascino dell' ambiente è rimasto inalterato nel tempo. Sulle pareti nidificano e si possono osservare numerose coppie di Gracchio Corallino, un corvide sempre più raro in tutta Europa; inoltre è facile ascoltarne il tipico verso simile a quello della Taccola, altro piccolo corvide nidificante nelle gole. Continuando a salire, il sentiero piega a sinistra, offrendoci l'imponente scorcio di Pizzo Marcello.

Si sale quindi sulla piccola e tortuosa strada asfaltata che porta al paese di Castrovalva, per poi riprendere sulla destra una mulattiera; in pochi minuti ci troviamo sulla cresta rocciosa di colle San Michele, sovrastando le gole sottostanti. Con un po' di fortuna è possibile osservare il volo tra le rocce del Passero Solitario; per gli amanti dei fiori, attenzione a non calpestare il Fiordaliso del Sagittario!


fonte: www.parchiletterari.com


Scanno (m. 1050)



Nessun commento:

Posta un commento