Armati di pale, motoseghe e martelli, gli uomini del capitano in
congedo Giuseppe Bonaldi hanno ringraziato a loro modo Bolzano: in 15
hanno sistemato la passerella pedonale sul torrente Talvera, in 8 hanno
rifatto il campo bocce del Parco Mignone, in 12 si sono prodigati sulla
strada pedonale che va al castello di Firmiano mentre altri 25 hanno
pensato al restauro della baita a Colle.
Un regalo a questa città che si
prepara all' 85ma adunata dell' Associazione nazionale degli alpini per
la quale, da oggi a domenica, è atteso sotto le vette altoatesine un
fiume di penne nere: 200-250 mila, che sfileranno sotto striscioni dove
spuntano benvenuti teutonici («Willkommen alpini») e ladini
(«Benvegnui»).
Arrivano dalla Valle d' Aosta alla Sicilia e anche dall'
estero, con la punta della sezione australiana di North Queensland
guidata da un alpino di lungo corso: l' artigliere Vittorio Pellizer, da
57 anni nella terra dei canguri «ma sempre italiano e fedele ai nostri
ideali e tradizioni».
Il capitano Bonaldi è anche coordinatore della
Protezione civile dell' Ana, cioè 14 mila volontari che negli ultimi
anni sono regolarmente intervenuti in aiuto delle popolazioni colpite
dalle molte calamità naturali: dall' emergenza neve dello scorso
febbraio, con 1.750 uomini impegnati a spalare strade e sgomberare tetti
nei paesi isolati dall' Emilia Romagna al Lazio, all' alluvione della
Liguria dell' ottobre scorso: «Siamo stati allertati alle sette di sera,
alle 23 eravamo a Santo Stefano di Magra e a Borghetto, alle 12 del
giorno funzionava una cucina da campo per 500 persone». Così, dunque, le
sempre più numerose emergenze, alle quali quest' anno l' Ana ha voluto
aggiungere un intervento speciale: la realizzazione di una casa
domotica, senza barriere architettoniche e interamente computerizzata,
per Luca Barisonzi, il giovane alpino tornato tetraplegico dalla sua
prima missione in Afghanistan. Non è la prima adunata nella conca di
Bolzano.
Ma da quella volta, era il 1949, il Sudtirolo è molto cambiato.
Ha attraversato gli anni delle bombe e dei trattati internazionali,
fino ad arrivare all' attuale «era Durnwalder», il granitico governatore
che guida la Provincia dal 1989. Rimane una terra calda per le penne
nere. Da una parte capitale della truppa alpina, che qui ha il suo
comando nazionale e quest' anno festeggia il 140° anniversario dalla
fondazione. Dall' altra culla di profondi sentimenti autonomisti.
Qualche settimana fa gli Schützen delle vallate più tradizionaliste
hanno sfilato in tremila chiedendo l' indipendenza dall' Italia, mentre
altri gruppi di lingua tedesca strappavano bandiere tricolori. Si tratta
di minoranze, considerato che la maggior parte dei bolzanini ha
dichiarato di considerare l' adunata una grande festa. Fra un
preparativo e l' altro, un mitomane ha pensato di inviare ad alcuni
consiglieri comunali di lingua italiana un improbabile volantino firmato
«Brigate Rosse - colonna Marta Cagol», minacciando azioni plateali per
domenica. Insomma, questa di Bolzano è un po' sfida di pace e unità per
l' Associazione più amata d' Italia.
Ad alzare il Tricolore con il suo
inseparabile cappello dalla penna nera ci sarà anche «el vecio»
Cristiano Dal Pozzo, 98 anni, un alpino dell' Altopiano di Asiago, che
tornerà in Alto Adige per la prima volta dopo che fu fatto prigioniero
nel 1943: «Fui internato dai tedeschi in Austria, costretto a lavorare
in fonderia. Voglio venire per mantenere viva la memoria». Lo aiuteranno
gli Alpini 2.0, nativi digitali, l' ultima generazione di «bocia» che
quest' anno hanno suonato l' adunata su Facebook.
I numeri
L' Associazione
nazionale alpini conta circa 375 mila soci (di cui 300 mila «ordinari» e
75 mila «aggregati»). Le sezioni dell' Ana sono 81 in Italia e 32 all'
estero.
La Protezione civile Ana conta più di 14 mila
volontari pronti a intervenire in tutte le grandi emergenze. Per il
terremoto all' Aquila sono state impegnate 8.500 persone.
fonte: A. Pasqualetto, Corriere della Sera, 11 maggio 2012
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