domenica 7 agosto 2011

Barmasse: secondo le antiche tradizioni



Un tempo le imprese alpinistiche erano una delle grandi frontiere dell’avventura umana, della scoperta del limite, della sfida gettata in faccia alla sorte. Il pubblico seguiva le cronache delle scalate con ammirazione e partecipazione, e gli alpinisti, più che sportivi, erano esploratori. L’apertura di una nuova via sul Monte Bianco appartiene a quell’epoca, anche se è avvenuta pochi giorni fa, il primo agosto.

Autori dell’impresa, Hervé Barmasse, guida del Cervino, e i fratelli baschi Iker ed Eneko Pou. “Abbiamo scelto il versante sud, che conserva ancora l’inospitalità e l’asprezza della vera montagna, quella di una volta” dichiara la guida valdostana. “Quel versante selvaggio e climaticamente difficile è il più temuto. La cresta del Brouillard fa onore al suo nome. Abbiamo imboccato davvero una cattiva strada – scherza Barmasse – e speriamo di continuare così”.

I tre alpinisti hanno raggiunto la zona dei pilastri di Freney, e optato per il cosiddetto Pilone di Sinistra. La scalata è avvenuta in cordata e senza trapanare le pareti, usando solo con qualche sicurezza a pressione, di quelle che poi vengono sfilate dalle fenditure. Questo perché non conta solo “cosa” si fa, ma anche e soprattutto “come”. È per lo stesso motivo che alcuni, come Barmasse, affrontano gli ottomila senza ossigeno, come se l’epoca dei pionieri, di gente come Walter Bonatti, per intenderci, non fosse mai tramontata. E forse è davvero così, finché ci saranno persone che non amano la montagna addomesticata, domata e conquistata, quella da immortalare in foto e mostrare agli amici invidiosi, come un tempo si appendevano i palchi dei cervi uccisi sopra il camino.

“Una cosa accomuna il Monte Bianco e gli ottomila, purtroppo spesso c’è la calca” sostiene Hervé Barmasse, veterano del “tetto del mondo”. “Il Bianco è uno dei monti più scalati, è sfruttato turisticamente, ma conserva ancora alcuni tratti impervi, che metterebbero alla prova chiunque. Sul versante Sud si possono aprire ancora due o tre nuove vie”. Sarà per un’altra volta. La prossima impresa riguarda invece il Monte Rosa, ma per il momento Barmasse evita previsioni e anticipazioni. Con questa terza fatica si chiuderà il cerchio aperto con la scalata in solitaria del Cervino, effettuata la scorsa primavera. 

fonte : Elena Tartaglione, aostasera.it

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