giovedì 7 aprile 2011

Il beato "losco"


1. « Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore ... Lo Spirito di Verità ». Nel tempo pasquale, a mano a mano che ci avviciniamo alla Pentecoste, queste parole diventano sempre più attuali. Sono state pronunziate nel Cenacolo da Gesù, il giorno prima della Passione, mentre si congedava dagli Apostoli. La sua partenza - la partenza dell'amato Maestro mediante la morte e la risurrezione - apre la via ad un altro Consolatore. Verrà il Paraclito: verrà, grazie proprio alla dipartita redentrice di Cristo, che rende possibile ed inaugura la nuova presenza misericordiosa di Dio fra gli uomini. Lo Spirito di Verità, che il mondo non vede e non conosce, si fa, invece, conoscere dagli Apostoli, perché dimorerà presso di loro e in loro opererà. E di ciò, il giorno della Pentecoste, tutti diverranno testimoni.

2. La Pentecoste, tuttavia, è solo l'inizio, poiché lo Spirito di Verità viene per rimanere con la Chiesa « per sempre », nell'incessante rinnovarsi delle generazioni future. Ed allora non solo agli uomini del suo tempo, ma a tutti noi e ai nostri contemporanei si rivolgono le parole dell'apostolo Pietro: « Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi ». Nel nostro secolo, Pier Giorgio Frassati, che a nome della Chiesa oggi ho la gioia di proclamare Beato, ha incarnato nella propria vita queste parole di San Pietro. La potenza dello Spirito di Verità, unito a Cristo, lo ha reso moderno testimone della speranza, che scaturisce dal Vangelo, e della grazia di salvezza operante nel cuore dell'uomo. È diventato, così, il testimone vivo e il difensore coraggioso di questa speranza a nome dei giovani cristiani del secolo ventesimo.

3. La Fede e la Carità, vere forze motrici della sua esistenza, lo resero attivo ed operoso nell'ambiente in cui visse, in famiglia e nella scuola, nella università e nella società; lo trasformarono in gioioso ed entusiasta apostolo di Cristo, in appassionato seguace del suo messaggio e della sua carità. Il segreto del suo zelo apostolico e della sua santità, è da ricercare nell'itinerario ascetico e spirituale da lui percorso; nella preghiera, nella perseverante adorazione, anche notturna, del Santissimo Sacramento, nella sua sete della parola di Dio, scrutata nei testi biblici; nella serena accettazione delle difficoltà della vita anche familiari; nella castità vissuta come disciplina ilare e senza compromessi; nella predilezione quotidiana per il silenzio e la « normalità » dell'esistenza. È proprio in questi fattori che ci è dato scoprire la sorgente profonda della sua vitalità spirituale. Infatti, è attraverso l'Eucaristia che Cristo comunica il suo Spirito; è attraverso l'ascolto della sua parola che cresce la disponibilità ad accogliere gli altri, ed è pure attraverso l’abbandono orante nella volontà di Dio che maturano le grandi decisioni della vita. Solo adorando Dio presente nel proprio cuore, il battezzato può rispondere a chi « domandi ragione della speranza » che è in lui. E il giovane Frassati lo sa, lo sperimenta, lo vive. Nella sua esistenza la fede si fonde con la carità : saldo nella fede e fattivo nella carità, poiché la fede senza le opere è morta.

4. Certo, ad uno sguardo superficiale, lo stile di Pier Giorgio Frassati, un giovane moderno pieno di vita, non presenta granché di straordinario. Ma proprio questa è l’originalità della sua virtù, che invita a riflettere e che spinge all’imitazione. In lui la fede e gli avvenimenti quotidiani si fondono armonicamente, tanto che l'adesione al Vangelo si traduce in attenzione amorosa ai poveri e ai bisognosi, in un crescendo continuo sino agli ultimi giorni della malattia che lo porterà alla morte. Il gusto del bello e dell'arte, la passione per lo sport e per la montagna, l'attenzione ai problemi della società non gli impediscono il rapporto costante con l'Assoluto. Tutta immersa nel mistero di Dio e tutta dedita al costante servizio del prossimo: così si può riassumere la sua giornata terrena! La sua vocazione di laico cristiano si realizzava nei suoi molteplici impegni associativi e politici, in una società in fermento, indifferente e talora ostile alla Chiesa. Con questo spirito Pier Giorgio seppe dare impulso ai vari movimenti cattolici, ai quali aderi con entusiasmo, ma soprattutto all'Azione Cattolica, oltre che alla FUCI, in cui trovò vera palestra di formazione cristiana e campi propizi per il suo apostolato. Nell'Azione Cattolica egli visse la vocazione cristiana con letizia e fierezza e s'impegnò ad amare Gesù e a scorgere in lui i fratelli che incontrava nel suo sentiero o che cercava nei luoghi della sofferenza, dell’emarginazione e dell'abbandono per far sentire loro il calore della sua umana solidarietà e il conforto soprannaturale della fede in Cristo. Morì giovane, al termine di una esistenza breve, ma straordinariamente ricca di frutti spirituali, avviandosi « alla Vera Patria a cantare le lodi a Dio ».

5. L'odierna celebrazione invita tutti noi ad accogliere il messaggio che Pier Giorgio Frassati trasmette agli uomini del nostro tempo, soprattutto a voi, giovani, desiderosi di offrire un concreto contributo di rinnovamento spirituale a questo nostro mondo, che talora sembra sfaldarsi e languire per mancanza di ideali. Egli proclama, con il suo esempio, che è « beata » la vita condotta nello Spirito di Cristo, Spirito delle Beatitudini, e che soltanto colui che diventa « uomo delle Beatitudini » riesce a comunicare ai fratelli l’amore e la pace. Ripete che vale veramente la pena sacrificare tutto per servire il Signore. Testimonia che la santità è possibile per tutti e che solo la rivoluzione della Carità può accendere nel cuore degli uomini la speranza  di un futuro migliore.

6. Si, « stupende sono le opere del Signore ... Acclamate a Dio da tutta la terra ». I versetti del Salmo che risuonano nella liturgia della odierna domenica, sono come un'eco viva dell'anima del giovane Frassati; è noto, infatti, quanto egli abbia amato il mondo creato da Dio ! « Venite a vedere le opere di Dio »: anche questo è un invito che si raccoglie dalla sua giovane anima e si rivolge in modo particolare ai giovani. « Mirabile Dio nel suo agire sugli uomini ». Mirabile il suo agire per gli uomini! Occorre che gli occhi umani, - occhi giovani, occhi sensibili -, sappiano ammirare le opere di Dio, nel mondo esterno e visibile. Occorre che gli occhi dell'anima sappiano volgersi da questo mondo esterno e visibile a quello interno e invisibile: e così possano svelare all'uomo quelle dimensioni dello spirito nelle quali si riflette la luce del Verbo che illumina ogni uomo. In questa luce opera lo Spirito di Verità.

7. Ecco l’uomo « interiore »! E tale ci appare Pier Giorgio Frassati. Difatti, tutta la sua vita sembra riassumere le parole di Cristo che troviamo nel Vangelo di Giovanni : « Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui ». Egli è l’uomo « interiore » amato dal Padre, perché molto ha amato. Egli è anche l’uomo del nostro secolo, l’uomo moderno, l’uomo che ha tanto amato ! Non è forse l'amore la cosa più necessaria al nostro ventesimo secolo, al suo inizio come alla sua fine? Non è forse vero che soltanto ciò resta, senza mai perdere la sua validità: il fatto che “ha amato”?
8. Egli se ne è andato giovane da questo mondo, ma ha lasciato un segno nell'intero secolo, e non soltanto in questo nostro secolo. Egli se ne è andato da questo mondo, ma, nella potenza pasquale del suo Battesimo, può ripetere a tutti, in particolar modo alle giovani generazioni di oggi e di domani: « Voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete! »." Queste parole furono pronunciate da Gesù Cristo, mentre si congedava dagli Apostoli, prima di affrontare la Passione. Mi piace raccoglierle dalla bocca stessa del novello Beato, quale suadente invito a vivere di Cristo, in Cristo. Ed è invito valido tuttora, valido anche oggi, soprattutto per i giovani di oggi. Valido per tutti noi. Invito valido che ci ha lasciato Pier Giorgio Frassati.

Giovanni Paolo II, omelia in occasione della beatificazione di Pier Giorgio Frassati, 20 maggio 1990





Pier Giorgio Frassati nacque a Torino il 6 aprile 1901, da famiglia di origine biellese. Il padre, Alfredo, fondatore, proprietario e direttore del giornale "La Stampa", nel 1913 fu nominato senatore del Regno e nel 1921 ambasciatore d'Italia a Berlino.
Pier Giorgio frequentò le scuole presso il ginnasio-liceo Massimo D'Azeglio e presso l'istituto Sociale retto dai PP. Gesuiti; nel novembre 1918 si iscrisse al Politecnico di Torino nel corso di ingegneria industriale Meccanica (con specializzazione mineraria).
Nel 1919 entrò a far parte del Circolo universitario cattolico Cesare Balbo: un momento molto importante perchè coincise con un più deciso impegno nella società, in nome e a partire dai suoi ideali cristiani, mentre incombeva sul paese una crisi politica che sarebbe sfociata nel fascismo.
Iniziarono anni in cui le sue intense giornate si dividevano tra gli impegni di studio e la partecipazione ad incontri, dibattiti, convegni; tra i frequenti soggiorni in Germania, dove continuava il suo "tipo" di vita, e i momenti di riposo e di distensione trascorsi sui monti; tra la dedizione alle opere di carità e l'impegno politico, sociale, culturale. Era iscritto al Partito Popolare Italiano, alle Conferenze di San Vincenzo, al Circolo Milites Mariae della Gioventù Cattolica, alla Pax Romana, un'organizzazione internazionale che riuniva i cattolici intenzionati a promuovere la pace; faceva lavoro di propaganda per i giornali cattolici.
Prese parte attiva alla vita delle associazioni cattoliche, partecipando tra l'altro ai vari Congressi Eucaristici che si svolsero in quel periodo in alta Italia; nel 1921 partecipò al Congresso della Pax Romana a Ravenna e al Congresso della Gioventù Cattolica a Roma. Nel 1922 entrò nel terz'ordine domenicano nella chiesa di San Domenico in Torino assumendo il nome di fra' Girolamo Savonarola.
Morì il 4 luglio 1925 (a pochi mesi dalla laurea) dopo quattro giorni di dolorosa e improvvisa poliomielite fulminante.
Nel 1932 il card. Maurilio Fossati, arcivescovo di Torino, aprì il processo diocesano informativo sulle virtù eroiche e la fama di santità di Pier Giorgio Frassati. Nel 1935 il processo si chiuse a Torino e l'incartamento passò a Roma alla Sacra Congregazione dei Riti. Nel 1977, dopo una lunga sosta per motivi d'istruttoria, il processo venne ripreso dietro sollecitazione di Paolo VI, che aveva conosciuto personalmente Pier Giorgio. Il 31 marzo 1981 venne eseguita la ricognizione della salma nel cimitero di Pollone dal Tribunale Diocesano per le cause dei Santi. Come è stato dichiarato, la salma venne ritrovata in perfetto stato di conservazione. Il 20 luglio 1981 si chiuse a Torino, alla presenza del card. Anastasio Ballestrero, il processo apostolico, e il 31 luglio gli atti vennero portati a Roma alla Sacra Congregazione per le cause dei Santi.
Venerdì 23 ottobre 1987, mentre era in corso l'Anno Mariano e il Sinodo mondiale dei vescovi sulla vocazione e la missione dei laici, alla presenza di Giovanni Paolo II nella Congregazione per le cause dei Santi sono state riconosciute, con la promulgazione di uno speciale decreto, le virtù eroiche del Venerabile Pier Giorgio Frassati.
Il 21 dicembre 1989 - dopo aver accolto il parere favorevole delle commissioni di medici, teologi e cardinali - un decreto ha riconosciuto ufficialmente un miracolo dovuto all'intercessione di Pier Giorgio Frassati: la guarigione del friulano Domenico Sellari dal morbo di Pott, avvenuta nel 1933. Pier Giorgio Frassati è stato solennemente proclamato Beato il 20 maggio 1990 da S.S. Giovanni Paolo II, la sua festa si può celebrare ogni anno nel giorno della sua nascita al cielo, il 4 luglio. Il 16 settembre è avvenuta la traslazione delle sue reliquie dal cimitero di Pollone, nel biellese, alla Cattedrale di S. Giovanni Battista di Torino.

dal sito http://www.tipiloschi.com/


La Compagnia o Società dei Tipi Loschi
Nonostante la sua attivissima partecipazione a numerose associazioni di quell'epoca, il 18 maggio 1924, durante una gita al Pian della Mussa, insieme con i suoi più cari amici fondò, con tanto di Proclama, la Compagnia o Società dei Tipi Loschi; un'associazione caratterizzata da un sano spirito d'amicizia e d'allegria.
Ma dietro le apparenze scherzose e goliardiche, la Compagnia dei Tipi Loschi nascondeva l'aspirazione ad un'amicizia profonda, fondata sul vincolo della preghiera e della fede.
«Io vorrei che noi giurassimo un patto che non conosce confini terreni né limiti temporali: l'unione nella preghiera», scrisse Pier Giorgio ad uno dei suoi amici il 15 maggio 1925.
Ed era proprio il vincolo della preghiera a legare i “lestofanti” e le “lestofantesse”, come scherzosamente si denominavano tra di loro, di questa singolare Compagnia.
Oltre ad essere un'intuizione quasi profetica (il cattolicesimo vissuto nella sua interezza anche nelle circostanze ordinarie della vita, senza separazioni e divisioni, in uno spirito di cristiana gioia) fu l'occasione di indimenticabili gite in montagna, buffi proclami in stile rivoluzionario e fonte di simpatici soprannomi dei suoi membri.Dietro l'apparente facezia si celava però il progetto di un'amicizia cristiana

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