sabato 8 ottobre 2011

Se scoppierà una guerra io me ne andrò sulla montagna di Suavicino


Con i suoi 1479 metri di altezza, il Monte San Vicino - condiviso dalle province di Macerata e Ancona - rappresenta, insieme alla Gola della Rossa, il fondale naturale della vallata del fiume Esino.
Per gli abitanti della zona, il monte costituisce una punto di riferimento "familiare" a motivo della suggestione dei paesaggi e della ricchezza dei boschi, meta di frequenti escursioni domenicali.

Lo stesso Luigi Bartolini (1892-1963), pittore, incisore, acquafortista di fama internazionale,  poeta e scrittore (autore di "Ladri di biciclette"),  figlio illustre di Cupramontana, dedicò al monte - ribattezzato per l'occasione con il nome di Suavicino - uno speciale ricordo nel nostalgico racconto dal titolo "Se scoppiasse una nuova guerra" (1959).

...Me ne andrei in cima alla montagna del bel monte detto Suavicino. E', tale, la montagna che, nelle Marche, sa d'eliconio Parnaso; io lo conosco di già, da tanti anni: da quando ero fanciullo. Oh, come lo conosco bene per il suo lungo ed il suo largo! Nonché per i suoi mille metri d'altezza sopra il paese di Frontale. 


Frontale è una borgata di tre case, e là potrei andare ancora una volta - e come in antico - a cacciare lepri e starne. Anche a Rotoscio - altra borgata del monte - sono lepri, starne e pernici. Sono, attorno al monte, altri gruppi di minime casupole; distanti, gruppo da gruppo, una dozzena di chilometri.Sopra Frontale sono prati d'un verde smeraldo, ancora di più bel verde di quello della mia tavolozza. 


C'era, a Frontale (e parlo sempre dei miei tempi) una specie di ostessa che era simile a quelle donne "erte di montagna" dalle fattezze e dal muover delle anche tali da stimolare le rime del seicentesco, bemesco poeta pievano Mauro: pievano e poeta dionisiaco. Anche il marito della ostessa e come tanti altri dei nostri pastori marchigiani, morì in guerra (guerra d'Africa; Amba Alagi, al tempo del colonnello Galliano).
Ormai l'ostessa sarà bene anziana; ma fatt'è che quando mi recavo, da giovane, a Frontale, ella non poneva a cuocere nella sua pignatta d'ostessa, se non fagioli e code di baccalà.


Insomma se scoppierà una nuova guerra io me ne andrò sulla montagna di Suavicino, a meditare del perché Giove massimo tonante, ottimo così così, scrive sempre sulla sua nera lavagna, l'istessa equazione sbagliata. 
Egli cancella e rifà di continuo, perpetuando il solito suo errore: quello d'aver creato le generazioni stupide e belluine.









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