sabato 28 gennaio 2012

Il nostro Club a sostegno della Fondazione Giovanni Paolo


La Fondazione Giovanni Paolo II per il dialogo, la cooperazione e lo sviluppo nasce come risultante del lavoro decennale e dell’impegno considerevole e costante delle Diocesi di Fiesole e di Montepulciano - Chiusi - Pienza, in collaborazione con numerose altre Diocesi, istituzioni e realtà laiche e cattoliche, a favore dei Paesi del Medio Oriente e di altre zone del mondo svantaggiate.

L'azione complessiva ha prodotto notevoli risultati, soprattutto in Israele, nei Territori dell'Autonomia Palestinese e in Libano con interventi e progetti che, per quanto possibile, non hanno mirato all'occasionalità, salvo che nei momenti di emergenze umanitarie vere e proprie, ma hanno sempre cercato di creare condizioni per tracciare situazioni di sviluppo e di crescita permanenti in particolare nell’ambito sociale, nell'istruzione e nei servizi sanitari, avendo pure in evidenza la necessità costante e prioritaria della creazione di nuovi posti di lavoro nella consapevolezza che solo la dignità del lavoro contribuisce a creare una vera giustizia sociale.

La Fondazione vuole rappresentare uno strumento dinamico ed efficace per favorire il dialogo fra i popoli, le culture e le religioni, nonché costituire una reale e concreta opportunità per promuovere e favorire progetti ed iniziative nel campo della cooperazione internazionale e dello sviluppo. Ha pertanto il compito prioritario di svolgere da collegamento permanente tra le varie realtà - laiche ed ecclesiali - che si occupano di interventi di cooperazione e di sviluppo in particolare nell'area del Mediterraneo, del Vicino e del Medio Oriente, attraverso una concreta azione che porti alla ottimizzazione degli interventi e delle risorse al fine di realizzare progetti anche di lungo respiro che possano lasciare tracce tangibili e durature ed incidere profondamente nei tessuti economici, sociali e culturali delle zone nelle quali si trova ad operare.

"La Terra Santa non va considerata una preoccupazione tra le tante. Essa è la priorità per la Chiesa cattolica e per i cristiani, come è quella ecumenica e interreligiosa. “Chiedete pace per Gerusalemme – dice il salmo 86 – perché tutti là siamo nati”. Quella Terra è santa perché è il luogo di convocazione sulle orme stesse di Dio. Per divina volontà continua anche ai nostri giorni la convocazione di tutti i popoli sul monte Sion, che evocava il profeta Isaia. Tale convocazione esercita tuttora un fascino universale. La Terra Santa gioca, pertanto, un ruolo centrale per l’intera area mediorentale. Direi di più: l’intera umanità guarda a quella Terra, avvertendo di avere con essa profondi legami. Ma, purtroppo, in questo riferimento si intrecciano interessi non sempre religiosi e intenti non sempre di pace. Nonostante ciò. Mi chiedo: potranno le Chiese e le istituzioni civili dell’Europa e del mondo mancare all’appuntamento di pace fissato anche nel nostro tempo con la Terra Santa?

I cristiani di Terra Santa sperimentano pesantemente l’oscurità del presente e umanamente non intravedono luci per il futuro. Non perderemo l’appuntamento con la nostra storia, se adempiremo tutti al “dovere” di sostenerli in ogni modo, spiritualmente e materialmente, perché non dimentichiamo che la porta di tale oscurità è stata spalancata per sempre. Come afferma il Papa nella recente enciclica dedicata alla speranza, si può vivere, nonostante tutto, diversamente, perché la vita nuova è stata inaugurata per sempre da Cristo ed egli può cambiare il corso della storia umana".


 Card. Leonardo Sandri (in occasione della visita alla Fondazione)

INFO: www.fondazionegiovannipaolo.org
 


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